a cura di: Mauro Bevacqua, Stefano Salerno, Dario Vismara
Con la stagione in pausa, è il momento perfetto per puntare la lente di ingrandimento su 30 giocatori - uno per ogni squadra - che si sono messi particolarmente in luce in questa stagione o le cui prestazioni sono centrali per le ambizioni delle rispettive franchigie. Qui trovato l'elenco completo
1/30 | DEVONTE’ GRAHAM, CHARLOTTE HORNETS | “Le ottime percentuali al tiro e la capacità di mettere punti a tabellone in maniera anche efficace (in ricezione-arresto-e-tiro produce 1.182 punti per possesso, il 16° miglior dato di tutta la lega) non devono far passare in secondo piano il fatto che Borrego ha chiesto a Graham di iniziare lui palla in mano la gran parte dei possessi offensivi di Charlotte per permettere a Terry Rozier di agire maggiormente off-ball, lontano dalla stessa” [...]
2/30 | LONZO BALL, NEW ORLEANS PELICANS | “Per capire appieno l’impatto di Ball sulla sua squadra occorre partire da una considerazione: non è la sua produzione offensiva (leggasi: i punti segnati ogni sera) l’indicatore da tenere maggiormente in conto, soprattutto in una squadra che può già contare su Zion Williamson, Brandon Ingram e Jrue Holiday, tutti capaci — lo dicono le cifre — di viaggiare volendo a 20 punti di media. La centralità di Ball, almeno nella metà campo offensiva, nasce proprio dalla sua capacità di far funzionare un attacco con tre giocatori del genere ed è il passaggio (non l’assist, il passaggio) il fondamentale principale per analizzare il gioco di Ball” [...]
3/30 | BRANDON CLARKE, MEMPHIS GRIZZLIES | “Con Ja Morant principale candidato al premio di rookie dell’anno e un Jaren Jackson Jr. che sta confermando quanto di buono fatto già nella passata stagione, l’impatto di Brandon Clarke è diventato il coefficiente necessario che mancava ai Grizzlies per risolvere l’equazione in una lega in cui nell’ultimo decennio per vincere c’è sempre stato bisogno di un trio di primo livello. Clarke è proprio quello di cui avevano bisogno” [...]
4/30 | COBY WHITE, CHICAGO BULLS | "La notte del Draft 2019, era pressoché impossibile non notare Coby White. Sarà stato per la capigliatura decisamente particolare, per il modo buffo in cui il cappellino dei Chicago Bulls provava a rimanergli in testa, o molto più probabilmente per il video virale della sua reazione alla chiamata di Cameron Johnson in Lottery — quel “Wow, bro!” diventato immediatamente iconico" [...]
5/30 | MATISSE THYBULLE, PHILADELPHIA 76ERS | "In questo periodo di sospensione della regular season, è probabile che il volto sorridente di Matisse Thybulle sia spuntato sulle vostre timeline dei social. D’altronde i suoi video su TikTok sono diventati un must assoluto, tra palleggi in giro per il suo appartamento, giochi con la pallina e l’ultimo — strepitoso — in cui fa finta che il suo aspiratore di casa sia il suo compagno domestico. Il divertimento sui social di un ragazzo che ha appena compiuto 23 anni, però, non deve far dimenticare che il rookie di Philadelphia è un pezzo importante degli ambiziosi 76ers, forse più di quello che ci si dovrebbe aspettare da un giocatore al primo anno" [...]
6/30 | BAM ADEBAYO, MIAMI HEAT | "Circolano ormai da mesi tanti aneddoti per descrivere Bam Adebayo. Quando le cose iniziano ad andare bene, quando il tuo volto spesso coincide con quello del miglior giocatore della franchigia, magicamente chi ti circonda ricorda i tempi andati e quanto fossi bravo, forte e bello anche prima di diventare un All-Star. Nel caso del n°13 di Miami però la densità di storie, la coincidenza di alcuni dettagli e la serietà dei testimoni fa sì che" [...]
7/30 | MIKE CONLEY, UTAH JAZZ | "La scorsa estate, quando gli Utah Jazz hanno concluso lo scambio che ha portato Mike Conley a Salt Lake City, l’analisi è stata pressoché unanime: un grande colpo, uno dei migliori del mercato, nonché il giocatore necessario per fare il salto di qualità e competere davvero per il titolo. Unito alla firma di Bojan Bogdanovic, i Jazz sembravano aver preso due giocatori perfetti per migliorare gli atavici difetti di creazione offensiva senza però compromettere" [...]
8/30 | DERRICK ROSE, DETROIT PISTONS | "No, Derrick Rose non è ovviamente più il giocatore che nel 2011 è diventato il più giovane di sempre a vincere il premio di MVP NBA: d’altronde, chi sarebbe in grado di mantenere lo stesso rendimento a quasi un decennio di distanza? Eppure sì, Derrick Rose è — per certi versi — un giocatore oggi perfino migliore di quello visto al suo apice in maglia Chicago Bulls"
9/30 | MARCUS SMART, BOSTON CELTICS | "Per i semplici parziali: in 53 partite di regular season Smart ha già realizzato due triple in più (128 in totale) rispetto a quanto fatto nelle 80 gare della scorsa stagione [...] A Boston serviva soltanto che Smart iniziasse a rappresentare una minaccia (e non un deficit) in attacco. Al resto infatti riesce a contribuire con il suo grande impatto difensivo, di energia e di coinvolgimento in un gruppo che ha ritrovato l’anima [...]
10/30 | DEANDRE AYTON, PHOENIX SUNS | "Chissà come deve essersi sentito Deandre Ayton nel corso di questa stagione. Mentre due suoi compagni di Draft come Luka Doncic e Trae Young incantavano la NBA fino a conquistarsi un posto all’All-Star Game, la seconda stagione del centro bahamense dei Phoenix Suns è stata tutt’altro che soddisfacente. E non solamente per la sospensione di 25 partite che ha inevitabilmente segnato la sua annata" [...]
11/30 | VICTOR OLADIPO, INDIANA PACERS | "Oladipo si è anche dovuto inserire in un contesto tecnico-tattico che aveva trovato i suoi equilibri vincenti senza di lui, a partite dall’ascesa di Domantas Sabonis come All-Star della squadra ma anche quella di Malcolm Brogdon come guida tecnica (quando gli infortuni non hanno colpito anche lui) e TJ Warren come realizzatore principale sul perimetro [...]
12/30 | DEJOUNTE MURRAY, SAN ANTONIO SPURS | "Eppure sembra mancare ancora qualcosa quando si guarda alla stagione degli Spurs (vicini a interrompere la loro striscia record di 22 apparizione consecutive ai playoff) e per alcuni osservatori quel qualcosa — con DeMar DeRozan e LaMarcus Aldridge sostanzialmente in linea con quanto da loro sempre prodotto in Texas — ha direttamente a che vedere con la mancata esplosione del talento di Seattle" [...]
13/30 | P.J. TUCKER, HOUSTON ROCKETS | "A mali estremi, estremi rimedi. A Mike D’Antoni, ormai da decenni nel mondo NBA, il coraggio non è mai mancato, ma mai aveva portato la sua idea di pallacanestro così in là. Ben oltre il limite del consentito, rendendo estremo il concetto di small-ball negli ultimi 40 giorni di regular season prima dello stop forzato dovuto al coronavirus. Il 1 febbraio scorso i Rockets avevano fatto notizia: nessuno degli 8 giocatori schierati contro i Dallas Mavericks superava i 2 metri di altezza." [...]
14/30 | CARMELO ANTHONY, PORTLAND TRAIL BLAZERS | "E quindi, Carmelo Anthony? E quindi Carmelo Anthony niente. In medio stat virtus, si dice spesso, e se può sembrare assurdo ritrovarsi ad applicare una frase del genere a uno dei giocatori più tecnicamente polarizzanti di tutta la NBA — c’è chi lo ama, c’è chi lo odia — la valutazione più onesta sull’impatto di Carmelo Anthony ai Blazers è questa: non ha salvato la loro stagione, non li ha neppure affossati." [...]
15/30 | BUDDY HIELD, SACRAMENTO KINGS | "Il tiro dalla lunga distanza resta a prescindere il suo marchio di fabbrica, la ragione per cui avrà sempre un posto in squadra e un contratto milionario da poter firmare: le triple segnate in questa stagione sono 244 in 64 partite, secondo in tutta la lega alle spalle del solo James Harden - che per metterne a referto 271 però ha dovuto tentare ben 151 conclusioni in più di lui. Hield invece viaggia con il 39.5% complessivo in stagione, dato in crescita se si considerano le ultime 15 partitegiocate in uscita dalla panchina: un 46.9% su 8.5 tentativi che ben racconta come il vincitore della gara da tre punti dell’All-Star Weekend di Chicago non abbia perso ritmo entrando sul parquet a gara in corso
16/30 | KYLE KUZMA, LOS ANGELES LAKERS | "Kuzma è abbastanza talentuoso da essere ritenuto la terza miglior opzione offensiva della squadra, ma contemporaneamente deve limitarsi a un ruolo di supporto alle due stelle vedendo drasticamente calare i suoi tocchi e le sue opportunità di segnare. Oltretutto, a Kuzma è stato chiesto di crescere enormemente come difensore, spesso ritrovandosi a dover marcare anche la prima opzione offensiva degli avversari nei ruoli di ala visto che AD era impegnato a proteggere il canestro e LeBron a 35 anni non può essere anche uno “stopper” difensivo su 48 minuti di partita. Insomma, a Kuzma è stato chiesto da un anno all’altro di diventare un giocatore capace di giocare un basket vincente in una squadra che punta al titolo
17/30 | BRADLEY BEAL, WASHINGTON WIZARDS | "Per proprietà di fondamentali, pulizia del suo tiro ed eleganza sul parquet ricorda un campione come Ray Allen: il jumper di Beal è da manuale, la sua struttura fisica ne fa un giocatore atletico ma allo stesso tempo “smooth”, leggero, fluido, morbido in ogni suo movimento. Non solo — come detto — oggi è il secondo miglior marcatore NBA ma degli 11 giocatori chiamati quest’anno a gestire almeno 1.500 possessi Beal è l’attaccante che fa registrare il quinto miglior dato per efficienza offensiva (1.032 punti per possesso): “Trova sempre un modo di far canestro — dice di lui il suo allenatore Scott Brooks — ma trova sempre anche un modo per trovare il suo compagno libero”. E di fatti Beal, oltre i 6 assist di media, è anche il miglior passatore degli Wizards"
18/30 | D'ANGELO RUSSELL, MINNESOTA TIMBERWOLVES | "Draft 2015: prima scelta assoluta Karl-Anthony Towns ai T’Wolves, la seconda D’Angelo Russell ai Lakers. Una coppia unita dal destino in quella serata fondamentale nella carriera di entrambi, un’amicizia e un legame nati (anche grazie a quello) nei mesi precedenti. Due talenti assoluti, giovani e ambiziosi che al posto di “farsi la guerra” hanno sin da subito riconosciuto nell’altro capacità e doti che vanno ben oltre quelle mostrate sul parquet"
19/30 | RJ BARRETT, NEW YORK KNICKS | "'R.J. Barrett, il miglior prospetto dai tempi di LeBron James'. Una condanna, un fardello e in parte anche una maledizione caduta sulle spalle del talento dei Knicks, finito sulla copertina di SLAM nell’ottobre del 2018 - privilegio concesso solo ai più grandi - e da tutti indicato come la futura numero 1 al Draft; un’annotazione presente anche a fianco alla sua foto in maglia Duke in prima pagina, quasi fosse un presagio nefasto. In quel momento Barrett doveva ancora fare il suo esordio al college, oltre che scoprire che proprio al suo fianco e nel suo stesso spogliatoio stava crescendo un fiore ben più rigoglioso di lui: Zion Williamson"
20/30 | COLLIN SEXTON, CLEVELAND CAVALIERS | "...capace di muoversi tranquillamente nelle posizioni di 1 o di 2, a seconda del lineup schierato dai Cavs. Sta imparando a passare di più e meglio la palla (3 assist di media a sera per lui, ma 4.1 a febbraio e 4.6 nelle cinque gare di marzo) e segnare non è mai stato un problema. Hanno iniziato ad accorgersene anche in giro per la lega quando il 10 novembre scorso ne ha messi 31 a domicilio contro i New York Knicks, diventando il giocatore più giovane di sempre (!) a collezionare un trentello al Madison Squadre Garden [...]
21/30 | KRISTAPS PORZINGIS, DALLAS MAVERICKS | "La presenza del lettone è un pericolo costante di lob per qualsiasi difesa, mentre in caso di blocco sulla palla diventa complicato pensare di contenere il pick&pop dell’ex Knicks. Uno dei tanti ingranaggi ben oleati dalle scorribande dal palleggio del n°77 sloveno, che rendono Dallas uno dei migliori attacchi NBA e una delle squadre da tenere d'occhio nel medio-lungo periodo. Secondo alcuni commentatori, le ultime prestazioni di Doncic e Porzingis rappresentano l'epitome del basket moderno: il mix perfetto, bastava soltanto aspettare che trovassero entrambi la forma migliore
22/30 | PASCAL SIAKAM, TORONTO RAPTORS | "Sin dal training camp Nick Nurse aveva annunciato che questa regular season sarebbe servita per far sentire sempre più a suo agio Siakam con il pallone tra le mani nei momenti decisivi delle partite. Per questo ha creato per lui delle situazioni offensive ad hoc, ad esempio quella che lo vede giocare a due con Kyle Lowry come bloccante — invertendo la normale dinamica di un pick and roll guardia-lungo per forzare un cambio difensivo o costringere la difesa a ruotare, aprendo spazio per i tiratori. In generale funziona" [...]
23/30 | CARIS LEVERT, BROOKLYN NETS | "A febbraio viaggia sopra i 21 di media e oltre il 40% dall’arco, dopo l’All-Star break ne segna 24.1 a sera ed è uno dei tre giocatori a Est (Giannis Antetokounmpo e Kyle Lowry gli altri due) con medie superiori ai 20+5+5, per non parlare delle ultime cinque gare disputate prima dello stop imposto dal coronavirus: LeVert colleziona 27.4 punti, 6.4 rimbalzi e 6 assist ogni volta che scende in campo, con il 49.5% dal campo e oltre il 44% da tre. Ma poi, nuovamente, è costretto — lui e tutti gli altri — a fermarsi" [...]
24/30 | ANDREW WIGGINS, GOLDEN STATE WARRIORS | “Steph Effect”, la capacità unica del due volte MVP di attirare attenzioni e far ruotare in maniera innaturale le difese - generando una reazione a catena che spesso permette agli altri di avere spazio e tempo per attaccare il canestro. Sotto osservazione dunque è finito il 33.9% con cui Wiggins ha tirato dalla lunga distanza nelle 12 partite disputate in maglia Warriors. Lavorare su quello e aumentare l'efficacia sarà il suo obiettivo nel medio-lungo periodo, anche se in carriera al momento l’ex Timberwolves non è mai riuscito ad andare oltre il 35.6% dalla lunga distanza del 2016-17
25/30 | LOU WILLIAMS, L.A. CLIPPERS | "Nei suoi 15 anni di NBA non ha mai superato il secondo turno dei playoff e solo in un’occasione (lo scorso anno contro Golden State) ha migliorato il proprio rendimento in post-season rispetto alla regular season. Insomma, la domanda è lecita: Lou Williams — al netto delle sue doti realizzative e creative che non hanno eguali all’interno del roster dei Clippers — a 33 anni compiuti è pronto per essere un giocatore vincente?" [...]
26/30 | MICHAEL PORTER JR., DENVER NUGGETS | "'Un’incredibile combinazione di stazza, altezza, doti atletiche e talento che lo rende unico nella sua classe'. Gli scouting report liceali, si sa, sono una scienza inesatta — altrimenti Lenny Cooke sarebbe più forte di LeBron James, Sebastian Telfair il miglior playmaker mai uscito da New York City e Korleone Young famoso non solo per uno strepitoso nome di battesimo. Detto questo, Michael Porter Jr. — il giocatore così descritto dalle parole d’apertura — a 19 anni neppure compiuti segnava 19 punti al Nike Hoop Summit di Portland dopo essersi messo in tasca anche il premio di MVP del McDonald’s All-American Game, cementando così la sua posizione al primo posto tra i liceali di tutta America già convalidata dal premio di Naismith Player of the Year"
27/30 | TRAE YOUNG, ATLANTA HAWKS | "La convocazione all’All-Star Game dopo una stagione e mezza in NBA è dunque il riconoscimento del suo aver saputo magnificare l’arte dell’essere efficace sul parquet a prescindere dalla stazza, ricoprendo spesso e volentieri il ruolo del più piccolo di tutti in campo. “Non nascondendosi”, risponderebbe il diretto interessato a chi gli chiedesse qual è il segreto, ma affrontando con continuità ciò che gli viene prospettato di volta in volta. Il 33.9% di Usage Rate ad esempio è il dato più alto mai raccolto da un giocatore alla seconda regular season in carriera" [...]
28/30 | MARKELLE FULTZ, ORLANDO MAGIC | "Fultz sfrutta gli oltre 190 centimetri di altezza e soprattutto i 95 chili di peso per sovrastare i suoi avversari più piccoli in avvicinamento a canestro: su 12 penetrazioni a partita (più di Eric Bledsoe, Dennis Schröder e Kemba Walker), la point guard dei Magic riesce a tenere un accettabile 49% di realizzazione (meglio di Ja Morant, Donovan Mitchell e De’Aaron Fox), prendendo facilmente il centro dell’area e creando per sé e per i compagni. “È estremamente fisico, con una forza e un atletismo eccezionale anche per questa lega” dice di lui coach Clifford, che ne ha lodato anche la capacità di apprendimento definendolo 'un giocatore vecchio stile'" [...]
29/30 | KHRIS MIDDLETON, MILWAUKEE BUCKS | "Serve a ricordare che in pochi — forse nessuno — erano pronti a scommettere che il giocatore in uscita da Texas A&M potesse diventare un due volte All-Star (convocato per la prima volta nel 2019, ha bissato quest’anno). Una trasformazione — da brutto anatroccolo a bellissimo cigno — che racchiude tante altre trasformazioni, su tutte quella del Middleton attaccante, che nasce come macchina da canestri che eccelle nel mid-range game (arriva da lì il 29% dei suoi punti al suo primo anno ai Bucks) quando però proprio quel mid-range game inizia ad andare pericolosamente fuori moda nella NBA"
30/30 | CHRIS PAUL, OKLAHOMA CITY THUNDER | "Oklahoma City però non era di certo la destinazione scelta da CP3: per quello le voci di un possibile scambio ulteriore di metà stagione aleggiavano attorno al suo nome, ma il suo contratto pesante e soprattutto la sua volontà hanno cambiato la storia della regular season dei Thunder. Paul infatti non solo è sceso sul parquet assieme ai suoi compagni, ma ha iniziato a giocare a un livello difficilmente immaginabile per un giocatore di 34 anni..."