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NBA, LeBron James non porta i figli nella bolla di Orlando: “Qui non c’è nulla da fare”

LE PAROLE

Il n°23 dei Lakers ha spiegato la sua scelta (controcorrente rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi) con la vivacità dei suoi ragazzi: “Sono avventurosi, tenerli qui avrebbe significato limitarli”. L’abbraccio con papà LeBron è rimandato a quando l’avventura playoff dei gialloviola giungerà al termine

Nelle scorse ore ha fatto il giro dei social, riscuotendo discreto successo, una foto catturata durante gara-3 tra Milwaukee e Miami, con le mogli dei giocatori entrate nella bolla alle quali era stato dedicato un angolo allestito in cui prendersi cura dei loro piccoli durante il match playoff giocato dai padri. Una scena dolce per alcuni versi, vista la lontananza di quasi due mesi a cui tutti gli atleti sono stati costretti. Altri invece hanno notato come tutti i bambini d’età compresa tra i due e cinque anni, fossero incantati davanti a uno smartphone, nonostante qualche metro più in là stesse andando in scena una gara playoff a cui soltanto pochissimi altri possono assistere dal vivo. Al netto dell’incapacità dei piccoli di oggi di “staccarsi” dai dispositivi elettronici, a fare notizia nell’ultima settimana sono stati gli arrivi delle famiglie all’interno della bolla: moglie, figli, a volte fratelli, qualche amico sporadico. Non tutti però hanno deciso di seguire la stessa linea. Jimmy Butler ad esempio ha preferito continuare a restare da solo, sottolineando che la sua permanenza a Disney World sia assimilabile “a un viaggio di lavoro” e che preferisce non avere distrazioni. LeBron James invece ha tenuto lontano i figli, con i tre ragazzi rimasti a Los Angeles lontano dalla bolla. Il perché? Una spiegazione molto semplice: “Qui dentro non c’è niente da fare per loro, i miei ragazzi sono molto avventurosi”. Meglio tenerli alla larga da Orlando quindi, per riabbracciare papà LeBron (il più tardi possibile) ci sarà tempo.