
NBA, un anno fuori dai playoff, l'anno dopo in finale: solo Miami, L.A. e altre 4 squadre
Le due franchigie giunte all’ultimo episodio di questa lunga e particolare stagione NBA hanno entrambe dimenticato in fretta un recente passato costellato più da sconfitte che da soddisfazioni: Lakers e Heat infatti sono tra le pochissime squadre ad aver conquistato le finali NBA un anno dopo non essere riuscite neanche a qualificarsi ai playoff. Questa la ristretta lista dei precedenti

PORTLAND TRAIL BLAZERS, 1975-76 | Una stagione beffa per i Blazers, conclusa con il record di 37-45 - a una sola vittoria di distanza dal miglior risultato mai raccolto dall’allora giovane franchigia. Portland conquistò più successi dei Detroit Pistons ad esempio, che però approfittando della minore competitività della loro Division si ritrovarono ai playoff a differenza di Bill Walton e compagni

PORTLAND TRAIL BLAZERS, 1976-77 | La squadra dell’Oregon riuscì alla sua settima stagione in NBA a conquistare l’accesso ai playoff per la prima volta nella storia della franchigia: merito delle 22 vittorie nelle prime 31 gare di stagione che spinsero sempre più avanti i Blazers che da Cenerentola nella post-season si ritrovarono poi a recitare il ruolo da protagonista

Bill Walton e compagni superarono prima Chicago (che al tempo era nella Western Conference proprio come Portland), poi Denver e infine i Los Angeles Lakers con un sonoro 4-0 che lanciò i Blazers verso l’atto conclusivo contro Philadelphia. I Sixers, nonostante la maggiore esperienza, furono costretti ad arrendersi in gara-6 in una serie chiusa sul 4-2 che al momento rappresenta l’unico titolo NBA conquistato dalla franchigia dell’Oregon

NEW JERSEY NETS, 2000-01 | L’arrivo di Kenyon Martin - prima scelta assoluta al Draft 2000 - non cambiò di molto le sorti di un gruppo “poco raccomandabile”, guidato da Stephon Marbury e Stephen Jackson tra gli altri. Alla fine furono soltanto 26 le vittorie raccolte in 82 partite: quei Nets erano un gruppo con potenziale, al quale però serviva una scossa

NEW JERSEY (BROOKLYN) NETS, 2001-02 | L’unica regular season nella quale i Nets hanno vinto più di 50 partite (52-30 il record) si concluse con una super cavalcata playoff inattesa soltanto 12 mesi prima. Il motivo? L’arrivo in estate di Jason Kidd da Phoenix, un All-Star in grado di dominare la Eastern Conference e trascinare la squadra di New York fino alle finali NBA. Oltre a lui la squadra aggiunse al roster Richard Jefferson, a formare una coppia leggendaria e ancora rimpianta e ricordata in casa Nets

Giocate spettacolari, schiacciate, triple doppie e canestri dall’arco: Kidd e Jefferson garantirono tutto questo nelle serie contro Indiana (vinta 3-2), contro Charlotte (4-1) e infine su Boston (4-2). Successi che permisero ai Nets di arrivare in finale, ma non in grado di fronteggiare un ostacolo come i Lakers di Shaq&Kobe che spazzarono via dal parquet in sole quattro gare le resistenze della squadra del New Jersey

BOSTON CELTICS 2006-07 | Doc Rivers era già sulla panchina dei Celtics, ma a Boston le cose quell’anno presero una pessima piega: i biancoverdi chiusero con un record di 24-58, il secondo peggiore di sempre nella storia della franchigia. Un anno maledetto, vista la scomparsa di leggende come Red Auerbach e Dennis Johnson, oltre all’infortunio che mise a lungo fuori dai giochi Paul Pierce

BOSTON CELTICS, 2007-08 | Beh, difficile immaginare un destino diverso per i Celtics dopo quell’estate di riscatto: durante la offseason infatti Boston rivoluzionò il roster puntando su Kevin Garnett e Ray Allen - due All-Star perfetti per completare un terzetto da sogno con Paul Pierce. I biancoverdi quindi non solo dominarono in regular season, ma arrivarono ai playoff come una delle favorite

E l’anno non poteva che concludersi nel modo più poetico possibile (almeno dal punto di vista Celtics): un ritorno alla vittoria e la conquista del titolo NBA in finale contro i Lakers, battuti in gara-6 da un gruppo di campioni che ha lasciato un segno indelebile nella gloriosa storia della franchigia più vincente della lega, capace di alzare il banner n°17 a 22 anni di distanza dall'ultimo.

CLEVELAND CAVALIERS 2013-14 | Il quarto (e ultimo, a loro insaputa) anno della franchigia senza LeBron James è stato complicato per i Cavaliers - come tutta la storia che ha preceduto e seguito l’avvento del giocatore con la maglia n°23. Un record da 33-49 e un 10° posto a Est che non sembravano certo il preludio a una cavalcata vincente

CLEVELAND CAVALIERS 2014-15 | La stagione seguente però James ha deciso di tornare a casa, lasciandosi in un solo istante alle spalle le maglie bruciate e la contestazione, portando in dote con sé la voglia di mettere insieme una squadra competitiva: l’aggiunta di Kevin Love va in quella direzione, anche a costo di sacrificare scelte. Al resto pensano lui e Kyrie Irving, finalmente inserito nel contesto giusto per provare a vincere

Cleveland travolge tutti a Est (non una novità quando hai in squadra LeBron), spazzando via qualsiasi avversario: 4-0 con Boston, 4-2 con Chicago, 4-0 con Atlanta. In finale però James perde entrambi i suoi compagni All-Star e le prova tutte per avere la meglio contro gli Warriors di Curry&Thompson: non basterà però rendere Mozgov e DellaVedova dei giocatori in grado di stare in campo in una finale NBA, il titolo è di Golden State

MIAMI HEAT, 2018-19 | L’ultima stagione di Dwyane Wade prima del ritiro finisce nel peggiore dei modi per gli Heat, decimi alle spalle anche degli Charlotte Hornets (che raccolgono lo stesso record della squadra della Florida) e battuti dai Detroit Pistons e dagli Orlando Magic. Il n°3 saluterà il pubblico di casa nell’ultima sfida di regular season, davanti a LeBron, CP3 e Anthony seduti in prima fila e realizzando una tripla doppia in soli tre quarti

MIAMI HEAT, 2019-20 | Una stagione sorprendente per gli Heat, sin dalla iniziale sessione di mercato che ha portato un All-Star inatteso come Jimmy Butler ad aggiungersi al gruppo. Un colpo perfetto da affiancare a un giovane gruppo di talento in cui Bam Adebayo, Tyler Herro, Duncan Robinson e Kendrick Nunn hanno disputato di gran lunga la loro migliore stagione in carriera

Ai playoff poi Miami è riuscita a fare un ulteriore salto di qualità, dimostrando di essere più squadra di tutte le sue avversarie, più affamata e convincente su entrambi i lati del campo. Il risultato è stato netto contro Indiana, sorprendente contro Milwuakee e una conferma con Boston: gli Heat hanno meritato di giocare l’ultima partita della stagione. La loro speranza adesso è quella di non lasciarsi sfuggire un’occasione che potrebbe non ricapitare a breve

LOS ANGELES LAKERS 2018-19 | La prima stagione di LeBron James ai Lakers non va per il verso giusto: dopo un promettente avvio (almeno da playoff), i gialloviola perdono il n°23 per infortunio nella gara di Natale per oltre un mese e sprofondano a Ovest. Il mercato di febbraio è un buco nell’acqua e così LeBron, dopo otto Finals in fila, si ritrova a casa già a fine aprile

LOS ANGELES LAKERS 2019-20 | L’arrivo di Anthony Davis in estate però ha cambiato non solo il roster della squadra di Los Angeles, ma anche le ambizioni di un gruppo che ha capito di poter essere vincente sin da subito. L’ex Pelicans è il complemento perfetto per James e anche in una stagione giocata in maniera intermittente, i Lakers riescono a prendersi il primo posto a Ovest

I gialloviola dimostrano sin da subito di essere anche la squadra più completa e attrezzata a livello playoff all’interno della bolla: a Portland, Houston e Denver viene concessa soltanto una vittoria a testa, in tre serie in cui i Lakers sono raramente apparsi in difficoltà. Merito di un LeBron James da record, che vuole aggiungerne un altro alla sua collezione, portando nel giro di un anno una squadra fuori dalla post-season fino al titolo NBA