L'ala dei Lakers torna sulla settimana di marzo che ha visto i gialloviola vincere convincendo prima contro i Bucks e poi contro i Clippers, per poi dover accettare la sospensione del campionato di fronte al dilagare del coronavirus. "Stavamo raggiungendo il picco della nostra forma, come programmato"
La decisione di fermare la stagione NBA in risposta alla diffusione del coronavirus è stato accolta da tutti i giocatori in maniera ovviamente positiva, consapevoli che un obiettivo più importante e più grande necessitava dell’assoluta precedenza rispetto alla disputa di un campionato sportivo. Ciò non toglie però che — proprio da un punto di vista unicamente sportivo — per alcuni lo stop sia stato più doloroso che per altri, e Jared Dudley, il veteranissimo di casa Lakers, non nasconde che il rammarico in casa gialloviola sia parecchio: “Come fanno tutte le grandi squadre, avevamo programmato di raggiungere il picco della nostra forma proprio sul finire della stagione, e non nascondo che avevamo cerchiato in rosso sul calendario proprio la settimana [l’ultima disputata, ndr] in cui avremmo incontrato Bucks e Clippers”. “Perché sono due delle squadre più forti della lega — spiega Dudley — perché probabilmente le avremmo ritrovate nei playoff, se non addirittura in finale NBA. E poi perché ci avevano battuto, e continuavamo a sentire le voci di chi ci ricordava costantemente queste nostre sconfitte”. Guai a stimolare ulteriormente un giocatore NBA. “Non è stato solo il fatto di averle battute, ma come le abbiamo battute, con LeBron a marcare direttamente le loro due superstar [Giannis Antetokounmpo e Kawhi Leonard, ndr], una mossa che nessuno si aspettava. E poi vincendo di squadra, con il contributo di tutti, controllando tutta la gara ad esempio contro Milwaukee, sul loro campo”. Dopo quelle due convincenti vittorie arrivò una rivedibile sconfitta (interna) contro Brooklyn, ma resta pur vero che i Lakers — prima del ko contro i Nets — venivano da 11 vittorie nelle ultime 12 gare disputate, dimostrando salute e un ottimo stato di forma. “Avevamo 5-6 gare di vantaggio sui secondi a Ovest, per cui mentre le altre squadre avrebbero disputato le ultime gare stagionali battagliando per una posizione migliore ai playoff, noi avremmo potuto tranquillamente amministrare il nostro vantaggio. Saremmo arrivati alla postseason più in salute di tutti e più riposati di tutti: per noi lo stop è stato un enorme svantaggio”, ammette con onestà Dudley. E se/quando si tornerà in campo, non è detto che le cose ripartiranno automaticamente da dove si erano interrotte.