5/30: focus su Matisse Thybulle, il jolly difensivo dei Philadelphia 76ers
FOCUS NBAUn giocatore per squadra, 30 nomi che — per un motivo o per l'altro — si sono messi in luce durante quest'anno o sono sempre più centrali per il successo delle proprie squadre, meritandosi un approfondimento sulla loro stagione. Come Matisse Thybulle, l’esterno che cambia le prospettive difensive dei Philadelphia 76ers
In questo periodo di sospensione della regular season, è probabile che il volto sorridente di Matisse Thybulle sia spuntato sulle vostre timeline dei social. D’altronde i suoi video su TikTok sono diventati un must assoluto, tra palleggi in giro per il suo appartamento, giochi con la pallina e l’ultimo — strepitoso — in cui fa finta che il suo aspiratore di casa sia il suo compagno domestico. Il divertimento sui social di un ragazzo che ha appena compiuto 23 anni, però, non deve far dimenticare che il rookie di Philadelphia è un pezzo importante degli ambiziosi 76ers, forse più di quello che ci si dovrebbe aspettare da un giocatore al primo anno. Perché Thybulle specialmente nei primi mesi di stagione ha fatto vedere di poter diventare un giocatore di alto livello quantomeno nella metà campo difensiva, dove fin dai tempi del college si è segnalato come uno degli esterni più produttivi. I suoi numeri per recuperi e stoppate, infatti, sono tra i migliori nel ruolo di ala nell’intera NBA e lo hanno fatto già diventare un beniamino tra i calorosi tifosi dei Sixers, che sperano di aver trovato in lui un complemento a lungo termine per Ben Simmons e Joel Embiid.
La difesa spettacolare di Matisse Thybulle
Non sono in tanti i giocatori che riescono a rendere entusiasmante la fase difensiva, dove per avere successo in NBA bisogna essere quasi “noiosi” nell’applicazione costante, continuativa e concentrata degli schemi e dei principi della squadra. Thybulle è il contrario: un vortice di braccia e gambe che riesce a coprire porzioni gigantesche di campo, sempre pronto a mettere le mani sulle linee di passaggio e a ruotare dal lato debole per stoppate e deviazioni che accendono il pubblico del Wells Fargo Center. Per un tiratore o un esterno in generale, trovarselo davanti può rivelarsi un incubo: anche quando sembra battuto, è talmente lungo (213 centimetri di apertura di braccia su un corpo di 1.95) e rapido che riesce a recuperare in una frazione di secondo, sbucando dal nulla e contestando tiri a cui non dovrebbe poter arrivare. Nei primi mesi di stagione, poi, aveva mostrato dei lampi di ottima difesa anche sulla palla, rimanendo davanti ai propri avversari con le braccia alte per non incorrere in falli e sfruttando la sua capacità irreale di saltare in un lampo per deviare i tiri lasciati partire davanti a lui, raccogliendo così stoppate su stoppate. Non è un caso se i Sixers vanno meglio difensivamente con lui in campo (103.6 di rating difensivo, solo Joel Embiid meglio di lui tra i membri della rotazione) rispetto a quando riposa (107.3). Nei due mesi di novembre e dicembre, poi, si è guadagnato sempre più minuti grazie a eccellenti percentuali nel tiro perimetrale, tirando con il 52% da tre punti seppur su un volume piuttosto ridotto (poco più di 4 tiri parametrati sui 36 minuti). Dopo un infortunio che lo ha tenuto fermo per sette partite a cavallo di dicembre e gennaio, però, Thybulle sembra essersi fermato — stampandosi su quello che in gergo viene chiamato “Rookie Wall”.
Limiti e difetti della seconda metà di stagione
Lo stile di gioco di Thybulle è estremamente dispendioso e molto spesso spericolato, travalicando anche il limite dell’incoscienza e dell’avventatezza. Difetti che coach Brett Brown sta cercando il più possibile di togliere al suo rookie, per quanto preferisca errori per troppa aggressività piuttosto che averlo passivo in campo. Il rookie è convinto che è solo agendo per primo che si possono avere chance di recuperare il pallone, “perché se reagisci, il 90% delle volte sei già in ritardo per poterci fare qualcosa”. Negli ultimi mesi del 2020 prima della sospensione l’efficacia del prodotto di Washington era andata in calando, un po’ perché gli avversari avevano cominciato a conoscerlo, e un po’ per il classico “rookie wall” che arriva quando si giocano troppe partite. In attacco, ad esempio, la sua percentuale è crollata al 24.7%, rendendo sempre più difficile tenerlo in campo in una squadra che ha già un non-tiratore come Ben Simmons.
Ma è anche in difesa che il suo contributo è calato: non ruba più e non stoppa più come prima, i suoi azzardi difensivi sempre più spesso mettono in difficoltà i compagni quando non vanno a buon fine, sembra più in confusione quando deve cambiare marcatura o quando deve rimanere attaccato ai tiratori, stampandosi maggiormente sui blocchi. Difetti che sarebbero stati comprensibili se commessi a inizio stagione invece che nella seconda metà, invertendo la naturale progressione che un giocatore abituato a giocare a zona dovrebbe incontrare nella transizione a una difesa a uomo. Anche quando deve marcare il pallone, poi, Thybulle ha mostrato il difetto principale su cui dovrà lavorare nei prossimi anni, ovverosia la mancanza di forza fisica — perché per i migliori attaccanti avversari è ancora piuttosto semplice spostarlo con il corpo e fargli pagare i soli 90 chili di peso. Le grandi aspettative che ci sono su questa stagione dei Sixers e le difficoltà al tiro da fuori gli hanno fatto perdere minuti e fiducia da parte di Brett Brown, anche perché dal mercato sono arrivate due opzioni di maggiore esperienza come Alec Burks e Glenn Robinson III, ma il futuro rimane dalla parte di Thybulle — che ha le carte in regola per diventare sempre più importante nelle gerarchie dei Philadelphia 76ers.