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Devonte' Graham, il tiratore degli Hornets che punta al premio di giocatore più migliorato

NBA

Contro Washington è arrivata la quinta partita in stagione da 29 o più punti firmata dal n°4 di Charlotte - tiratore micidiale dall'arco, ottimo passatore e miglior realizzatore degli Hornets nel post Kemba Walker. Un enorme passo in avanti dopo una stagione da rookie da 4 punti di media per un nome che inizia a circolare sempre più di frequente tra le franchigie NBA

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Contro Washington è stata soltanto l’ennesima conferma: Devonte’ Graham è diventato in meno di due mesi uno dei punti di riferimento degli Hornets, alla disperata ricerca di una nuova identità dopo la partenza di Kemba Walker in estate. Minuti, tiri e canestri lasciati dall’ex All-Star di Charlotte e occupati con grande naturalezza da Graham in questa regular season. È lui il miglior realizzatore della squadra: i suoi 29 punti eguagliano quanto fatto sia contro Brooklyn che con New York – terza miglior prestazione dopo quelle contro Golden State (ispirata con i piedi oltre l’arco) e il massimo in carriera da 35 punti messo a referto nella sfida vinta con i Pacers. Il lavoro estivo fatto sul tiro sta dando i suoi frutti, dicono i maligni, dopo un anno da rookie in cui in pochi si erano accorti della sua presenza sul parquet. Lo staff tecnico degli Hornets che lo segue da un anno e mezzo invece è di un altro avviso: non è stata una maturazione, quanto il diverso utilizzo garantito sul parquet ad aver fatto impennare la sua resa. Graham è passato da 14.7 a 33.7 minuti di media in campo, ancora più impressionante è l’incremento alla voce “punti segnati”: dai 4.7 punti del 2018-19 ai 19.2 di queste prime 26 partite in regular season. Una resa superiore a quelle di Terry Rozier (17.5), Miles Bridges (12.9), PJ Washington (12.2) e tutti gli altri. Il riferimento offensivo è lui, tiratore micidiale che sta viaggiando con una percentuale con i piedi oltre l’arco (42.1%) superiore a quella raccolta complessivamente dal campo (40.7%). Tanti tasselli che messi insieme portano a una sola conclusione: l’inevitabile candidatura al ruolo di giocatore più migliorato della stagione.

Dalla panchina al quintetto titolare, Charlotte non può fare a meno di lui

Contro Golden State ha vissuto forse la sua notte migliore, anche se diventa difficile fare una classifica in una stagione in crescendo: 33 punti a referto con 10 triple a segno, record di franchigia di Kemba Walker eguagliato e unico assieme a Harden nella storia NBA ad aver segnato così tanto dall’arco contro gli Warriors. “Voglio essere un professionista affidabile, soltanto quello: così stanno le cose. Sia che esca dalla panchina, che giochi titolare o che sia costretto a restare a guardare gli altri sul parquet fare del loro meglio. Come lo scorso anno, il mio atteggiamento non è cambiato: adesso che sono più produttivo in molti se ne stanno rendendo conto”. Una radicale modifica di attenzioni nei suoi confronti rispecchiata anche nell’atteggiamento delle difese: le squadre stanno cercando di contenerlo già lontano da canestro, prevendendo raddoppi su di lui e seguendo ogni suo movimento in giro per tutto il campo. “Al momento sta leggendo la difesa, dimostrando grande maturità nel capire come attaccare: se c’è spazio non esita a tirare, sul raddoppio fa sempre uscire il pallone con ottimi tempi di passaggio”, sottolinea coach Borrego, che si gode anche i suoi 7.7 assist di media – raccolti anche grazie al passaggio in quintetto. Senza di lui Charlotte segna 15 punti in meno su 100 possessi (da 109.5 a 94.7): un’emorragia di canestri che ha portato lo staff tecnico degli Hornets a cambiare programma dopo dieci partite giocate uscendo dalla panchina. Per spiegare la sua esplosione alcuni giornalisti NBA hanno rispolverato una vecchia formula che racconta molti fenomeni della pallacanestro: opportunità + convinzione nei propri mezzi. Dopo l’uguale, ma come in questa stagione, si può aggiungere il nome di Devonte’ Graham.