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NBA, Jerry Stackhouse: "Vorrei non aver mai giocato con MJ: a Washington ero più forte io"

NBA

La guardia ex North Carolina (proprio come MJ) racconta la stagione trascorsa da compagno di squadra del n°23 agli Wizards. E non mancano le critiche a Jordan: "Il rispetto che avevo verso uno come lui è un po' venuto a mancare"

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Un solo anno assieme, la stagione 2002-03 nella Capitale, con la maglia degli Wizards. Jerry Stackhouse veniva da due super annate a Detroit, la prima chiusa un battito di ciglia sotto i 30 punti a sera, entrambe impreziosite dalla convocazione all’All-Star Game. Jerry Stackhouse, un All-Star, che finisce a Washington nella squadra di Michael Jordan, che l’ha fortemente voluto al posto di Rip Hamilton (al tempo più giovane, meno esperto). Una leggenda di North Carolina, Jordan, che chiama un’altra leggenda di North Carolina, Stackhouse. Il matrimonio perfetto? Non proprio. Almeno a sentire lo stesso Stackhouse, nel racconto fatto di quell'annata a Sports Illustrated: “Vorrei non aver mai giocato con MJ, per una serie di ragioni. Innanzitutto ogni cosa passava da Jordan: se voleva che una cosa si facesse in un certo modo, la si faceva così. Coach Collins non riusciva a opporsi, forse quell’anno sulla panchina a Washington gli serviva proprio per fare ammenda di alcuni screzi che aveva avuto con Jordan ai tempi dei Bulls. Partimmo bene quell’anno [6-4 il record dopo 10 partite, ndr], ma a Michael non piaceva che l’attacco passasse molto dalle mie mani, voleva più isolamenti in post per sé. Detto, fatto: li ottenne. E da lì in poi è andata sempre peggio [gli Wizards chiusero l’anno con un record di 35-47, ndr]”. Proprio perché Jordan era Jordan, anche ai suoi occhi, Stackhouse non apprezzò troppo le dinamiche messe in atto da MJ in quella stagione: “Proprio per l’immagine che mi ero fatto di lui, e la reverenza che avevo nei suoi confronti, beh… durante quell’anno un po’ l’ho persa”, dice oggi. Anche perché, conclude Stackhouse, “è stato davvero difficile gestire una situazione come quella, in cui ti ritrovi a dover giocare con un tuo idolo ma senti di essere un giocatore più forte di lui”. E di momenti difficili Stackhouse potrebbe viverne ancora, se solo Jordan dovesse venire al corrente di queste parole…