NBA, risultati della notte: Bucks e Gallinari ko, incantano Doncic e Jokic (47 punti)
San Antonio batte a sorpresa Milwaukee, Philadelphia supera OKC nonostante i 18 di Gallinari, tripla doppia ai 38 punti per Luka Doncic e massimo in carriera per Nikola Jokic nelle vittorie di Dallas e Denver. Successo in volata con polemica dei Jazz a New Orleans, sesta sconfitta in fila per Brooklyn. Di seguito il racconto e gli highlights della notte NBA
PHILADELPHIA 76ERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 120-113 | Tornano al successo i Sixers, reduci da 4 sconfitte in fila in trasferta che hanno in parte messo in discussione la resa di una squadra che deve ancora dimostrare di essere una contender. Una vittoria acciuffata grazie al 9-0 di parziale arrivato a tre minuti dalla sirena, decisivo per ricacciare indietro i Thunder - reduci da 5 vittorie consecutive e nel loro miglior momento di forma
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Alla sirena finale sono 18 punti, 9 rimbalzi e 8 assist per Joel Embiid, rimasto in campo nonostante l’anulare della mano sinistra subisca un colpo terribile nel primo quarto, assumendo una posizione totalmente innaturale (a rischio la presenza del n°21 dei Sixers nel prossimo match contro i Celtics). Miglior realizzatore per i Sixers è Josh Richardson a quota 23, doppia doppia da 17 punti e 15 rimbalzi (condita con 8 assist) per Ben Simmons
Danilo Gallinari chiude con 18 punti, 7 rimbalzi e tre triple a segno i suoi 29 minuti sul parquet del Wells Fargo Center. Il numero 8 azzurro sbaglia due dei 10 liberi che i Thunder non hanno saputo sfruttare in un match combattuto per oltre 45 minuti (21/31 complessivo a cronometro fermo). Steven Adams invece approfitta dei problemi alla mano di Embiid e chiude con 24 e 15 rimbalzi, a cui si aggiungono i 18 punti inutili di Chris Paul
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DALLAS MAVERICKS-CHICAGO BULLS 118-110 | Luka Doncic è ancora una volta decisivo nel successo casalingo dei Mavericks - stavolta contro i Bulls - fondamentale in una partita senza Kristaps Porzingis (la quarta in fila saltata dal lettone a causa di dolori al ginocchio) e più combattuta del previsto. Chicago però, in partita a lungo, ha dovuto alzare bandiera bianca contro il talento sloveno e subire così la sconfitta numero 15 in 16 gare stagionali contro squadre con un record di vittorie superiore al 50%
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Doncic chiude con 38 punti, 11 rimbalzi e 10 assist - 11^ tripla doppia della sua stagione, la nona con almeno 30 punti a referto. Sono 21 invece quelli realizzati dal numero 77 sloveno nel solo terzo quarto (seconda frazione da 20+ punti nella sua stagione da record), quando caricandosi i Mavs sulle spalle ha deciso di vincerla da solo. Ben 17 dei 19 punti di Dallas arrivati negli ultimi cinque minuti e mezzo di terzo quarto portano la sua firma: una tempesta perfetta, contro cui i Bulls non hanno trovato contromisure. L’ennesimo acuto in una stagione da MVP
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Chicago invece non va oltre i 26 punti e 9 rimbalzi di Lauri Markkanen e i 20 con 10/23 al tiro e nessuna tripla a bersaglio di Zach LaVine, costretti a incassare la quarta sconfitta in fila. A preoccupare i Bulls oltre al risultato sono anche le condizioni di Wendell Carter Jr., uscito a causa di un infortunio al ginocchio destro a inizio terzo quarto
SAN ANTONIO SPURS-MILWAUKEE BUCKS 126-104 | Vittoria d’orgoglio dei San Antonio Spurs che battono con merito i primi della classe, restituendo ai Bucks la sconfitta incassata soltanto 48 ore prima. Un successo figlio del tiro dalla lunga distanza: 19 triple a segno per i texani, nuovo massimo in stagione e chiave decisiva per mettere alle corde Milwaukee, sempre costretta a inseguire nell’ultima mezz’ora abbondante di gioco. Alla sirena finale sono 25 punti con 11/15 al tiro per DeMar DeRozan (anche lui a segno una volta dalla lunga distanza) e 17 a teta per Rudy Gay e LaMarcus Aldridge: l’ex Blazers è il simbolo di questa svolta offensiva dall’arco degli Spurs, autore di 16 canestri da tre punti nelle ultime 5 gare
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Ai Bucks invece non basta un Giannis Antetokounmpo (per una volta) meno efficace del solito: 24 punti con 22 tiri (0/5 dalla lunga distanza), 12 rimbalzi, 8 assist e 3 recuperi – di gran lunga il migliore in una squadra che fatica a fare canestro (40% dal campo, 33% dall’arco complessivo). Milwaukee ferma così a cinque la sua striscia di successi e nonostante questo riesce a superare ancora una volta quota 100 punti segnati – allungando a 62 la striscia da record, la migliore degli ultimi 30 anni in NBA
Resta a guardare invece Marco Belinelli, unico giocatore nella panchina degli Spurs a non mettere piede in campo, a conferma delle difficoltà che il n°18 azzurro sta incontrando in questa regular season. Non la prima volta che accade (il quarto DNP in questa prima parte di stagione), con coach Popovich che continua a cambiare rotazioni, alla ricerca della chimica giusta: contro Milwaukee le cose sono andate per il verso giusto, bisognerà capire se vorrà proseguire lungo questa direzione
ATLANTA HAWKS-DENVER NUGGETS 115-123 | Massimo in carriera per Nikola Jokic nel ritorno al successo dei Nuggets dopo il ko a sorpresa di Washington. Super prestazione del centro serbo, a cui si aggiungono i 28 punti con 12/20 al tiro e 8 rimbalzi di Will Barton e i 16 di un acciaccato Jamal Murray - canestri decisivi nel condannare i padroni di casa all’11esima sconfitta nelle ultime 13 gare
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Per Jokic sono 47 punti con 16/25 al tiro, 8 rimbalzi e 5 assist. Superato il suo precedente massimo in carriera da 41, fatto registrare contro Brooklyn ormai più di due anni fa (7 novembre 2017). Di gran lunga la miglior prestazione in stagione per il centro serbo - che si era fermato a quota 31 in questa regular season - uno dei tre lunghi della storia NBA in grado di terminare una gara con almeno 45 punti a referto e neanche una palla persa (Shaquille O’Neal nel 1994 e Moses Malone nel 1987 gli altri due)
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Agli Hawks invece non bastano i 29 punti chirurgici di Trae Young (che firma la giocata della notte con un palleggio spettacolare sotto le gambe): il numero 11 di Atlanta chiude con 8/12 dal campo, 4/5 dall’arco e ben 12 assist, buona parte dei quali utili ad armare la mano di Kevin Huerter (22 punti e 6/8 dall’arco). Più impreciso John Collins invece, terzo realizzatore di squadra a quota 17, ma con un modesto 6/15 dal campo
NEW ORLEANS PELICANS-UTAH JAZZ 126-128 | La partita più combattuta della notte la vincono gli Utah Jazz in trasferta, che approfittano di una super prestazione al tiro di Bojan Bogdanovic e anche di una controversa chiamata arbitrale negli ultimi istanti di gara per portarsi a casa il sesto successo in fila. L’ultimo possesso infatti fa arrabbiare non poco i Pelicans, che si affidano a Brandon Ingram e che, sulla penetrazione dell’ex Lakers a canestro, sono convinti di poter ottenere i due liberi del potenziale pareggio dopo l’intervento dubbio di Ruby Gobert. Gli arbitri però non sono dello stesso avviso, come spiegato a fine partita: “In diretta la giocata del giocatore dei Jazz ci è sembrata regolare, per quello quando siamo andati a rivedere al replay era solo per accertarci che il tempo fosse scaduto”
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Alla sirena finale sono 35 i punti di Bojan Bogdanovic, che chiude con 11/21 dal campo, tre triple e 10/10 ai liberi. L’ex giocatore dei Pacers però non aggiunge altro al suo boxscore: 0 rimbalzi, 0 assist, 0 stoppate, 0 recuperi. Solo ed esclusivamente canestri, il resto non conta: la seconda volta in carriera per lui a segnarne almeno 25 senza mettere a referto altro (il 28 marzo 2018 contro i Kings)
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Sono 35 anche i punti di Brandon Ingram, con 26 tentativi dal campo, 8 rimbalzi e 5 assist. Ennesima prestazione da All-Star al fianco di un solido Lonzo Ball, che chiude con 21 punti – quarta volta in fila oltre quota 20 – e del solito JJ Redick dal sicuro impatto 23 punti e +11 di plus/minus. Altra partita trascorsa totalmente in panchina per Nicolò Melli, vittima del continuo cambio di rotazioni a New Orleans e in attesa che l’esordio di Zion Williamson possa ridisegnare i Pelicans in maniera tale da lasciare spazio anche a lui sul parquet
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CHARLOTTE HORNETS-INDIANA PACERS 104-115 | Vittoria importante quella di Indiana sul campo di Charlotte perché arriva dopo due sconfitte consecutive per i Pacers, usciti ko contro Denver e Atlanta. Il protagonista della serata è TJ Warren, ma Domantas Sabonis si conferma una macchina da doppie doppie (i 18 punti e 12 rimbalzi, con anche 7 assist, sono la sua 28^ doppia doppia stagionale, al pari di LeBron James) e anche Jeremy Lamb chiude con 11 punti e 10 rimbalzi. Sono invece 50 i punti della coppia Terry Rozier (28)-Devonte Graham (22) ma non bastano a evitare il ko dopo due successi in fila
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Quando torna a casa, nel suo North Carolina (dove è nato e ha fatto il college, a NC State), TJ Warren dà sempre il meglio di sé: era già successo nella prima gara di questo campionato a Charlotte, chiusa con il suo massimo stagionale a quota 33 lo scorso 5 novembre, fa ancora meglio questa volta, segnando 30 dei suoi 36 punti nel secondo tempo e guidando Indiana al successo con un ottimo 15/24 al tiro. Decisivi i 13 punti di Warren nel parziale di 37-21 che spacca in due la gara nel terzo quarto.
WASHINGTON WIZARDS-BOSTON CELTICS 99-94 | Vincono ancora gli Wizards, che nonostante la lunghissima lista di assenze riescono a battere un’altra squadra ben più attrezzata come i Celtics – trascinati dal solito Ish Smith, diventato il volto e il simbolo degli ultimi successi dei capitolini. “M-V-P, M-V-P!”, cantano dagli spalti i tifosi di Washington mentre il n°14 in lunetta chiude i conti in una partita da 27 punti – 14 dei quali arrivati nel quarto periodo, con un filotto di 10 in fila e 5/5 dal campo che ha permesso agli Wizards di prendersi il 12° successo stagionale. Con Beal, Hachimura, Bryant, Bertans, Wagner, Wall e Miles assenti, ci pensa lui e Jordan McRea a battere gli acerrimi rivali di Boston
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Boston invece deve rinunciare per la terza gara in fila a Kemba Walker, non riuscendo però a portare a quattro la striscia di successi. Sono 23 punti per Jaylen Brown con tanti errori al tiro (7/22 complessivo), 17 per Jayson Tatum e 10+10 rimbalzi per Gordon Hayward. Una sconfitta per i Celtics dal sapore di occasione persa: i biancoverdi infatti restano secondi e non approfittano del passo farlo di Milwaukee per avvicinare la testa della Eastern Conference
ORLANDO MAGIC-BROOKLYN NETS 101-89 | Continua il momento di enorme difficoltà dei Brooklyn Nets, rimaneggiati nella rotazione a causa degli infortuni e privi di energie nel finale a Orlando. I newyorchesi incassano così la sesta sconfitta in fila, la settima nelle ultime otto e non vanno oltre i 16 punti a testa di Spencer Dinwiddie e Joe Harris. La speranza è che almeno Kyrie Irving recuperi dall’infortunio alla spalla, anche se visto l’andazzo potrebbe paradossalmente preferire restare a riposo e rimandare tutto alla prossima stagione
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Markelle Fultz è il migliore in campo in casa Magic con i suoi 25 punti, nuovo massimo in carriera, inclusi i sette all’interno del parziale da 15-1 nel quarto periodo che ha scavato la distanza decisiva tra le squadre. “Voglio vincere, non penso a tirare: questa volta ho avuto spazio e ne ho approfittato”, racconta da miglior realizzatore di una squadra con sette giocatori in doppia cifra (da sottolineare gli 11 punti e 24 rimbalzi per Nikola Vucevic)
SACRAMENTO KINGS-GOLDEN STATE WARRIORS 111-98 | De’Aaron Fox chiude con 21 punti e 7 assist, a cui si aggiungono i 21 di Buddy Hield e i 18 a testa per Harrison Barnes e Trevor Ariza (al suo massimo stagionale), nel comodo successo dei Kings contro i derelitti Warriors. Golden State parte tirando 0/17 dalla lunga distanza – a conferma di quanto siano lontani i tempi con Curry e Thompson sul parquet – e insegue così invano per oltre 40 minuti un avversario che non fa nulla di eccezionale per prendersi quello che è soltanto il secondo successo nelle ultime 11 partite
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Protagonista in casa Warriors è Steve Kerr, spazientito dalla scarsa mira dei suoi giocatori e allontanato dal parquet dopo una scenata tragicomica (chiaramente architettata) nei confronti degli arbitri e non solo: “Muovete quei ca**o di c**i”, scandito più volte in favore di telecamere. Ok Steve, ci vediamo alla prossima, sperando per tutti che il messaggio sia arrivato
IL VIDEO DELL'ESPULSIONE DI STEVE KERR CONTRO SACRAMENTO