
NBA, Corey Brewer in campo coi Kings alla ripresa del campionato. Ma prima vuota il sacco
Il veterano trova un accordo con i Sacramento e così torna in campo per quella che sarà la sua 13^ stagione NBA. Ha vinto un anello con Dallas, due titoli NCAA con Florida (e quello di miglior giocatore delle Final Four nel 2007) e ha anche moltissime cose da dire sui suoi tanti ex compagni. Da James Harden a Jason Kidd per arrivare fino a Danilo Gallinari, Brewer assegna i suoi personalissimi Oscar per leadership, trash talking e simpatia

IL VETERANO: 8 SQUADRE IN 12 ANNI — Minnesota Timberwolves, Dallas Mavericks, Denver Nuggets, Houston Rockets, Los Angeles Lakers, Oklahoma City Thunder, Philadelphia 76ers e Sacramento Kings. Fanno 8 squadre in 12 anni di militanza nella lega. Se c’è qualcuno che del mondo NBA sa tutto, che ne ha viste davvero tante — se non tutte — quello è Corey Brewer.

LA FIRMA CON I SACRAMENTO KINGS | Ma l’avventura non è ancora finita: dopo aver già disputato 24 gare nella passata stagione con i californiani, i Sacramento Kings hanno reso ufficiale che il veterano ex-Florida fara parte del loro roster alla ripresa del campionato a fine luglio. Si tratta a tutti gli effetti di un "bentornato", come fa notare il post su Twitter dei Kings. Intanto, prima di scendere nuovamente in campo, ecco cos’ha da dire Corey Brewer della sua lunga e straordinaria avventura NBA

FLORIDA GATORS — Due titoli NCAA vinti in tre anni, con uno squadrone che vedeva anche Joakim Noah, Al Horford e Mo Speights. Inutile chiedersi perché Brewer ricorda gli anni al college come tra i più belli della sua vita: “Vincevamo e ci divertivamo, e quindi vinci non c’è un posto al mondo più bello dell’Università della Florida. Al tempo anche la squadra di football andava forte, con Tom Tebow: era davvero fantastico. Per questo abbiamo scelto di tornare al college dopo il primo titolo: non una decisione facile, ma alla fine abbiamo fatto bene”

LA NOTTE DA 51 PUNTI — Nella storia NBA solo quattro giocatori hanno mandato a referto una prestazione da almeno 50 punti e 6 recuperi. I primi tre sono Rick Barry, Allen Iverson e Michael Jordan. Il quarto è Corey Brewer, che c’è riuscito l’11 aprile 2014 in maglia Timberwolves contro Houston: “Mi ricordo Kevin Martin non giocò, e anche Kevin Love era fuori. Pensai: ‘Ci saranno più opportunità a disposizione!’. Ho segnato i primi 3-4 tiri e poi non riuscivo più a sbagliare”. A fine serata per lui 51 punti con 19/30 al tiro e 6 recuperi a referto

LA STAGIONE PIÙ DIVERTENTE DELLA SUA CARRIERA — Non ha dubbi Brewer: “L’anno in cui con Houston abbiamo raggiunto la finale di conference a Ovest contro Golden State, purtroppo affrontata senza Patrick Beverley che si era fatto male. Il modo in cui eravamo riusciti a rimontare da sotto 1-3 i Clippers ed eliminarli in semifinale a Ovest fu molto divertente”, dice ricordando i playoff 2015

LA SQUADRA CON LA MIGLIOR CHIMICA — “Vado con i Denver Nuggets della stagione 2012-13: quella squadra era davvero molto unita, mi sono divertito molto anche a giocare con loro. Eravamo la testa di serie n°3 a Ovest, ma venimmo eliminati al primo turno da Golden State, perché li affrontammo senza Danilo Gallinari e Kenneth Faried. Fu il primo anno in cui gli Warriors giocarono da Warriors…”, dice. E quello che successe dopo è storia

MIGLIOR LEADER — “Direi Jason Kidd”, afferma Brewer, che con l’attuale vice allenatore dei Lakers ha vinto il titolo NBA nel 2011 a Dallas. “Quell’anno è stato grandissimo, ha guidato la squadra alla grande, distribuendo palloni per Dirk Nowitzki e Jason Terry, facendo contenti tutti i suoi compagni. Era come avere un altro allenatore in campo”, afferma

IL COMPAGNO CHE LAVORAVA PIÙ DURO / 1 — “Ho giocato con un sacco di grandi giocatori, e solitamente tutte le superstar sono lavoratori instancabili. Di sicuro lo è James Harden, e credo che la gente non se lo aspetti. C’è questa idea che sia bravo ad attirarsi i fischi ma il talento che mette in campo e la capacità di lavorare sul suo gioco e su mille fondamentali, dallo stepback al resto, è davvero sensazionale”.

IL COMPAGNO CHE LAVORAVA PIÙ DURO / 2 — “E poi Dirk”, si affretta ad aggiungere Brewer. “Era in palestra ogni singolo giorno, a cercare di perfezionare quel tiro cadendo all’indietro su una sola gamba. Ha lavorato tantissimo sul suo gioco, nel corso della carriera”

IL MIGLIOR TRASH TALKER / 1 — “Uno davvero bravo — e Brewer lo dice lasciandosi scappare una gran risata — è Shawn Marion. In campo sapeva davvero fare del trash-talk un’arte”

IL MIGLIOR TRASH TALKER / 2 — “Un altro molto bravo a far innervosire gli avversari era Jason Terry: la sua bocca era sempre aperta”

IL COMPAGNO PIÙ INTELLIGENTE / 1 — “Anche qui: se mi guardo indietro e penso al decennio abbondante in cui ho giocato nella lega, in squadra con me ho avuto un sacco di giocatori davvero intelligenti. Così su due piedi il primo nome che mi viene in mente è quello di Jason Kidd. Non si può sbagliare”

IL COMPAGNO PIÙ INTELLIGENTE / 2 — Ma proprio perché i compagni con grande QI cestistico sono tanti, Brewer vuole aggiungere qualche nome: e il primo è quello di James Harden. “Sa come si fa a segnare. Trova sempre un modo per riuscirci”, dice del “Barba”

IL COMPAGNO PIÙ INTELLIGENTE / 3 — “Anche Ricky Rubio era davvero intelligentissimo in campo: il modo in cui riusciva a fare certi passaggi era straordinario. Riusciva a vedere le cose prima che queste accadessero”. E questa di solito è la definizione di genio

IL MIGLIOR COMPAGNO PER USCIRE E FAR FESTA / 1 — “Anche qui c’è solo l’imbarazzo della scelta…”, dice. Ma poi la sua scelta ricade su un nome non troppo a sorpresa: “Senza dubbio James Harden”, dice Brewer

IL MIGLIOR COMPAGNO PER USCIRE E FAR FESTA / 2 — Guai però a fare un torto a un amico con cui si sono condivisi momenti di grande divertimento. E allora Brewer si affretta ad aggiungere un secondo nome: “Jason Terry è un altro che sapeva come divertirsi. Sicuro”

LA NBA 2019-20 | È del 10 aprile 2019 l’ultima apparizione in maglia Kings di Brewer. Ma il prodotto di Florida non ha perso d’occhio la NBA: “Ho guardato un sacco di partite. Milwaukee Bucks e Los Angeles Lakers sono le squadre che mi hanno impressionato di più”, dice. E se i suoi Kings riusciranno a centrare l’impresa di raggiungere i playoff (partono in decima posizione, appena dietro ai Blazers noni, a 3.5 gare di distanza da Memphis) ad aspettarli potrebbe esserci proprio un primo turno contro LeBron James e compagni