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NBA, Zach LaVine: 49 punti e 13 triple per mettere a tacere coach Boylen. VIDEO

NBA

Sostituito nel primo quarto contro Miami, e criticato apertamente dal proprio allenatore, la guardia dei Bulls risponde prima a parole e poi in campo, firmando il suo massimo in carriera e fermandosi a una tripla soltanto dal record NBA di Klay Thompson

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C’è una cosa che i giocatori NBA – le stelle soprattutto – non amano: essere criticati in pubblico dal proprio allenatore. Zach LaVine sta viaggiando a 21 punti, 4 assist e 4 rimbalzi di media con il 40% da tre ma il disastroso avvio dei suoi Bulls – 5 vinte, 11 perse prima della sfida in programma a Charlotte – non gli aveva risparmiato le ire di coach Jim Boylen. Dopo averlo sostituito già nel corso del primo quarto contro Miami, per quelli che ha definito “tre eclatanti errori difensivi”, l’allenatore di Chicago ha rincarato la dose davanti ai giornalisti nel dopo partita: “Ho pensato avesse bisogno di una pausa – ha spiegato facendo riferimento alla sostituzione – ho pensato dovesse sedersi e pensare a quello che stava facendo. Aveva compiuto degli errori difensivi che non andavano fatti: volevo che ci pensasse su per un minuto. E non volevo più vederlo in campo”. Per poi aggiungere: “Zach LaVine e Lauri Markkanen – e tutti i nostri titolari – devono giocare meglio, se vogliamo diventare la squadra che vogliamo diventare. Funziona così”. La risposta del prodotto di UCLA non si è fatta attendere, prima a parole e poi sul campo. “Evidentemente sono io quello da mettere sotto accusa”, ha reagito risentito LaVine alle parole del suo allenatore. “Non è la prima volta che mi toglie platealmente dal campo in questo modo: si vede che gli piace fare così. Devo accettarlo, non sono io l’allenatore”. Stimolato dai giornalisti, poi, a LaVine è stato chiesto se tra lui e il proprio coach ci sia o meno la fiducia reciproca necessaria. “Credo di essermi meritato questo tipo di fiducia – la prima risposta del giocatore, che l’anno scorso ha chiuso ai suoi massimi in carriera con 23.7 punti, 4.7 rimbalzi e 4.5 assist di media – ma evidentemente non è così per lui. Vedo che altri giocatori in giro per la lega possono contare su questo tipo di fiducia, ma qui da noi invece non è così. In estate ci eravamo visti e parlati, tutto sembrava funzionare alla perfezione, poi l’avvio di stagione ha cambiato le cose: poca fiducia, ma anche visioni e opinioni diverse”. Un’erosione nei rapporti che LaVine ha candidamente ammesso: “Provo ancora a fidarmi di lui, ma non è facile. Non è facile fidarsi di qualcuno che non si fida di te. Dobbiamo trovare un terreno comune, venirci incontro, magari anche trovare il tempo di sederci e parlare, faccia a faccia: non penso che sia tutto irrimediabilmente perso tra di noi”. Il leader dei Bulls poi accetta la sua parte di responsabilità ma fa capire di non gradire di essere l’unico capro espiatorio della situazione a Chicago: “Non è solo colpa di uno o due giocatori, o del quintetto. È colpa di tutti, dal coaching staff in giù. Io mi prendo le mie responsabilità, non ho ancora dato il mio meglio e sto cercando di migliorare, ma non può essere colpa solo dei giocatori. Se coach Boylen accetta questo tipo di critiche? Non lo so, posso parlare solo per me: io sono pronto ad accettarle”.

Coach Boylen, prima le critiche, poi le lodi: “Zach vuole far bene, io provo a spingerlo a dare il meglio”

E non solo. La guardia dei Bulls si è poi dimostrato pronto a rispondere sul campo – più ancora che a parole – alle critiche del suo allenatore. Alla prima occasione utile, la gara sul campo degli Charlotte Hornets, LaVine è esploso per 49 punti (suo massimo in carriera) con 13 triple a segno (una in meno del record NBA di Klay Thompson) compresa quella della vittoria, mandato a segno lasciando solo 0.8 secondi sul cronometro. “Spero che questa gara sia la svolta che aspettavamo – ha dichiarato nel post-partita – potrebbe essere un grande passo avanti nella giusta direzione. Ho ripetuto più volte che abbiamo sempre giocato bene a tratti, quest’anno: stasera nel finale abbiamo eseguito tutto alla perfezione, e siamo stati anche un po’ fortunati”. Il finale di cui parla LaVine ha visto il n°8 dei Bulls segnare 27 dei suoi 49 punti nel quarto quarto, da lui chiuso con 10/14 al tiro e 7/9 dalla lunga distanza. Alla fine LaVine firma una prestazione da 49 punti con 17/28 dal campo e 13/17 da tre punti ma soprattutto incassa le parole di coach Boylen diverse da quelle della vigilia: “Ho sempre detto che Zach è un bravo ragazzo, un’ottima persona, uno che vuole sempre far meglio. Vuole aiutare questa squadra, e il mio compito è spingerlo a fare cose che da solo potrebbe non essere in grado di fare. A volte questo può accadere con una bella chiacchierata, altre volte con un incontro faccia a faccia, altre ancora con qualche momento poco gradito. Ma questo è il mio lavoro. Oggi tutti i meriti vanno a lui, per la concentrazione, l’energia e lo sforzo che ha portato in campo. Lui vuole migliorare, io voglio che giochi meglio e quando succede sono davvero felice per lui”.