
NBA, gli slogan più scelti dai giocatori sulle proprie maglie: domina "Equality"
Ben 75 giocatori hanno scelto di scendere in campo con la parola "Equality" sulle proprie divise, a volte declinata nella propria lingua (è il caso di due italiani su tre). Da "Black Lives Matter" a "Say her name", ecco le scelte di tutti i giocatori e anche qualche traduzione curiosa che impareremo presto a conoscere. Ma tante superstar hanno scelto di non adottare nessun messaggio

BLACK LIVES MATTER: 48 GIOCATORI | Lo slogan principale, quello iscritto anche sui parquet NBA nella bolla di Orlando, è tra i più utilizzati anche sulle maglie dei giocatori, scelto ad esempio da Jayson Tatum, ma anche da Pascal Siakam e Dennis Schroder

EDUCATION REFORM: 11 GIOCATORI | Tanti giocatori hanno scelto di mettere l'accento sull'importanza della riforma dell'educazione, una delle leve per migliorare la condizione delle persone di colore: tra questi ci sono DeMar DeRozan, CJ McCollum, e i gemelli Morris, Marcus e Markieff

ENOUGH: 11 GIOCATORI | Il rookie di Memphis Ja Morant (ma anche il lungo dei Clippers Ivica Zubac e tanti altri giocatori) hanno scelto invece uno slogan un po' più radicale, da cui traspare la volontà di non tollerare più abusi, soprusi e una continua condizione di disugugalianza: "Ne abbiamo abbastanza", scrivono sulle loro maglie

EQUALITY: 75 GIOCATORI | Di gran lunga il messaggio più utilizzato: hanno scelto di adottarlo, ad esempio, tutti i Dallas Mavericks (anche in varianti straniere: Enakopravnost in sloveno sulla maglia di Doncic, Vienlīdzība in lèttone su quella di Porzingis, ma anche Gleichberechtigung in tedesco su quella di Max Kleber e Igualdad, in spangolo sulla maglia di JJ Barea). Stessa scelta anche per Domantas Sabonis (Mes Lygus il termine lituano) e per l'MVP NBA in carica Giannis Antetokounmpo (con il termine inglese), Chris Paul, Lonzo Ball, Lou Williams e Devin Booker

STAND UP: 4 GIOCATORI | Significa "alzarsi in piedi", "farsi avanti": è un invito a essere protagonisti, non più silenti, quello che esibiranno sulle loro maglie Michael Porter Jr. e altri tre giocatori alla ripresa delle attività

PEACE: 22 GIOCATORI | Uno dei messaggi più semplici, più universali, eppure allo stesso tempo più potente: l'appello alla pace è quello scelto dalla prima scelta assoluta dei Pelicans Zion Williamson ma anche da un veterano di lungo corso, da sempre impegnato nel sociale, come Carmelo Anthony

SAY HER NAME: 4 GIOCATORI | Il leader dei Jazz Donovan Mitchell è uno dei quattro giocatori NBA che vuole espressamente ricordare (con il pronome "her") Breonna Taylor, una delle tante vittime (assunta a simbolo di molte altre) della violenza razziale.

SAY THEIR NAMES: 12 GIOCATORI | La versione "pluralista" del messaggio di Mitchell è quella adattata da ben 12 giocatori, con il pronome "their" per includere tutte le vittime di violenza razziale. La point guard dei Pelicans Jrue Holiday è uno di quelli che ha scelto questo slogan più inclusivo

SÌ SE PUEDE: 2 GIOCATORI | La versione latina del celebre slogan della corsa ala presidenza di Barack Obama ("Yes we can") è quello adottato dal centro dei Nets Jarrett Allen e da quello di Miami Chris Silva

I CAN’T BREATHE: 8 GIOCATORI | Un altro dei giocatori più attivi nel periodo delle proteste (anche di piazza) è stato "The president", il playmaker degli Indiana Pacers Malcolm Brogdon. Lui e altri sette giocatori hanno deciso di portare in campo le parole divenute tristemente famose per essere stato pronunciate prima di Eric Garner e poi da George Floyd prima di morire per mano della polizia: "Non riesco a respirare"

RESPECT US: 12 GIOCATORI | La richiesta avanzata dal centro dei Suns Deandre Ayton e da altri undici giocatori è invece quella per ottenere rispetto: "Rispettateci", il messaggio sulle loro maglie

VOTE: 10 GIOCATORI | Un altro dei messaggi considerati fondamentali, da sempre, soprattutto nella comunità afroamericana, che troppo spesso viene tenuta (anche per colpa della burocrazia) lontana dalle urne: "Votate", ricorda Paul Millsap sulla sua maglia dei Denver Nuggets, e lo stesso messaggio è condiviso da altri nove giocatori

GROUP ECONOMICS: 3 GIOCATORI | Solo tre giocatori scelgono di concentrare l'attenzione - nel quadro generale di disuguaglianza - sul fattore economico. Non a caso uno di questi tre è Andre Iguodala, da sempre imprenditore attento e uomo capace di affrancarsi da un'infanzia non certo facile anche attraverso la propria intraprendenza nel mondo degli affari. La comunità afroamericana è chiamata a fare gruppo, per essere ancora più forte

I AM A MAN: 6 GIOCATORI | Alcuni episodi di violenza che hanno scosso l'opinione pubblica americana e mondiale hanno avuto per protagonisti uomini e donne afroamericani trattati in maniera quasi subumana da parte delle forze dell'ordine. Per questo la point guard di Utah Mike Conley e altri cinque giocatori ribadiscono con forza l'orgoglio di essere uomini, con doveri (certo) ma anche diritti inalienabili

LISTEN TO US/HEAR US: 3 GIOCATORI | Il messaggio è declinato con due verbi diversi, ma il significato è praticamente identico: le persone di colore chiedono a tutta America di “essere ascoltate”. Lo fanno Derrick Favors e Kyle Anderson, che sfoggiano il messaggio “Listen to us”, ma anche Kyle O’Quinn, l’unico giocatore NBA a scegliere “Hear us”

SPEAK UP: 3 GIOCATORI | Due giocatori della panchina dei Toronto Raptors (Terence Davis e Rondae Hollis-Jefferson) avranno sulle proprie maglie uno slogan che è anche una sfida, quella di non aver paura a far sentire la propria voce. Sarebbe stato lo stesso messaggio utilizzato da Justise Winslow ai Memphis Grizzlies, ma l'ex Duke ha dovuto abbandonare la bolla di Orlando

POWER TO THE PEOPLE: 4 GIOCATORI | Uno slogan che riporta subito alla memoria gli anni '60, il Black Panther Party e una stagione di grandi proteste da parte della comunità afroamericana. Quattro giocatori lo riprendono e lo attualizzano, e tra questi c'è anche il centro neozelandese di OKC Steven Adams che lo declina nel linguaggio maori ("Kia Kaha")

GIUSTIZIA: DANILO GALLINARI | Stesso processo di personalizzazione nella lingua madre anche per il n°8 dei Thunder, che sceglie però lo slogan "Justice" che sulla maglia di OKC troverà spazio come "Giustizia"

UGUAGLIANZA: NICOLÒ MELLI | Il rookie dei Pelicans segue nella propria scelta quella effettuata da Marco Belinelli: anche lui declina in italiano il messaggio di "Equality" (il più utilizzato dai giocatori NBA) e scenderà in campo con la scritta "Uguaglianza" sulla propria maglia

LE SUPERSTAR SENZA NESSUN MESSAGGIO | Da LeBron James in giù, sono tante le superstar che hanno scelto di rinunciare a esibire uno dei messaggi proposti (e approvati) dalla lega preferendo sfoggiare soltanto il proprio nome sulla maglia. Come il n°23 dei Lakers anche il suo compagno Anthony Davis, Kawhi Leonard e Paul George, Joel Embiid e Ben Simmons ma anche James Harden, LaMarcus Aldridge e Nikola Jokic

JIMMY BUTLER: NESSUN NOME? | Un caso a parte è quello di Jimmy Butler, che avrebbe chiesto alla lega (e ci sarebbero una trentina di giocatori disposti a seguire il suo esempio) di non sfoggiare nessun slogan ma neppure nessun nome - neppure il proprio - sulla maglia. "Mi permetterebbe di rappresentare le milioni di vittime senza nome soggette a discriminazione razziale", ha fatto sapere il leader degli Heat. Ma la NBA deve ancora pronunciarsi in merito
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