Nella notte dei ritorni eccellenti - quello mancato di Kyrie Irving a Boston, quello da trionfatore di Anthony Davis a New Orleans - l'ala degli Hawks ha mandato a referto il suo massimo stagionale a quota 33 punti nella città che ha chiamato casa per i primi 4 anni di NBA
Al Draft 2014 i Milwaukee Bucks hanno fatto di Jabari Parker la seconda scelta assoluta, dietro solo a Andrew Wiggins. Le aspettative per il prodotto di Chicago – passato una sola stagione da Duke, e nominato rookie dell’anno della ACC – erano altissime, ma in maglia Bucks Parker è finito per scendere in campo soltanto in 183 delle 328 partite in calendario, in un quadriennio martoriato dai problemi fisici. “Amo l’energia che sento attorno a me ogni volta che torno qui – le parole dello stesso Parker nel suo ritorno da avversario, in maglia Hawks, nel Wisconsin. “Milwaukee per molti versi è la mia seconda casa: giocare qui mi ispira sempre”. Lo si è visto da subito, con l’ala di coach Lloyd Pierce a mettere la sua firma sui primi 8 punti della sua squadra, a a chiudere poi il primo quarto già in doppia cifra. “È uscito dagli spogliatoi aggressivo, attaccava su ogni possso”, conferma Pierce. “I primi due canestri, al ferro, lo hanno aiutato, così come mandare a bersaglio la prima tripla presa, in ritmo. Dopo questi 7 punti così rapidi l’impressione era che questa fosse proprio la sua serata”. E in un certo senso lo è stata, perché Parker ha fatto ancora meglio nel secondo quarto, quando ha aggiunto 15 punti con 5/8 al tiro: all’intervallo per lui il totale parlava già di 25 punti e 8 rimbalzi, con un ottimo 9/13 dal campo, fondamentali per ritrascinare in partita gli Hawks, che al termine dei primi 12 minuti erano già sotto di 15. Con altri 6 punti dell’ex di turno, Atlanta ha sfruttato un parziale di 10-2 per andare avanti anche di 4 nel terzo periodo ed entrare poi nell’ultima frazione sora di un punto. Poi però gli Hawks – e Parker – si sono fermati: solo 1/5 al tiro e due punti per il prodotto di Chicago, 30-20 il parziale con cui i Bucks si sono confermati la squadra più forte: “L’abbiamo persa nel quarto quarto”, la facile conclusione di Parker, che non si sottrae alle sue responsabilità: “Devo mantenere lo stesso tipo di produttività per tutti i 48 minuti, so di poterlo fare: devo essere in grado di dare il meglio di me quando conta di più”. Alla fine però il ritorno a casa (o almeno, la seconda casa, come la chiama lui, poi non così lontana dalla Chicago natìa) ha messo in mostra al pubblico di Milwaukee quel giocatore che avrebbero voluto ammirare nei 4 anni trascorsi in maglia Bucks, capace di chiudere con 33 punti, 14 rimbalzi e 5 assist. In un’annata che lo vede viaggiare vicino ai 18 punti a sera, si tratta – e non può essere un caso – del suo massimo stagionale, e anche della sua miglior prestazione realizzativa dai 35 punti rifilati ai Denver Nuggets proprio in maglia Milwaukee Bucks il 2 aprile 2018 (con la complicità però di un tempo supplementare). Dietro al fenomenale Trae Young di questo inizio di campionato – e in attesa del ritorno dalla squalifica di John Collins – Parker si conferma la minaccia offensiva n°2 del roster di Atlanta.