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NBA, Golden State, regalo di compleanno per Curry: battuti gli Utah Jazz

NBA SUNDAYS
©Getty

Una partita condotta dall’inizio alla fine dagli Warriors, trascinati dai 32 punti di Steph Curry e dalla tripla doppia di Draymond Green contro un avversario complicato - aggrappato invano a un Rudy Gobert da 24 punti e ben 27 rimbalzi, suo nuovo massimo in carriera. Tiene bene il campo anche il quintetto di riserva di Golden State, guidato da un positivo Nico Mannion (12 minuti e 5 punti a referto)

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GOLDEN STATE WARRIORS-UTAH JAZZ 131-119

Steph Curry festeggia nel migliore dei modi il suo 33° compleanno, guidando al successo gli Warriors in una sfida complicata contro un avversario di primissimo livello come gli Utah Jazz. Un match controllato da Golden State sin dalla palla a due, grazie a un primo quarto da 14 punti (32 complessivi) di Curry che chiude con 6/9 dalla lunga distanza. Canestri che regalano in avvio una doppia cifra di vantaggio ai padroni di casa, più volte accarezzata nel corso del match anche grazie alla tripla doppia in tre quarti messa a referto da Draymond Green: 11 punti, 12 rimbalzi, 12 assist e ben 4 recuperi, che ben raccontano il suo impatto a protezione del ferro, nonostante a Golden State manchi la stazza per battagliare a rimbalzo contro Utah. A fare la voce grossa sotto il ferro infatti è soprattutto Rudy Gobert che ne approfitta e ritocca il suo massimo in carriera alla voce rimbalzi (ben 27!) conditi con 24 punti - miglior realizzatore degli ospiti al pari di Donovan Mitchell, che raccoglie metà bottino nel terzo quarto quando Utah prova a riportarsi avanti. I Jazz però non ci riescono mai, neanche contro le riserve degli Warriors che tengono botta dopo il pessimo approccio della gara persa contro i Clippers due giorni fa. Merito anche di Nico Mannion (12 minuti e 5 punti a referto), metronomo di un quintetto in cui spiccano i 16 punti di James Wiseman e i 18 di Jordan Poole - sul parquet anche nei momenti caldi della partita. I canestri più importanti del match invece li firma Andrew Wiggins - 28 punti con 12/16 al tiro: sintesi perfetta di un gruppo che ha trovato energie e canestri da tutti i suoi interpreti.

Il racconto del primo quarto tra Warriors e Jazz

L’orario mattutino (a San Francisco sono le 13) non aiuta certo le squadre in campo a trovare ritmo, ma i miseri due punti messi a referto nei primi tre minuti dai Jazz preoccupano non poco coach Snyder che preferisce chiamare subito timeout per parlarne un po’. Gli ospiti al ritorno sul parquet fanno affidamento su quella che è l’arma più efficace della miglior squadra NBA di questi primi tre mesi: il tiro da tre punti, trovando il fondo della retina con tre giocatori diversi. Al giro di boa Jazz avanti 11-9. Golden State però resta in partita, rubando palloni in difesa (4 in recupero sul palleggio avversario in maniera identica) e soprattutto affidandosi a uno Steph Curry intenzionato a festeggiare nel migliore dei modi i suoi 33 anni: 14 punti, 15-0 di parziale Warriors e Golden State avanti 24-11. Quando gioca così, Curry non puoi toglierlo infatti va fino in fondo nel primo quarto, chiuso dagli Warriors avanti sul 33-22 tirando con il 61% dal campo.

Il racconto del secondo quarto tra Warriors e Jazz

Il quintetto di riserva degli Warriors (con Nico Mannion in regia al posto di Curry) permette ai Jazz di approfittare della situazione e riavvicinarsi nel punteggio: in meno di tre minuti, nonostante una bella giocata del talento azzurro, Utah torna a -1. Steve Kerr però crede nei suoi giovani ragazzi, non cambia, non chiama timeout e Golden State mantiene il naso avanti grazie a un paio di bersagli di Jordan Poole. Anche al rientro dei vari Mitchell e Bogdanovic, le riserve degli Warriors reggono, rispondono colpo su colpo anche grazie alle giocate di un positivo Mannion - situazione ben diversa rispetto al tracollo di due giorni fa contro i Clippers da parte della second unit. Golden State riesce così a tornare in doppia cifra di vantaggio nel finale di primo tempo. La differenza che tiene pienamente in corsa i Jazz prima dell’intervallo lungo? Il diverso numero di tiri liberi tentati: 13 per Utah, 1 solo per Golden State. A metà gara Warriors avanti 67-54, con merito.

Il racconto del terzo quarto tra Warriors e Jazz

Utah però è la miglior squadra di questo avvio di stagione non a caso, decisa a rimettersi in corsa in una sfida ancora aperta: a dare una mano agli ospiti ci pensano i 18 rimbalzi raccolti in 19 minuti da Rudy Gobert e così è Steve Kerr a chiamare il primo timeout della ripresa quando il vantaggio Warriors scende in singola cifra. Il problema in area per Golden State è difficile da arginare e l’unica speranza sono i tre falli che costringono Gobert a tornare in panchina, con Utah a soli due possessi di distanza a metà terzo quarto. Mitchell accelera nel terzo quarto, segnando 12 punti in meno di 10 minuti ma senza riuscire a riportare avanti Utah: a un quarto d’ora dalla sirena è +10 Warriors. La tripla doppia di Draymond Green già chiusa in tre quarti (11, 11 e 10 assist) a cui si aggiungono i 19 punti di un semi-perfetto Andrew Wiggins al tiro permettono a Golden State di chiudere avanti a 12 minuti dal termine.

Il racconto dell’ultimo quarto tra Warriors e Jazz

Mannion, Poole, Wiseman e i giovani Warriors reggono anche a inizio dell’ultima frazione, mantenendo con sforzo cinque lunghezze di vantaggio dopo che sembravano caracollare contro i colpi dei Jazz. 107-102 per Golden State a meno di 7 minuti dalla sirena. Chi di tiro da tre ferisce, di tiro da tre rischia di perire: Golden State infatti, oltre a superare per la 15^ volta in stagione quota 30 assist di squadra a referto, trova il fondo della retina da lontano prima con Jordan Poole (in campo nei minuti importanti del match), poi con Eric Paschall e infine con il solito Steph Curry. A 3 minuti e mezzo dal termine è di nuovo +10 Warriors. Nel finale di gara la sostanza non cambia: Golden State vince con merito una gara guidata dall'inizio alla fine.