
NBA, risultati della notte: LeBron e i Lakers battono Doncic anche senza AD, cade Miami
Prova di forza dei Lakers, che nonostante l'assenza di Anthony Davis vincono in maniera convincente a Dallas grazie ai 35 punti con 16 rimbalzi e 7 assist di LeBron James. Brooklyn batte Miami e torna al successo dopo 7 sconfitte in fila, Memphis si prende l’ottavo posto a Ovest superando San Antonio (Belinelli 2 minuti in campo). Sette punti per Melli nel successo di New Orleans a New York: tutti i risultati e gli highlights della notte

DALLAS MAVERICKS-LOS ANGELES LAKERS 114-129 | Tutto facile per i Lakers che, nonostante l’assenza dell’infortunato Anthony Davis, travolgono sin dalla palla a due i gialloviola e si prendono un successo mai realmente in discussione. Gli ospiti infatti volano sul +22 già nel primo tempo, guidati dal 45-27 di parziale con cui si apre la sfida. Merito del 53% al tiro di squadra, del 41.7% dall’arco e più in generale di una squadra che sa come far male ai Mavericks: bastano quattro giocatori in doppia cifra e una rotazione profonda e allungata per avere la meglio contro i texani
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Protagonista indiscusso del match è LeBron James, scatenato nei 32 minuti trascorsi sul parquet e autore di ben 35 punti, 16 rimbalzi, 7 assist con 14/25 al tiro, 3/6 dall’arco, oltre all’intenzione di voler mettere in chiaro che è ancora lui il padrone della NBA. Una prova di forza impressionante, con Kyle Kuzma (partito titolare al posto di Anthony Davis) unico in grado di stargli dietro con i suoi 26 punti e 6 rimbalzi. Basta e avanza ai gialloviola per prendersi il settimo successo in fila: una striscia di vittorie che ha fatto subito dimenticare le quattro sconfitte arrivate a ridosso del Natale
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Serata da ricordare per LeBron James anche per un altro motivo: il n°23 dei Lakers infatti ha raggiunto un altro storico traguardo, prendendosi il quarto posto all-time nella lista dei giocatori in grado di realizzare il maggior numero di canestri dal campo nella storia della NBA - superato anche Michael Jordan
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Una gara frustrante per Dallas e in particolare per Luka Doncic, esploso sul finire di primo tempo quando dopo l’ennesimo errore ha strappato la sua maglia per sfogare la rabbia (-24 di plus/minus nel primo tempo, il peggiore dei Mavericks). Alla sirena finale sono comunque 25 punti, 10 rimbalzi e 7 assist per lo sloveno, uno dei cinque giocatori in doppia cifra tra i texani, ancora costretti a rinunciare all’infortunato Kristaps Porzingis
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BROOKLYN NETS-MIAMI HEAT 117-113 | Torna al successo Brooklyn dopo 7 sconfitte in fila battendo in volata un avversario complicato come gli Heat. Miami resta avanti nel punteggio per oltre 30 minuti, prima di subire la parziale rimonta nel terzo quarto dei Nets e sbagliare un paio di tiri di troppo nel finale. L’ultimo decisivo è quello di Duncan Robinson, che a 5.7 secondi dalla sirena sbaglia la tripla del possibile sorpasso
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Miglior realizzatore per Brooklyn è Spencer Dinwiddie, autore di 26 punti e 14 assist - nuovo massimo in carriera. Sono 11 punti invece con 15 tentativi dal campo per Caris LeVert in uscita dalla panchina, a cui si aggiunge la 17esima doppia doppia stagionale di Jarrett Allen (11+11 con sei tiri totali)
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Non bastano a Miami i 33 punti di Jimmy Butler, 13 dei quali arrivati nel solo primo quarto in cui gli Heat tirano con il 65% dal campo di squadra. Oltre ai 12 canestri, per l’ex Sixers ci sono anche 9 rimbalzi a referto; tre in più di quelli raccolti da Bam Adebayo, che aggiunge anche 22 punti al suo tabellino. Il migliore in uscita dalla panchina è Goran Dragic che chiude con 17 punti e 5 assist
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MEMPHIS GRIZZLIES-SAN ANTONIO SPURS 134-121 | Memphis vince lo scontro diretto con gli Spurs e si prende l’ottavo posto a Ovest per una manciata di punti percentuali. Merito dei 24 punti di Jaren Jackson Jr., dei 22 di Ja Morant con 14 assist - massimo in NBA per il rookie dei Grizzlies - e più in generale del contributo di un gruppo giovane, pieno di talento, giunto con questa alla quarta vittoria in fila
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Continua invece la regular season in altalena degli Spurs, reduci da un importante successo a Boston e non in grado di sfruttare il massimo in stagione da 36 punti di DeMar DeRozan (a cui aggiunge anche 9 assist). Altra partita molto complicata invece per Marco Belinelli, che resta in campo soltanto due minuti, sbaglia una tripla e, come spesso accaduto in quest’ultimo mese, non riesce a incidere nel pochissimo tempo che gli viene concesso
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NEW YORK KNICKS-NEW ORLEANS PELICANS 111-123 | Niente Zion Williamson al Madison Square Garden, oggetto del desiderio dei Knicks e finito poi ai Pelicans grazie alle palline e al caso della lottery NBA. Esordio ancora una volta rimandato, ma non l’appuntamento con la vittoria, a cui New Orleans sta sempre più spesso rispondendo presente. Merito dei 28 punti di un Brandon Ingram formato All-Star, con 9 assist, 6 rimbalzi e ottime percentuali dal campo
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Partita positiva anche per Nicoló Melli, che chiude i suoi 14 minuti sul parquet con 7 punti a referto, 3/4 al tiro e un convincente +14 di plus/minus: la panchina di New Orleans finalmente riesce ad avere un impatto di qualità sulla gara, raccogliendo così il settimo successo nelle ultime nove partite giocate
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I Knicks invece non vanno oltre i 19 punti di Taj Gibson - massimo in stagione per l’ex Bulls, condito con 8 rimbalzi e un perfetto 8/8 dal campo in 26 minuti. Tutto il quintetto dei padroni di casa chiude in doppia cifra, ma lo sforzo dei titolari non basta a evitare la 29esima sconfitta stagionale su 39 gare totali

SACRAMENTO KINGS-MILWAUKEE BUCKS 106-127 | Neanche con un Giannis Antetokounmpo sottotono i Bucks riescono a perdere. L’MVP in carica chiude una serata sottotono con 13 punti (minimo stagionale), 10 rimbalzi e 5 assist, tirando 4/9 nei suoi 28 minuti in campo (peraltro con -8 di plus-minus) e commettendo tre dei suoi quattro falli nel primo tempo. È l’undicesima volta in questa stagione (nonché la settima nelle ultime 11 gare) che Antetokounmpo non guida i Bucks nel punteggio. A compensare la sua brutta prestazione ci pensano infatti i 27 punti con 11 rimbalzi di Khris Middleton (9/12 al tiro, 8/11 ai liberi) e i 24 di Eric Bledsoe, che bastano e avanzano insieme ai 18 di Donte DiVincenzo (massimo in stagione) e la doppia doppia da 11+12 di Sterling Brown
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Ai Kings non è servito un quintetto tutto in doppia cifra guidato dai 19+9+10 di De’Aaron Fox e i 19 di Harrison Barnes, uscito dal campo per infortunio e rientrato immediatamente negli spogliatoi. I padroni di casa erano avanti nel punteggio nel terzo quarto dopo aver chiuso il primo già sotto di 16 lunghezze, ma un parziale di 20-3 degli ospiti con Antetokounmpo in panchina li ha ricacciati sotto di 14 lunghezze, perdendo la settima partita consecutiva contro i Bucks

L.A. CLIPPERS-GOLDEN STATE WARRIORS 109-100 | I Clippers giocano male per tre quarti, cominciano la frazione finale sotto di 10 lunghezze contro la peggiore squadra della Western Conference e poi si svegliano nella frazione finale, realizzando un parziale di 21-6 per portare a casa la vittoria. La scintilla, come sempre, arriva dai 21 punti di Lou Williams e dagli 11 di Montrezl Harrell (7 nel solo ultimo quarto), sopperendo all’assenza di Paul George ancora alle prese con problemi al bicipite femorale
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Il grande protagonista della gara è però Kawhi Leonard, che di punti ne mette a segno 36 (miglior prestazione dai 35 di Natale contro i Lakers) con 14/25 al tiro, 2/7 dalla lunga distanza e 6/8 ai liberi a cui aggiunge anche 9 rimbalzi, 5 assist, 3 recuperi e una stoppata con +15 di plus-minusi in 37 minuti di gioco. Una prova da MVP che ai Clippers è servita per conquistare il secondo successo in fila contro Golden State: non succedeva dal 2011
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Certo, questi Warriors sono ben diversi rispetto a quelli che abbiamo conosciuto nel decennio appena concluso. A guidare la squadra di Steve Kerr sono i 17 punti a testa di Glenn Robinson III e Omari Spellman (alla sua prima partenza in quintetto per Golden State) seguiti dai 16 di Alec Burks, ma non abbastanza per evitare la settima sconfitta in fila nonostante una prova di grande orgoglio sul campo di una contender

PHOENIX SUNS-ORLANDO MAGIC 98-94 | Ai Suns serviva una vittoria e una vittoria è arrivata, seppur in una partita tutt’altro che bella. Dopo essere riusciti a tenere Orlando a soli 94 punti con il 38% al tiro (migliori dati stagionali per la difesa di Phoenix), è stato Devin Booker a decidere la partita con due triple consecutive nell’ultimo minuto di gioco, chiudendo con 24 punti (ne aveva segnati solo 2 nella ripresa dopo quei 6 in fila) seguito dai 22 di Kelly Oubre, i 13 dalla panchina di Deandre Ayton e gli 11+10 assist di Ricky Rubio, autore di un recupero cruciale contro Nikola Vucevic
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Una giocata fortemente contestata da coach Clifford, che riteneva che il suo centro avesse subito fallo per ben due volte in post contro Booker senza che gli arbitri lo ravvisassero. Per gli ospiti ci sono quattro giocatori in doppia cifra guidati dai 28 punti di Evan Fournier, sopperendo alle assenze in ala di Isaac e Gordon con le partenze in quintetto di Wed Iwundu e Khem Birch

UTAH JAZZ-CHARLOTTE HORNETS 109-92 | Ottava vittoria consecutiva e 13^ nelle ultime 14 per gli Utah Jazz, che non hanno davvero nessun problema a controllare l’attacco di Charlotte. Nel solo primo quarto hanno forzato sette palle perse raccogliendo 14 dei loro primi 19 punti da questi errori, chiudendo la prima frazione sul +16 senza voltarsi più indietro per il resto della gara. Basti pensare che Donovan Mitchell ha chiuso con soli 4 punti a referto con 2/9 al tiro: a guidare la squadra ci hanno pensato i 20 di Jordan Clarkson e altri cinque compagni in doppia cifra (Gobert 15+13 con 5 stoppate)
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In casa Hornets invece si confermano le difficoltà offensive di una squadra che non va oltre i 13 punti nel primo quarto e che a fatica supera i 90 alla sirena finale: davvero troppo poco per impensierire una squadra da playoff come i Jazz, con Terry Rozier che ne segna 23 e davvero poco altro attorno a lui. Devonte’ Graham è il simbolo delle difficoltà di Charlotte, che chiude la gara con 4 punti, 2/9 dal campo e nessuna tripla a segno. Cifre identiche a quelle di Mitchell, ma dal senso profondamente diverso

CHICAGO BULLS-INDIANA PACERS 105-116 | Massimi in stagione per Myles Turner, che a Chicago (e senza Domantas Sabonis al fianco) gioca la miglior partita della sua regular season chiudendo con 27 punti e 14 rimbalzi. Canestri fondamentali per conservare un paio di possessi di vantaggio dopo che i Bulls si erano rifatti sotto prepotentemente dal -16. Tre i giocatori degli ospiti in doppia cifra in uscita dalla panchina, guidati dai 19 di Aaron Holiday; il modo migliore per non far rimpiangere le assenze di Brogdon e Oladipo e continuare a vincere
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Chicago si affida invano invece a uno Zach LaVine in versione All-Star in una partita da 43 punti (20 dei quali arrivati in fila, senza che altri giocatori dei Bulls riuscissero a trovare il fondo della retina), 8/13 dall’arco e un 14/23 dal campo condito con 6 rimbalzi. L’unico a stargli dietro in parte è Coby White, autore di 23 punti in uscita dalla panchina che non bastano a Chicago a evitare la sesta sconfitta in fila
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WASHINGTON WIZARDS-ATLANTA HAWKS 111-101 | Vincono ancora gli Washington Wizards, trascinati come accaduto più volte nelle ultime settimane dalle seconde linee: Jordan McRae gioca da superstar, si prende ben 26 tiri (10 dei quali convertiti) e chiude con 29 punti a referto conditi da 8 rimbalzi – massimo in carriera. Doppia doppia in uscita dalla panchina per Troy Brown da 18 e 10 rimbalzi e successo numero 13 in stagione per i capitolini; ben cinque in più degli Hawks che sprofondano sempre più in basso
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Atlanta infatti incassa la terza sconfitta in fila, la quarta nelle ultime cinque, la n°14 nelle ultime 16 giocate. Un vero e proprio tracollo che ha portato gli Hawks a occupare l’ultimo posto in classifica della Eastern Conference, nonostante Trae Young viaggi a oltre 29 punti di media: contro Washington però funziona la difesa degli Wizards, che lo limita a soli 19 con 7/20 al tiro e nessun canestro da lontano nonostante i 7 tentativi. Davvero una serata da dimenticare per la squadra della Georgia