
Dream Team 1992: Isiah Thomas fuori non solo per colpa di Michael Jordan
Uno dei tanti spunti venuti fuori dalle ultime due puntate di “The Last Dance” - serie dedicata a Michael Jordan, disponibile su Netflix e a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q - riguarda il Dream Team del 1992 e l’esclusione dell’Hall of Famer dei Pistons; nemico di Jordan a cui venne addossata la colpa di quell’esclusione. A detta di MJ però, in realtà il n°23 dei Bulls non fu l’unico a preferire la sua esclusione

La storia era già nota da tempo: il Dream Team del 1992 che incantò il mondo durante le Olimpiadi di Barcellona “decise” di fare a meno di Isiah Thomas - uno dei migliori giocatori NBA al tempo. Dopo la tensione venuta fuori negli anni precedenti durante le sfide incrociate tra Pistons e Bulls, il “colpevole” fu subito individuato in Michael Jordan

In “The Last Dance” però viene fuori una storia diversa, questo il racconto di MJ: “Rod Thorn mi chiamò e mi disse: “Ti vorremmo nel Dream Team” e io gli chiesi: “Chi sarà in squadra?”. Lui mi disse. “Cosa intendi?” e io ho ribadito che volevo sapere chi avrebbe giocato. E la risposta che ho ricevuto è stata: “La persona alla quale ti riferisci o a cui stai pensando non ci sarà”.

Rod Thorn, uno degli artefici dietro la costruzione del Dream Team, ha confermato a Sports Illustrated di non aver ricevuto alcun tipo di pressione da parte di Jordan: “Lui non chiese mai di tenere fuori Thomas, mai. Non ci fu nessuna cospirazione: il suo nome semplicemente non venne fuori nel momento in cui abbiamo redatto la lista dei giocatori da contattare”. La domanda più ovvia è: perché?

La prima risposta è insita all’interno del racconto fatto da MJ sempre nel quinto episodio di “The Last Dance”: “La forza del Dream Team stava anche nell’affiatamento e nel legame che si era creato tra di noi durante quell’esperienza. Isiah avrebbe rovinato quell’esperienza? Certo”. Solo per colpa di Jordan? No, perché erano anche altri i giocatori che avevano rapporti complicati con lui.

MAGIC JOHNSON | Il primo della lista è certamente l’Hall of Famer dei Lakers, che più volte aveva incrociato Thomas - anche durante le Finals del 1989 - e che aveva dovuto fare i conti con il suo modo spigoloso di affrontare qualsiasi tipo di avversario. Insomma, spesso erano state scintille sul parquet tra loro; meglio evitare di metterli insieme nello stesso spogliatoio

LARRY BIRD | Discorso ancora più sensato quando si parla di Bird, che con i suoi Celtics si era trovato spesso e volentieri a battagliare con i Pistons per cercare di ottenere il ruolo di “miglior squadra dell’Est” prima dell’avvento dei Bulls di MJ. Sfide in cui erano spesso volati colpi proibiti, strascichi che era meglio non ritirare fuori

SCOTTIE PIPPEN | Terzo, ma non di certo per importanza in quella squadra, Scottie Pippen: i Bulls avevano spesso e volentieri combattuto contro Detroit e il n°33 di Chicago era stato coinvolto tanto quanto Jordan. Anche lui non avrebbe mai voluto Isiah Thomas nello spogliatoio del Dream Team. La colpa però ricadde soltanto sulle spalle di MJ

LE PAROLE DI JORDAN | Il n°23 dei Bulls infatti lo sottolinea: “Rispetto il talento di Isiah Thomas: per me il miglior playmaker di sempre è Magic Johnson, ma lui viene subito dopo al secondo posto. Posso odiarlo, ma ho sempre riconosciuto le sue qualità e le sue capacità. Più volte è stato raccontato che io ho fatto il suo nome, dicendo di non volerlo in squadra, ma le cose non sono andate così”.

LA CHIOSA DI THOMAS | Il diretto interessato, intervistato dai produttori di “The Last Dance”, ha sottolineato: “Non so cosa successe, so solo che avevo tutte le carte in regola per essere convocato e far parte di quella squadra. Ma alla fine nessuno mi ha chiamato”.