NBA, tifosi virtuali al Chase Center: viaggio dentro all'esperimento in casa Warriors
Sono l'unica franchigia che - sul modello di quanto visto nella bolla di Orlando - consente ai propri tifosi (per il momento 120 a partita) di seguire da remoto le imprese dei propri campioni. Con una serie di benefit speciali, che può addirittura portare i "virtual fan" a scambiare due chiacchiere con Steph Curry e compagni a pochi minuti dalla palla a due
Sono la squadra della Silicon Valley, quella capace di raggiungere 5 finali in 5 anni (dal 2015 al 2019) e di vincere tre anelli, portando il loro proprietario Peter Gruber a definire l’organizzazione dei Golden State Warriors “anni luce avanti” rispetto a tutte le altre franchigie NBA
Per questo dagli Warriors era quasi normale aspettarsi una reazione diversa agli ostacoli presentati dalla pandemia che sta condizionando tutto il mondo e anche lo sport americano. Inizialmente Gruber e soci si erano detti convinti di poter avere migliaia di fan all’arena grazie a un servizio di test rapidi che potesse permettere il loro ingresso (distanziato) al Chase Center
La gravità però dei dati relativi al coronavirus — che hanno fatto della California una “purple region” (regione viola), ovvero l’equivalente delle nostre zone rosse — ha negato agli Warriors la possibilità di poter contare sull’apporto diretto dei loro tifosi, per i quali le porte del Chase Center sono rimaste chiuse
Se in sei mercati NBA un limitato numero di tifosi è ammesso alla partita, a San Francisco ci si è dovuti inventare qualcos’altro e allora il dipartimento marketing degli Warriors ha inventato “the Dub Hub”, una sigla che nasconde un ambizioso progetto con uno sguardo che si allunga al periodo post-pandemico
Il “Dub Hub” è un’opportunità per un certo numero di tifosi (per il momento 120 a partita) di apparire in diretta sugli schermi LED — di oltre 32 metri di lunghezza — piazzati a bordocampo, con la possibilità di interagire e di vivere l’esperienza della partita in maniera completamente nuova e diversa
Nato sul modello di quanto fatto dalla NBA nella bolla di Orlando, i maxi-schermi che consentono ai tifosi di seguire la partita sono stati sviluppati in collaborazione a The Famous Group, il gruppo che durante la pandemia ha anche messo in piedi il WWE Thunder Dome, un’altra esperienza virtuale stavolta applicata al mondo del wrestling
La prima gara a cui i "virtual fans" sono stati ammessi è stata la gara interna degli Warriors contro Portland. Fortunati i 150 tifosi visibili al Chase Center, che hanno potuto gustarsi - seppur da remoto - lo spettacolo dei 62 punti di Steph Curry, suo massimo in carriera
Cosa possono fare i tifosi da casa loro? Innanzitutto, ovviamente, gustarsi la partita, potendo utilizzare (a loro scelta) angolature diverse di inquadrature (da selezionare premendo semplicemente un bottone). Poi possono interagire tra di loro, ricreando quindi quel tipo di interazione classica dell’esperienza di gustarsi live la partita insieme ad altri tifosi
La parte però più esclusiva — una sorta di accesso VIP dedicato solo ad alcuni tifosi — è quello di poter interagire direttamente con i giocatori nei momenti immediatamente precedenti all’ingresso in campo degli Warriors, grazie a una serie di monitor installati nel tunnel che dagli spogliatoi porta in campo i giocatori
"Ma possiamo pensare anche di avere un familiare di un giocatore interagire direttamente con il giocatore stesso", fanno sapere dal dipartimento di marketing degli Warriors. "Pensate a Steph con la possibilità di dare un ultimo saluto ad Ayesha e ai figli appena prima di entrare in campo"
"Lo sforzo che abbiamo messo in campo per questo avvio di stagione possiamo comunque mantenerlo un domani, anche se dovessimo riaprire il Chase Center ai tifosi, o magari la prossima stagione", dice Shawn Bennett, responsabile per la presentazione degli eventi in casa Warriors. "Il programma potrebbe funzionare aggiungendo tifosi da casa anche in presenza di un sold out all'arena, e potrebbe anche essere monetizzato"
Rick Welts, presidente degli Warriors (e membro della Hall of Fame di Springfield) riassume così lo sforzo sostenuto dalla franchigia californiana: "Siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a creare, tramutando una sfida complicata dalle difficili condizioni in cui ci ritroviamo ad agire in una nuova opportunità per i nostri tifosi. La nostra connessione con la 'Dub Nation' vuole essere più forte che mai anche in questo periodo davvero fuori dal normale"