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NBA, Luka Doncic come Michael Jordan: Dallas travolge New Orleans, +46 per i Mavericks

NBA
©Getty

Il n°77 dei Mavericks chiude con 26 punti, 9 assist e 6 rimbalzi in 26 minuti nel comodo successo contro i Pelicans - la 18^ gara consecutiva con almeno 20-5-5 a referto, raggiunto MJ come striscia più lunga (dopo la fusione NBA/ABA). Dallas allunga nel terzo quarto grazie a un parziale da 40-13 e porta a casa il decimo successo nelle ultime 11. Otto sconfitte in fila per New Orleans, che concede spazio a Melli soltanto a gara già persa (nessun punto in 9 minuti)

Dallas Mavericks-New Orleans Pelicans 130-84

Luka Doncic continua la sua incredibile cavalcata personale (e di squadra) in una stagione da incorniciare fino a questo momento. Il n°77 dei Mavericks è il motore dell’ennesima convincente vittoria di Dallas, che domina il primo tempo contro New Orleans, per poi sferrare il colpo di grazia nel terzo quarto: un mortifero 40-13 di parziale, ispirato da Doncic, ma frutto del lavoro di tutto il quintetto dei padroni di casa - bilanciato e competitivo su entrambi i lati del campo. Alla sirena finale sono 26 punti, 9 assist e 6 rimbalzi per il giocatore sloveno, che per la 18^ partita in fila chiude con almeno 20-5-5 a referto: soltanto Michael Jordan e Oscar Robertson c’erano riusciti in passato, eguagliata la striscia più lunga della storia NBA (avendo giocato soltanto un centinaio di gare in carriera nella lega). Doncic chiude con 8/15 dal campo, due triple e un paio di sbavature un match giocato al limite della perfezione. Kristaps Porzingis ne aggiunge 13, godendosi un paio di assist illuminanti del candidato MVP senza dover fare gli straordinari in attacco in quella che è la decima vittoria nelle ultime 11 partite per i Mavericks. Da sottolineare anche l’ottimo impatto in uscita dalla panchina di Boban Marjanovic, che gioca la miglior partita della sua stagione: 15 punti (massimo in stagione) e 16 rimbalzi, 16^ doppia doppia in carriera in NBA e prima in questa regular season. In casa Pelicans invece non si salva davvero nessuno, in una sconfitta di 46 lunghezze che ben racconta la partita disastrosa di New Orleans. Sono otto in fila i ko in un momento davvero complesso per i Pelicans: Nicolò Melli non entra per tre quarti e resta sul parquet 9 minuti quando la gara è ormai persa. Nessun punto a referto, due errori al tiro e davvero poche occasioni per mettersi in mostra.

Il racconto del primo tempo

Attacchi meglio delle difese in avvio di partita, in cui Dallas segna i primi tre canestri, ma con New Orleans che approfitta della assonnata difesa dei Mavericks per tenere botta e riportarsi a un solo punto di distanza (11-10) al primo timeout dopo quattro minuti di gioco. Redick è il più ispirato in casa Pelicans, autore di 8 punti in meno di metà quarto, ma non appena gli ospiti pareggiano nel punteggio arriva lo scossone dato da Doncic: prima tripla senza ritmo con 16 secondi sul cronometro, poi assist dietro la schiena per la schiacciata di Powell. Dallas prende coraggio e coinvolge il pubblico, New Orleans preferisce fermare il match sul 22-16. Altre due giocate di primissimo livello portano il n°77 sloveno dei Mavs a quota 11 già nel primo quarto, ma la voglia di incidere porta Doncic a forzare in un paio di situazioni - permettendo così ai Pelicans di ritrovare coraggio, rosicchiare qualche possesso di svantaggio e riportarsi a contatto sul finire di primo quarto (8 punti di Ingram). Dopo 12 minuti è 31-28 per Dallas, in una sfida combattuta e molto equilibrata. Doncic va a riposarsi, ma l’intensità dei Mavericks non cala neanche con le riserve sul parquet: merito di un Jalen Brunson in gran forma in quest’ultima settimana e di un incontenibile Boban Marjanovic. Grazie al lungo serbo i Pelicans piazzano il 10-0 di parziale, con 11 punti e 7 rimbalzi raccolti in un amen dal gigante di Dallas. Quando nell'ultima parte di primo tempo tornano in campo i titolari, i Mavericks toccano anche le 11 lunghezze di vantaggio (15 punti di Doncic) - sempre a cavallo della doppia cifra di margine. A mettere lo zampino nel finale, neanche a dirlo, è il n°77 sloveno, che chiude all'intervallo lungo con 20 punti, 5 assist e 4 rimbalzi; il tutto senza forzare mai la giocata e dominando in maniera naturale la sfida. Dallas va così al riposo sul +12: 64-52, con coach Gentry che tiene a riposo Nicolò Melli per tutti e 24 i minuti.

Il racconto del secondo tempo

Mani fredde e tanti errori nei primi minuti della ripresa, che tuttavia non impediscono ai Mavericks di allungare e toccare anche i 18 punti di margine che costringono coach Gentry a chiamare subito timeout e fermare la fuga dei padroni di casa. Fermare il gioco però non cambia l'inerzia di una partita chiaramente dominata dai texani, che al ritorno in campo colpiscono dall'arco con i comprimari: bastano due triple in una serata complicata nel tiro dalla lunga distanza per toccare i 25 punti di margine a un quarto e mezzo dalla sirena finale. Una seria ipoteca sul risultato del match. Dieci minuti da dimenticare per i Pelicans, che non segnano mai contro l'ottima difesa dei Mavericks e non vanno oltre un misero 3/17 al tiro in apertura di secondo tempo. Per Doncic e compagni è un gioco da ragazzi allungare le mani sulla partita, volare sul +34 e chiudere i conti con un quarto d'ora scarso d'anticipo. Il n°77 sloveno a quel punto resta seduto a riposare e a farne le veci ci pensano le riserve che già avevano colpito nel primo tempo: il parziale del terzo quarto dice 40-14 in favore dei Mavericks. Gli ultimi 12 minuti sono soltanto una lunga agonia per New Orleans, che sprofonda sempre più nel punteggio - occasione ideale per svuotare la panchina e concedere anche qualche spezzone sul parquet a Nicolò Melli.