NBA, risultati della notte: Damian Lillard show contro Sacramento, Bucks ok allo scadere

WASHINGTON WIZARDS-L.A. CLIPPERS 119-117 | Gli Wizards chiudono con un successo questa tribolata prima fase di stagione, lasciandosi alle spalle le ultime due sconfitte e battendo un’avversaria importante come i Clippers grazie ai 27 punti, 11 assist e 9 rimbalzi di Russell Westbrook, nonostante i suoi errori dalla lunetta (7/15 nel match) tengano a galla gli ospiti fino alla sirena finale

A chiudere i conti ci però un parziale da 11-0 arrivato a cinque minuti dalla sirena finale firmato soprattutto da Bradley Beal, autore di 33 punti con 9/23 dal campo e ben 14 punti raccolti a cronometro fermo, con 7 rimbalzi e una convincente prestazione in vista dell’All-Star Game di domenica. Sono 12 invece i punti di Mo Wagner in quintetto e tre i giocatori in uscita dalla panchina in doppia cifra

I Clippers, costretti a fare a meno di Paul George a pochi istanti dall’inizio della sfida - fermato dalle vertigini, un problema che non dovrebbe impedirgli di essere all’All-Star Game - non vanno oltre i 22 punti segnati da Kawhi Leonard e i 17 di Patrick Beverley, con coach Tyronn Lue che lascia sul parquet per almeno 20 minuti tutti i nove giocatori scesi sul parquet - con le quattro riserve tutte in doppia cifra, guidate dai 16 punti di Lou Williams

BOSTON CELTICS-TORONTO RAPTORS 132-125 | Quarta vittoria in fila per i Celtics, che battono i Raptors e tengono fede alla sfida lanciata da coach Stevens che aveva chiesto un segnale in questi ultimi 10 giorni. Merito dei 27 punti e 12 rimbalzi di Jayson Tatum, dei 21 segnati da Jaylen Brown e dai 15 con 6 assist di Kemba Walker - un tris alla guida dei quattro giocatori in doppia cifra in uscita dalla panchina, in un match da oltre 60% al tiro dal campo per i Celtics

Toronto invece, ancora alle prese con il contagio da COVID e con Sergio Scariolo capo allenatore, segna 21 triple di squadra in un match in cui passa in vantaggio all’inizio della sfida prima di incassare il 35-22 di parziale nel terzo quarto che cambia le sorti del match. Alla sirena finale sono 30 punti per Chris Boucher, 25 per Norman Powell e 22 per Terence Davis, con i Raptors scivolati così all’ottavo posto a Est a metà stagione

MEMPHIS GRIZZLIES-MILWAUKEE BUCKS 111-112 | Succede tutto nell’ultimo minuto tra Grizzlies e Bucks. Dopo un primo quarto da 31-17 per gli ospiti che faceva pensare a una gara già decisa, Memphis è tornata in partita prepotentemente nella ripresa, arrivando a giocarsela punto a punto nel finale. Pat Connaughton ha portato Milwaukee avanti di uno sul 108-107, dopodiché un sottomano di Dillon Brooks e due liberi di Khris Middleton hanno apparecchiato la tavola per il canestro del sorpasso di Ja Morant a 7.3 secondi dalla fine che sembrava aver deciso la partita

Già, sembrava. Perché Milwaukee senza timeout si è affidata a Jrue Holiday, che ha risalito tutto il campo sul lato sinistro, si è isolato contro Brooks e in step back ha segnato il canestro del 112-111 a due secondi dalla fine, venendo festeggiato da tutti i compagni. Il tentativo finale di Desmond Bane ha a malapena scheggiato il primo ferro, dando ai Bucks il 22° successo stagionale grazie ai 26 punti con 11 rimbalzi e 8 assist di Giannis Antetokounmpo, i 22+10 di Middleton e i 15 del decisivo Holiday

A Memphis, che arriva alla pausa per l'All-Star Game con un record di 16-16, non sono bastati i 35 punti di Ja Morant, che ne ha messi 28 nel solo secondo tempo dopo che lui e Jonas Valanciunas (13+12 alla fine) avevano cominciato la partita con 1/13 al tiro. Ad accompagnarlo ci sono anche i 23 punti di Brooks, rimontando 10 punti di svantaggio all’intervallo ma venendo bruciati dal canestro decisivo di Holiday

NEW ORLEANS PELICANS-MIAMI HEAT 93-103 | Gli Heat fanno gara di testa per tutta la partita, anche se dopo il primo quarto da 31-15 pensavano forse di soffrire di meno contro i Pelicans privi di Zion Williamson (problema all’alluce, ma ci sarà all’All-Star Game) e JJ Redick. C’è infatti bisogno degli straordinari da parte di Jimmy Butler, autore di 29 punti e 9 assist con 10 punti nel solo quarto periodo, all’interno di un parziale da 11-2 che ha definitivamente dato la vittoria agli Heat (la settima nelle ultime otto)

I Pelicans hanno vissuto una pessima serata al tiro quantomeno nei primi tre quarti, chiudendo sotto il 40% dal campo e con il 25% da tre punti (11/43) — una brutta serata a cui ha contribuito anche Nicolò Melli, rimasto in campo per 23 minuti ma sbagliando tutti i cinque tiri tentati (quattro da tre punti) pur raccogliendo 7 rimbalzi e distribuendo 4 assist. Per coach Van Gundy ci sono 17 punti di Brandon Ingram, 15 di Steven Adams e le doppie cifre di Josh Hard (12), Nickeil Alexander Walker (13), Lonzo Ball (10) e Kira Lewis Jr (11)

INDIANA PACERS-DENVER NUGGETS 103-113 | Quarta vittoria in fila in trasferta per i Nuggets (striscia più lunga lontano da Denver degli ultimi nove anni), arrivata grazie alla quinta doppia doppia nelle ultime sei gare firmata da Michael Porter Jr., autore di 24 punti e 11 rimbalzi con 9/14 al tiro. Il giovane talento della squadra del Colorado fa meglio di Nikola Jokic, che sfiora la tripla doppia con 20 punti, 12 rimbalzi e 8 assist, dimostrando di essere in splendida forma e pronto per l’All-Star Game

Sempre peggio a livello di risultati i Pacers invece, che beneficeranno di questi giorni di pausa per l’All-Star Game provando a mettere da parte le cinque sconfitte arrivate nelle ultime sei gare, che hanno portato Indiana al decimo posto a Est. Il miglior realizzatore della squadra di casa è Myles Turner, autore di 22 punti e 12 rimbalzi, mentre Domantas Sabonis fa il minimo indispensabile per raccogliere la sua quarta tripla doppia stagionale (10+10+10)

NEW YORK KNICKS-DETROIT PISTONS 114-104 | L’All-Star Game potrebbe essere soltanto il primo appuntamento speciale della stagione per Julius Randle, alla guida dei Knicks che al giro di boa hanno dimostrato di essere una squadra da playoff. Sono suoi i 27 punti, 16 rimbalzi e 7 assist che per mettono a New York di arrivare alla pausa sul 19-18 di record e occupando il quinto posto a Est - un piazzamento su cui davvero in pochi avrebbero scommesso a inizio anno

I Pistons invece continuano a naufragare in una stagione nella quale non sembrano in grado (né intenzionati) a risalire la china: Detroit non va oltre i 17 punti di Wayne Ellington e i 12 dell’ex Dennis Smith Jr. (in campo a differenza di Derrick Rose, alle prese con il protocollo anti-COVID), in un match in cui otto giocatori su nove di quelli scesi sul parquet chiudono in doppia cifra in casa Pistons. Uno sforzo vano che non impedisce agli ospiti di incassare la quarta sconfitta nelle ultime cinque gare

SAN ANTONIO SPURS-OKLAHOMA CITY THUNDER 102-107 | Passo falso a sorpresa degli Spurs che perdono in casa contro OKC, non in grado di difendere l’ottimo vantaggio accumulato nella prima parte della sfida (37-23 di parziale nel solo secondo quarto). I Thunder infatti si riportano prepotentemente a contatto, anche grazie alle 19 palle perse dei padroni di casa che regalano 26 punti a OKC. Alla sirena finale sono 20 punti per DeRozan e 15 per Lyles, in un roster decimato dalla assenze

Festeggiano il successo i Thunder invece, che provano a rimettere in sesto una stagione complicata ma nella quale non hanno alcuna intenzione di recitare il ruolo di vittima sacrificale. Merito come al solito di Shai Gilgeous-Alexander, autore di 33 punti (20 dei quali arrivati nella ripresa) con 11/19 al tiro, 9/10 ai liberi e ben 8 assist ad armare la mano dei vari Mike Muscala (18 punti a gara in corso) e Luguentz Dort (15 ma con 16 tiri)

PHOENIX SUNS-GOLDEN STATE WARRIORS 120-98 | Dura meno di un tempo la partita tra Phoenix e Golden State, con gli ospiti che lasciano a riposo Steph Curry e Draymond Green e i Suns che ne approfittano per scappare in doppia cifra di vantaggio in avvio e non voltarsi più indietro. Alla sirena finale sono ben sette i giocatori in doppia cifra per quella che si conferma come seconda forza a Ovest, guidata dai 16 punti di Devin Booker i 14 di Jae Crowder e gli 11 con 10 rimbalzi di Deandre Ayton - tutti rimasti sul parquet il minimo indispensabile

Una gara da dimenticare per gli Warriors, ma non per Nico Mannion - alla sua prima partita da titolare in carriera, tornato in prima squadra dopo l’ottima avventura in G League nella bolla di Orlando e all’esordio proprio nella sua Phoenix, dove ha incantato per un anno al college con Arizona. Per Mannion sono 9 punti in 31 minuti di gioco (entrambi massimo stagionale), con 3/5 dall’arco, 4 rimbalzi e 6 assist, provando a coinvolgere il più possibile i compagni in una serata non semplice per Golden State