Nella serata dedicata alla memoria di Kobe Bryant, Damian Lillard ha dominato contro i Los Angeles Lakers con 48 punti, 9 rimbalzi e 10 assist, proseguendo quello che lui stesso definisce come il miglior momento della sua carriera. "Ma non penso che nessuno possa uscire da qui sentendo di aver vinto, viste le circostanze" ha ammesso dopo la gara
Damian Lillard è on fire. Dopo aver realizzato la prima tripla doppia in carriera contro Houston, l’All-Star dei Portland Trail Blazers ha proseguito il suo momento magico anche a Los Angeles, prendendo il possesso della sfida contro i Lakers segnando 23 punti nel solo terzo quarto, chiudendo poi con 48 punti, 9 rimbalzi e 10 assist. Una prestazione dominante come testimoniano anche le percentuali eccezionali (17/30 dal campo, 7/12 da tre di cui 6/7 nel terzo quarto) e l’incapacità dei gialloviola di opporsi alla completezza del suo gioco, specialmente ora che sembra davvero inarrestabile. Nelle ultime cinque partite, infatti, Lillard sta viaggiando a 48.4 punti, 8.2 rimbalzi e 9.8 assist di media, con il 54% dal campo su quasi 28 tiri e il 56% da tre punti su oltre 14 tentativi, oltre al 91% ai liberi su 11.4 tentati a gara. Una striscia impressionante, che lui stesso ha definito come “la migliore della mia carriera”, anche se nel post-partita c’era comprensibilmente poca voglia di parlare del suo periodo di forma. “Non penso che nessuno possa uscire da qui sentendo vi aver vinto qualcosa, date le circostanze” ha detto alla stampa dopo la partita. “I ricordi che ci porteremo dietro di questo momento sono solo tristi. È stato molto difficile. È un bene che abbiamo potuto competere, perciò essere dalla parte vincente è positivo, ma non penso che nessuno possa sentirsi vincitore in una serata come questa”.
Le parole di Lillard e quel tweet di Kobe del 2013
Lillard insieme ai suoi compagni ha assistito in silenzio durante la celebrazione e il ricordo di Kobe allo Staples Center, con l’unica assenza di Carmelo Anthony che ha preferito saltare la partita perché ancora in difficoltà ad affrontare il lutto della morte di Bryant. “È stata dura dal punto di vista emotivo, ma per lui ne vale la pena” ha aggiunto. “Era semplicemente giusto tributargli questo tipo di amore, rispetto e onore nella prima partita dopo l’incidente. Rispetto a ciò che sta affrontando la sua famiglia e i suoi amici, giocare una partita di pallacanestro è poca cosa. È quello che facciamo nelle nostre vite. Essendo lui uno dei più duri agonisti di sempre, era giusto mostrargli il nostro rispetto e poi onorarlo competendo ad alto livello. Ed entrambe le squadre lo hanno fatto. La quantità di rispetto che si è lasciato alle spalle è semplicemente incredibile”. Un rispetto che lo stesso Bryant aveva per lui, come dimostra un tweet del 2013 in cui scriveva: “Lillard è uno vero”. Lo è stato anche nella notte a lui dedicata, esattamente come avrebbe voluto Kobe.