NBA, risultati della notte: LeBron batte ancora Gallinari, Spurs mai così male
Davis e James trascinano i Lakers al sesto successo in fila, il secondo consecutivo contro OKC: 23 e 14 asssit per LeBron, 15 punti di Gallinari dall’altra parte. Spaventoso infortunio alla testa per Kemba Walker nella sconfitta di Boston a Denver. Philadelphia batte San Antonio e condanna gli Spurs all’ottava sconfitta - peggior striscia in carriera per Gregg Popovich. Partita spettacolare tra Clippers e Rockets, vinta da L.A. grazie a un canestro di Leonard a 15 secondi dal termine. Di seguito il racconto e gli highlights delle 10 partite giocate nella notte NBA
OKLAHOMA CITY THUNDER-LOS ANGELES LAKERS 127-130 | Vincono ancora i Lakers, che a tre giorni di distanza battono di nuovo Oklahoma City e si prendono la sesta vittoria in fila. Miglior realizzatore in casa gialloviola è Anthony Davis, autore di 33 punti - 24 dei quali arrivati nel secondo tempo, a cui l’ex Pelicans aggiunto 11 rimbalzi e 7 assist. Canestri decisivi nel finale in volata, in cui AD è infallibile dalla lunetta: i Lakers salgono così a 13-2 di record, confermandosi la miglior squadra NBA in questo primo mese di regular season
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Niente tripla doppia (contro i Thunder ha già dato 72 ore fa, diventando il primo nella storia a metterne a referto almeno una contro tutte e 30 le squadre NBA), ma altra partita da dominatore assoluto per LeBron James: 23 punti, 14 assist e 6 rimbalzi, alla guida di una squadra che tira con oltre il 51% dal campo e il 54% dall’arco. Con un LeBron formato MVP a disposizione, tutto diventa più semplice
I 14 ASSIST DI JAMES CONTRO OKLAHOMA CITY
Quindici punti a referto per Danilo Gallinari, meno incisivo e più impreciso rispetto alla sfida dello Staples Center di qualche giorno fa. Il numero 8 azzurro resta sul parquet per 32 minuti, raccogliendo 4 rimbalzi e distribuendo 3 assist in un match da 5/13 complessivo dal campo. Il suo -13 di plus/minus però è il peggior dato raccolto tra i giocatori dei Thunder, che chiudono con tutto il quintetto in doppia cifra in quella che è la quinta sconfitta nelle ultime sei gare
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DENVER NUGGETS-BOSTON CELTICS 96-92 | Quello di Denver si conferma il campo più difficile della NBA, raccogliendo lo scalpo anche dei Boston Celtics grazie ai 22 punti di Jamal Murray, autore anche dei tiri liberi della staffa a 1.5 secondi dal termine dopo che i Nuggets avevano dilapidato anche 19 punti di vantaggio nel terzo quarto — facendosi rimontare dai Celtics, caparbi nel non mollare mai nonostante il terribile infortunio di Kemba Walker
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Il miglior realizzatore stagionale dei biancoverdi è infatti crollato a terra dopo uno scontro con il compagno Semi Ojeleye, finendo con la testa sul suo corpo e rimanendo intontito a lungo sul parquet. Walker è stato immobilizzato con un collarino e poi trasportato fuori in barella, portandolo immediatamente a fare esami e successivamente in ospedale. La diagnosi però è positiva: tanta paura ma nessun danno grave, ma sintomi da commozione cerebrale con cui fare i conti nei prossimi giorni
LE IMMAGINI DELL'INFORTUNIO DI KEMBA WALKER
Boston però si è scossa dopo aver perso il suo playmaker, trascinata dai 22 punti con 10 rimbalzi di Jaylen Brown, i 16 di Jayson Tatum, i 15 di Marcus Smart e i 14 del sostituto Brad Wanamaker. Non sono però bastati davanti alla tripla doppia numero 31 in carriera di Nikola Jokic, che ha chiuso con 18 punti, 16 rimbalzi e 10 assist insieme ai 15 di Will Barton e i 14+10 di Paul Millsap
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PHILADELPHIA 76ERS-SAN ANTONIO SPURS 115-104 | Ottava sconfitta in fila per i San Antonio Spurs, che cadono anche a Philadelphia sotto i colpi di un quintetto tutto in doppia cifra guidato dai 26 punti di Tobias Harris e dai 21 e 14 rimbalzi di Joel Embiid. Niente tripla a segno, ma tripla doppia per Ben Simmons - autore di 10 punti, 13 assist e 10 rimbalzi, decisivi nel sesto successo in altrettante partite casalinghe disputate in questa stagione dai Sixers
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Sconfitta record per Gregg Popovich, mai battuto così tante volte in fila nei suoi 24 anni alla guida degli Spurs. L’ultima striscia da otto sconfitte consecutive incassata da San Antonio risaliva al novembre 1996, quando Popovich era ancora il GM dei texani. Nelle ultime 22 stagioni, i nero-argento hanno avuto un record negativo soltanto per 74 giorni complessivi: un dato che, visto l’andazzo, aumenterà non poco in questa regular season
Marco Belinelli chiude con 7 punti in 18 minuti in uscita dalla panchina: 3/6 dal campo, una tripla a segno e un paio di assist a referto. Prestazione in parte in risalita, ma ancora lontana dall’incisività che tutta San Antonio si aspetta da lui a gara in corso
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L.A. CLIPPERS-HOUSTON ROCKETS 122-119 | Altra rimonta pazzesca dei Clippers per battere una candidata al titolo. Sotto di cinque lunghezze a un minuto dalla fine, i padroni di casa hanno realizzato un parziale di 10-2 per ribaltare la sfida, grazie a due triple in fila di Paul George e Lou Williams e al canestro del definitivo sorpasso di Kawhi Leonard a 15 secondi dalla fine. In mezzo a questa sequenza i Rockets erano riusciti a riportarsi avanti con due liberi di James Harden, ma hanno poi fallito il tiro della vittoria con l’errore da tre punti di Russell Westbrook e non sono riusciti a costruire l’ultimissimo tiro della gara, sporcato dalle lunghe leve della difesa dei Clippers
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La marcatura di James Harden è stato il tema tattico della sfida: i Clippers hanno deciso di mandare raddoppi costanti e molto aggressivi, lasciando che fossero gli altri Rockets a batterli. Ha funzionato soltanto a metà, visto che è servita una rimonta pazzesca per vincere la partita e che Harden ha comunque chiuso con 37 punti, 8 rimbalzi e 12 assist con 9/16 al tiro, 5/11 da tre e 14/18 ai liberi. Insieme a lui i 22 di Russell Westbrook (ma 1/7 da tre), i 17+19 di Clint Capela e i 14 di Ben McLemore
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I Clippers però hanno dimostrato quanto possa fare la differenza avere tre “closer” del calibro di Leonard, George e Williams nella stessa squadra. L’MVP delle ultime Finals ha chiuso con 24 punti in 28 minuti; la sua nuova spalla ha tirato male (4/15 e 3/10 da tre) ma ha fatto tutto il resto con 19 punti, 8 rimbalzi e 7 assist; infine Williams si è scrollato di dosso un primo tempo da 0 punti segnandone 26 nella ripresa, aggiungendo anche 8 assist alla sua super partita — buona parte dei quali per i 18 punti di Montrezl Harrell. Per i Clippers è la decima vittoria in casa nelle undici partite disputate nonché di un altro messaggio al resto della lega: bisogna batterli due o tre volte per portare a casa la vittoria contro di loro
DALLAS MAVERICKS-CLEVELAND CAVALIERS 143-101 | Seconda vittoria consecutiva con oltre 40 punti di margine per i Mavericks, trascinati neanche a dirlo da Luka Doncic. Il n°77 sloveno è una furia davanti allo sguardo attento di Dirk Nowitzki – seduto a bordocampo a fianco al proprietario Mark Cuban, facendo così la sua prima apparizione all’American Airlines Center dopo il ritiro della passata stagione. Un match che dopo un quarto d’ora ha già poco da dire, con i texani abili a scappare via grazie al parziale da 37-16 del secondo quarto – bissato poi nella terza frazione mettendo a referto 45 punti in 12 minuti. La resistenza dei Cavaliers viene meno e per Dallas è un gioco da ragazzi vincere la quarta partita consecutiva
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Doncic chiude con 30 punti e 14 assist a referto – il primo giocatore con meno di 21 anni a mettere in fila tre partite da almeno 30 punti e 10 passaggi vincenti. Ennesimo record in un inizio di stagione scintillante da parte del giocatore sloveno, che condisce la sua gara da 11/18 al tiro con 4 triple, 7 rimbalzi e un eloquente +21 di plus/minus in 28 minuti trascorsi sul parquet
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UTAH JAZZ-GOLDEN STATE WARRIORS 113-109 | Tutto si può dire di questi Golden State Warriors, tranne che non abbiano voglia di combattere. Sotto di 21 lunghezze a inizio ultimo quarto e con solo 8 giocatori a disposizione, la squadra di coach Kerr ha rimontato fino a portarsi a -2 a 22.8 secondi dalla fine grazie ai 20 punti dell’ex Alec Burks e altri sei compagni in doppia cifra. Non è però bastato per superare i Jazz sul loro campo
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I 30 punti di Donovan Mitchell e i 27 di Mike Conley hanno infatti impedito la rimonta agli Warriors, in una serata in cui i Jazz hanno sfiorato il 44% da tre punti e hanno spadroneggiato a rimbalzo grazie ai 19 catturati da Rudy Gobert
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CHICAGO BULLS-MIAMI HEAT 108-116 | Non ci è voluto molto per capire la differenza tra Heat e Bulls: gli ospiti hanno cominciato la gara con un parziale di 15-0 che hanno poi mantenuto fino alla fine concedendo solo una mini-rimonta nell’ultimo quarto. Gli Heat sono stati guidati dai 27 punti dell’ex Jimmy Butler e dai 21 del ragazzo di casa Kendrick Nunn, di cui 13 nel solo primo quarto: con loro anche la doppia doppia da 16+14 di Bam Adebayo per una squadra arrivata alla quinta vittoria consecutiva e a un record di 11-3
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Sono 11 invece le sconfitte dei Chicago Bulls a fronte di sole 5 vittorie, con un record casalingo di 3-6. A questo si aggiungono le scintille tra coach Jim Boylen e la stella Zach LaVine, che si sono punzecchiati per una sostituzione nel primo quarto: “Non stavano combattendo, né lui né Lauri Markkanen e gli altri titolari: lui sa che voglio che sia in grado di giocare in entrambe le metà campo”. “Immagino che sia io quello a cui dare la colpa” ha risposto LaVine, miglior marcatore dei suoi con 15 punti. “È già successo in passato, sta diventando una sua abitudine. Ma devo prenderla come viene: non sono io l’allenatore”
BROOKLYN NETS-SACRAMENTO KINGS 116-97 | I Nets difendono al meglio contro i Kings, tengono Sacramento sotto i 100 punti segnati e conquistano il terzo successo nelle ultime quattro gare. Senza Kyrie Irving, fermato da un problema alla spalla, la squadra di New York si affida ai canestri di Spencer Dinwiddie da 23 punti e 7 assist, a cui si aggiungono i 22 di Joe Harris – conditi con cinque triple e un eloquente +17 di plus/minus
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I Kings invece, ancora costretti a rinunciare a De'Aaron Fox, tengono a riposo anche Bogdan Bogdanovic - perdendo di fatto la spinta data dal miglior giocatore del roster in queste ultime settimane. Senza il serbo, è Harrison Barnes il miglior realizzatore di squadra con i suoi 18 punti, a cui si aggiungono i 16 di un Buddy Hield impreciso dalla lunga distanza (soltanto 1/8 con i piedi oltre l'arco)
DETROIT PISTONS-ATLANTA HAWKS 128-103 | Gli Hawks concedono 76 punti nel solo primo tempo ai Pistons e incassano così una sconfitta in una gara mai realmente in equilibrio. “Dobbiamo capire cosa fare per competere, per giocare come una squadra di professionisti”, sottolinea un arrabbiato coach Pierce dopo aver tenuto i suoi a lungo in spogliatoio al termine della sfida. Detroit non segnava 76 punti in due quarti dal 1983, interrompendo una striscia da cinque sconfitte in fila. Le stesse subite da Atlanta, che nelle ultime 8 partite ha concesso almeno 120 punti ai suoi avversari: davvero troppo per pensare di iniziare a vincere
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Protagonisti in casa Pistons i due lunghi sotto canestro: 24 punti per Blake Griffin, 23 e 15 rimbalzi per Andre Drummond, a cui si aggiungono altri cinque giocatori in doppia cifra. Una vera e propria festa del canestro, mentre dall’altra parte a condannare gli Hawks è anche la serata storta al tiro di Trae Young: 9 punti, 3/12 dal campo, 1/7 dall’arco. Meglio davvero pensare alla prossima
WASHINGTON WIZARDS-CHARLOTTE HORNETS 125-118 | Rimonta da -13 per gli Washington Wizards, che per una volta mettono assieme un quarto difensivo di livello e portano a casa la terza vittoria su sei gare disputate in casa. Merito dei 30 punti con 12 assist di Bradley Beal e i 21+11 di Thomas Bryant, oltre che i 20 con 6 triple a segno di un caldissimo Davis Bertans e i 13 di un decisivo Jordan McRae (8 nel solo quarto finale). È la prima volta in stagione che gli Wizards vincono due partite in fila
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Gli Hornets erano in ritmo per toccare il loro massimo stagionale per punti, ma sono stati tenuti a soli 22 nell’ultimo quarto con ben 8 palle perse dalla seconda peggior difesa della NBA. Non basta il massimo in carriera da 31 punti di Miles Bridges e i 19 a testa di Devonte’ Graham, Terry Rozier e Malik Monk per evitare il terzo ko consecutivo
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