
NBA, risultati della notte: Irving ne mette 40 contro Boston, crollo Warriors coi Clippers
Kyrie Irving punisce la sua ex squadra pareggiando il suo massimo in stagione da 40 punti, spingendo Brooklyn alla 12^ vittoria nelle ultime 13. Tony Snell sulla sirena regala la vittoria agli Hawks di un Danilo Gallinari da 20 punti, tonfo pesantissimo di New Orleans in casa contro Minnesota (2 punti per Melli). Philadelphia vince anche senza Simmons ed Embiid, Miami vince il derby della Florida, Golden State crolla e Curry si infuria. Di seguito tutto quello che è successo nelle 11 partite della notte NBA

BROOKLYN NETS-BOSTON CELTICS 121-109 | La sfida tra due squadre di vertice della Eastern Conference conferma il verdetto già visto lo scorso 25 dicembre, mantenendo in parte le stesse proporzioni: Brooklyn batte Boston con margine, senza patire troppo le assenze degli infortunati Kevin Durant e Blake Griffin, aggrappata al talento offensivo di un gruppo che si scrolla di dosso i Celtics a inizio quarto periodo e vince con merito la 12^ gara delle ultime 13 giocate, confermando di essere la miglior squadra NBA dell’ultimo mese
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“MVP, MVP, MVP”: questo è il coro fatto partire dai 1.500 tifosi presenti sugli spalti del Barclays Center quando nel finale di gara Kyrie Irving va in lunetta a chiudere un match da 40 punti - massimo in stagione eguagliato, quinta gara in maglia Nets con così tanti punti a referto, terzo all-time nella storia di Brooklyn dopo John Williamson (8) e Vince Carter (17). Ai suoi canestri si aggiungono quelli di James Harden, che sfiora la tripla doppia e chiude con 22 punti, 10 rimbalzi e 8 assist
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Si ferma a quattro invece la striscia di successi consecutivi di Boston, guidata dai 31 punti con 13/22 al tiro di Jayson Tatum, a cui si aggiungono i 17 con 8 rimbalzi di Daniel Thies che tira 7/10 dal campo. Molto impreciso invece Jaylen Brown: 5/23 dal campo in 40 minuti di gioco, con soli 13 punti a referto contro una difesa che lascia parecchio spazio agli avversari. I Celtics ritrovano sul parquet anche Marcus Smart, partito dalla panchina e autore di 19 punti in 21 minuti di gioco
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MIAMI HEAT-ORLANDO MAGIC 111-103 | Senza l’infortunato Bam Adebayo, ci pensa ancora una volta Jimmy Butler a trascinare gli Heat al successo contro Orlando grazie ai suoi 27 punti, 11 assist e 8 rimbalzi - decisivo nel regalare a Miami l’ottavo successo nelle ultime nove gare, in risalita a Est e con un record ora superiore al 50% di successi (19-18). Kelly Olynyk ne aggiunge 10 con 7 rimbalzi e 4 triple, mentre sono 17 i punti di Tyler Herro in uscita dalla panchina
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Orlando invece riprende da dove aveva lasciato, senza riuscire a invertire la rotta e incassando così la sesta sconfitta in fila che allontana sempre più i Magic dalla zona playoff: non basta alla squadra guidata da Steve Clifford un Nikola Vucevic da 24 punti e 17 rimbalzi, a cui si aggiungono i 21 realizzati da Dwayne Bacon (al suo massimo in stagione) e i 9 punti del rientrante Aaron Gordon, alla prima partita giocata dal 31 gennaio dopo la distorsione alla caviglia sinistra

CHARLOTTE HORNETS-DETROIT PISTONS 105-102 | Gli Hornets ripartono con un successo e con il ritorno al 50% di vittorie (18-18 di record, la prima volta dopo dal 13 gennaio scorso) davanti agli occhi di un soddisfatto Michael Jordan, che si gode i 17 punti a testa di Gordon Hayward e di Terry Rozier - autore nel finale dei canestri che decidono la sfida in favore di Charlotte. PJ Washington è il miglior realizzatore con i suoi 20 punti, mentre LaMelo Ball chiude con 7 e 9 assist in un match per lui da 3/11 dal campo
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Detroit invece conferma tutte le sue difficoltà, segna soltanto 39 punti in un primo tempo da 6/26 dall’arco e non riesce mai a trovare continuità offensiva, nonostante Jerami Grant come al solito sia il migliore della squadra con i suoi 32 punti, 8 rimbalzi e 4 assist con 11/24 dal campo. Saddiq Bey, originario di Charlotte, ne aggiunge 14 con 4 triple a bersaglio. I Pistons incassano così la 27^ sconfitta a fronte di sole 10 vittorie stagionali, ultimi per distacco nella Eastern Conference
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TORONTO RAPTORS-ATLANTA HAWKS 120-121 | Gli Hawks conquistano il primo successo della seconda parte di stagione nel modo più rocambolesco possibile, rimontando 15 lunghezze di svantaggio negli ultimi 6 minuti di partita e vincendo sul campo dei Raptors la terza partita consecutiva. A fare la differenza proprio allo scadere è stato un buzzer beater di Tony Snell, sommerso dai compagni dopo il canestro decisivo
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Autore di soli tre punti fino a quel momento, Snell è stato ben imbeccato da un Trae Young da 37 punti e 7 assist, ribaltando il lato dopo non essere riuscito a trovare Danilo Gallinari sull’arco ma credendo nelle doti al tiro di un compagno a cui non vengono mai affidati palloni così pesanti. “Trae attira tantissime attenzioni, ma non aveva nessun passaggio comodo. Allora si è fidato di Tony e lui ha fatto quello che fa sempre per noi — segna triple importanti” ha detto coach McMillan. Dal 1 febbraio, Snell sta tirando col 64.6% da tre punti
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Mentre tutti i compagni sommergevano Snell, sull’altro lato del campo Danilo Gallinari rimaneva con le braccia alzate e il segno del 3 con le dita che aveva cominciato a fare non appena ha visto il pallone lasciare le mani del compagno, congratulandosi poi con lui. “Sapevo che sarebbe entrata, ero già in posizione” ha detto dopo una prestazione da 20 punti in uscita dalla panchina con 6/10 dal campo e 4/8 da tre con 5 rimbalzi, insieme ai 19 di Huerter e i 13 di Collins
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Quinta sconfitta nelle ultime sei per i Raptors, le cui assenze per Covid (VanVleet, Siakam e Anunoby) stanno pesando enormemente dopo un periodo positivo. Coach Nick Nurse, tornato in panchina, ha 33 punti da Norman Powell e 29 da Chris Boucher, a cui si aggiungono i 17 di un Kyle Lowry salito al 2° posto nella classifica marcatori all-time della franchigia. Il 9/25 dell’ultimo quarto ha fatto la differenza prima ancora della tripla di Snell: “Siamo andati tutti contro Young cercando qualcun altro che ci battesse. Lo hanno trovato” ha ammesso Powell dopo la gara
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MILWAUKEE BUCKS-NEW YORK KNICKS 134-101 | I Knicks, arrivati al match contro Milwaukee come la squadra che ha concesso nei primi tre mesi la percentuale più bassa di conversione al tiro agli avversari (43.5% dal campo) e da tre punti (33%), si arrendono in un match in cui i Bucks dilagano già nel primo tempo, chiudendo con il 57.5% al tiro e oltre il 47% dall’arco - permettendo così alla squadra di coach Budenholzer di prendersi il settimo successo nelle ultime otto gare giocate
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A guidare Milwaukee ci pensa Giannis Antetokounmpo, che dopo la prestazione da MVP all’All-Star Game, mette a referto in meno di 30 minuti la sua quinta tripla doppia stagionale: per lui sono 24 punti, 10 rimbalzi e 10 assist con 8/12 al tiro e anche una tripla a bersaglio con l’unico tentativo da lontano del suo match. Sono sette invece i canestri pesanti di Bryn Forbes in uscita dalla panchina, uno dei sette giocatori in doppia cifra alla sirena finale per i Bucks
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CHICAGO BULLS-PHILADELPHIA 76ERS 105-127 | Senza Embiid e Simmons - ancora in quarantena dopo essere stati costretti a saltare anche l’All-Star Game per un contatto diretto con un parrucchiere risultato positivo al COVID-19 - Philadelphia conquista il successo trascinata dai 24 punti di Tobias Harris e un Dwight Howard da 18 punti e 12 rimbalzi con 8/12 dal campo in uscita dalla panchina. Tony Bradley ne mette 14, nuovo massimo in stagione, con Embiid da casa che ha twittato: “Costruiamo la squadra attorno a Bradley”
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La spalla di Lauri Markkanen tornata a posto gli permette di scendere in campo e chiudere con 23 punti a referto - miglior realizzatore in quella che resta una sconfitta mai in discussione per i Bulls, che non sono riusciti ad approfittare delle tante assenze in casa Sixers. Zach LaVine, reduce dal primo All-Star Game della sua carriera, ne aggiunge 19 con 7 assist e 7/16 al tiro; la stessa percentuale dal campo di Coby White che mette a referto 4 triple e 4 assist

NEW ORLEANS PELICANS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 105-135 | Successo inatteso in trasferta dei T’Wolves che approfittano della pessima difesa Pelicans, segnano 78 punti nei due quarti centrali della sfida, scappano via nel punteggio e si prendono una vittoria meritata lontano da Minneapolis tirando con il 53.7% dal campo e mandando a bersaglio ben 19 triple. Karl-Anthony Towns chiude con 16 punti a referto, ma non è lui il volto del primo successo da capo allenatore in NBA per Chris Finch
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Minnesota si gode un Jaylen Nowell autore di 28 punti (superato di 10 il suo precedente massimo in carriera), letale nei 28 minuti in uscita dalla panchina con il suo 11/13 dal campo e 6/7 dalla lunga distanza. Anche il rookie Jared McDaniels raccoglie il miglior bottino della sua stagione: 20 punti con 8/9 al tiro, confermando l’infallibilità della panchina T’Wolves con Naz Reid da 15 punti e 7/9 complessivo. In quintetto invece sono 27 i punti di Anthony Edwards, altra ottima prestazione in una serata offensiva da incorniciare per gli ospiti

In una gara da record per Minnesota - unica delle due squadre (l’altra sono i Bulls di MJ nel 1996) a riuscire negli ultimi 25 anni a vincere con 30 punti di margine dopo essere stata sotto di 15 - New Orleans non va oltre i 24 punti di Zion Williamson, sempre eccellente per percentuale realizzativa con il suo 9/13 dal campo, a cui si aggiungono invano altri sei giocatori in doppia cifra. Sette minuti sul parquet per Nicolò Melli, che tira due volte e mette a referto 2 punti e 5 rimbalzi
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OKLAHOMA CITY THUNDER-DALLAS MAVERICKS 116-108 | Con Doncic e Porzingis tenuti a riposo nella seconda notte di un back-to-back, Dallas non ha abbastanza attacco neanche per battere i Thunder, finendo subito sotto 35-19 nel primo quarto e non riuscendo a completare una rimonta arrivata fino al -2 negli ultimi due minuti di gioco. Da lì in poi però Shai Gilgeous-Alexander ha preso in mano la partita, rendendo inutili i 27 punti di Josh Richardson, i 26 di Jalen Brunson e i 24 di Tim Hardaway Jr.
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Il leader dei Thunder ha chiuso un’altra prestazione eccezionale da 32 punti con 11/22 al tiro e un perfetto 9/9 ai liberi, tra cui sei per tenere a distanza i Mavericks nel finale di gara. Ad accompagnarlo anche i 21 punti con 9 rimbalzi di Al Horford e i 14 a testa di Luguentz Dort e Alexsej Pokusevski in quintetto, oltre agli 11 con 9 assist del rookie Theo Maledon per la 16^ vittoria stagionale della squadra di coach Mark Daigneault
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PORTLAND TRAIL BLAZERS-PHOENIX SUNS 121-127 | Quinto successo in fila per gli inarrestabili Suns, che ritrovano Devin Booker (fuori per l’All-Star Game per un problema al ginocchio) e rimontano 11 punti di svantaggio nel secondo tempo con l’autorevolezza della grande squadra, portando a casa la 14^ vittoria nelle ultime 16 partite. Si interrompe a tre invece la striscia dei Blazers, battuti 37-27 nel quarto finale
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Rispetto 132-100 rimediato qualche settimana fa a Phoenix, stavolta Portland se la gioca di più grazie anche ai 30 punti di Damian Lillard, ma non può nulla davanti ai 35 di un Booker in versione extra lusso (12/21 dal campo, 8/8 ai liberi e anche 8 assist) accompagnato dai 19 di Chris Paul e dai 18 di Mikal Bridges, oltre alla solita panchina estremamente produttiva. Phoenix si conferma così la seconda forza a Ovest
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SACRAMENTO KINGS-HOUSTON ROCKETS 125-105 | Non accenna a fermarsi la picchiata dei Rockets, arrivati alla 14^ sconfitta consecutiva. I texani non riescono a rimanere in partita neanche contro un avversario non irresistibile come i Kings, perdendo Eric Gordon per un infortunio all’inguine dopo aver dovuto già fare a meno di John Wall. I 23 punti di Victor Oladipo e soprattutto la doppia doppia di Kevin Porter Jr. al debutto (13 punti e 10 assist) sono le uniche note liete per coach Silas
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Non bastasse la peggior striscia di sconfitte da due decenni a questa parte, Houston si ritrova a fare i conti anche con la grana PJ Tucker. Il veterano, già scontento da qualche mese, è stato tolto dal campo a pochi minuti dalla palla a due e non giocherà più per i Rockets, cercando una soluzione per cederlo entro la deadline del prossimo 25 marzo, come ammesso anche dall’allenatore

In casa Kings, per una volta, c’è paradossalmente meno trambusto rispetto agli avversari. De’Aaron Fox ne ha approfittato per regalarsi una serata da 30 punti, 7 rimbalzi e 9 assist, seguito dai 20+6+7 di Buddy Hield e i 20 con 11 rimbalzi a testa di Harrison Barnes e Richaun Homes, ricominciando col piede giusto dopo aver perso 11 delle 13 partite prima della pausa per l’All-Star Game

L.A. CLIPPERS-GOLDEN STATE WARRIORS 130-104 | Tutto facile per i Clippers, che interrompono la striscia di tre sconfitte in fila e infliggono la quarta consecutiva ai Golden State Warriors, mai così in basso in stagione tanto da costringere Steph Curry ad alzare la voce nel timeout. Kawhi Leonard è rimasto in campo giusto tre quarti, il tempo necessario per chiudere con 28 punti accompagnato dai 17 di Paul George e i 16+14 di Serge Ibaka per una partita mai in discussione

La strigliata di Curry a inizio terzo quarto non è servita per evitare di subire 45 punti nella frazione, con il due volte MVP che ha chiuso con 14 punti (6/16 al tiro) insieme ai 15 a testa di Wiggins e Oubre. In un ultimo quarto ormai senza storia, Nico Mannion ne ha approfittato per segnare 10 punti (prima doppia cifra in carriera NBA) ma la vera storia è stata James Wiseman, tenuto in panchina punitiva per tre quarti e autore di 14 punti e 7 rimbalzi nella frazione finale
VIDEO | STEPH CURRY ALZA LA VOCE NEL TIMEOUT