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NBA, lo sfogo di Chris Bosh: “Deluso per l’esclusione dalla Hall of Fame”

NBA

Il due volte campione NBA con Miami, 11 volte All-Star e uno dei simboli dei Raptors non è tra i finalisti che il prossimo agosto verranno introdotti nella Hall of Fame di Springfield: “Non accetto la sconfitta, sono triste per questo. E se non ci fosse una prossima volta in cui conquistare questo traguardo?”

Chris Bosh ha deciso di non nascondere la sua frustrazione riguardo l’esclusione dalla lista di finalisti che accederanno alla Hall of Fame nei prossimi mesi. L’ex giocatore di Raptors e Heat - con cui ha vinto due titoli NBA nel 2012 e 2013 - ha postato un video sui social di oltre 5 minuti, in cui tra un sorriso forzato e qualche smorfia ha ripetuto più volte di essere dispiaciuto, deluso, abbattuto a causa della sua esclusione. La lista di finalisti raccoglie un gruppo di campioni di enorme talento: da Kobe Bryant a Kevin Garnett, passando per Tim Duncan; questi sono i nomi dei giocatori che il prossimo 4 aprile verranno ufficialmente nominati (durante le Final Four NCAA) prima della cerimonia del prossimo 29 agosto. “Non possono che essere onesto con voi: sono un competitore, ho combattuto per tutta la mia vita. In tanti non conoscono la mia storia, ma è difficile trovare un lottatore più convinto di me. Perdere mi devasta, come arrivare a un passo da traguardo. È sempre stato così, da quando sono sceso sul parquet per la prima volta. Per questo proverò a lasciarmi alle spalle questa storia e per questo non posso che dire: sono deluso”.

Una carriera finita in anticipo: “Se solo potessi, farei la differenza ancora oggi”

Bosh è uno dei 13 giocatori nella storia NBA ad aver chiuso la sua carriera con almeno 19.2 punti e 8.5 rimbalzi, in una cavalcata da 11 selezioni per l’All-Star Game. Gli altri 12 che ci sono riusciti prima di lui sono tutti diventati Hall of Famer. “Una delle cose che la gente continua a ripetermi in queste ore è: “Non preoccuparti, ci sarà spazio il prossimo anno”. E se non ci fosse l’opportunità di godersi un prossimo anno? È un pensiero che mi rimbalza in testa ogni giorno. Bisogna ragionare sempre su queste cose: e se non ci fosse un domani? Che cosa potrebbe significare questa esclusione? È una domanda a cui non ho trovato risposta, un’altra delle cose che mi rattristano molto”. Uno sfogo a cui ha fatto seguito anche il rammarico per il finale “anticipato” della sua carriera, a causa di un problema di coaguli di sangue nei polmoni che lo ha costretto al ritiro “forzato” nell’estate 2016. Oggi a 36 anni, a detta sua, sarebbe ancora in grado di dare il suo contributo in campo: “Sono dispiaciuto anche di non essere riuscito a completare la mia carriera, ancora oggi potrei dire la mia sul parquet. Era uno dei miei obiettivi, ma le cose non hanno funzionato come speravo. Non mi sarei voluto ritrovare in questa situazione e adesso devo convivere forzatamente con essa. Entrare nella Hall of Fame con una compagnia così blasonata, con colleghi così importanti e ritrovarsi invece fuori dalla lista dei “qualificati”. Sapete cosa significa dopo anni di sacrifici? È molto triste”.