
NBA, risultati della notte: i Lakers vincono ancora, Gallinari e Lillard show
Seconda tripla doppia consecutiva per LeBron James, che spazza via Minnesota nel secondo tempo. Rimonta incredibile di Portland su New Orleans grazie ai 50 punti e 10 assist di Damian Lillard, Gallinari ne segna 29 nel successo di Atlanta su Houston (17 ko consecutivi). Utah torna a vincere sul campo di Boston, si allungano le strisce vincenti di Philadelphia (6 in fila) e Miami (5). Infine LaVine segna 40 punti in tre quarti nel successo di Chicago su OKC

LOS ANGELES LAKERS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 137-121 | Terza vittoria in fila, seconda nel giro di 24 ore e Lakers lanciati sempre più alla rincorsa della vetta a Ovest grazie al solito ispirato LeBron James che ingrana come tutta la squadra gialloviola nel secondo tempo e spazza via dal campo la peggior squadra della Western Conference. I campioni NBA, senza Anthony Davis e Marc Gasol, partono con Damian Jones titolare e sono abili a sfruttare i 25 punti con 11/16 al tiro di Montrezl Harrell, a cui si aggiungono sempre dalla panchina i 16 punti di Kyle Kuzma
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Al resto invece pensa LeBron James, costretto nuovamente ad aggiornare il libro dei suoi record: per il n°23 dei Lakers sono 25 punti, 12 rimbalzi e 12 assist in 31 minuti (anche lui cerca di riposare nella seconda sfida di un back-to-back), la tripla doppia n°99 della sua carriera, a un passo dalle 100 - un traguardo raggiunto in precedenza soltanto da altri quattro giocatori nella storia NBA: Oscar Robertson, Russell Westbrook, Magic Johnson e Jason Kidd
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Minnesota invece parte forte, segna 70 punti nel solo primo tempo cavalcando un Karl-Anthony Towns da 29 punti; gli stessi messi a referto da Anthony Edwards in un match in cui gli ospiti tirano con ben il 52% dal campo contro la miglior difesa NBA. Il problema però è a protezione del ferro: Minnesota si sfalda completamente e non riesce a evitare la sconfitta n°11 delle ultime 13 gare giocate. Così non si va davvero da nessuna parte

PORTLAND TRAIL BLAZERS-NEW ORLEANS PELICANS 125-124 | Quando Eric Bledsoe ha segnato il canestro del +17 a 5:56 dalla fine, era assurdo pensare che i Pelicans avrebbero perso questa partita. D’altronde in 236 precedenti con quella situazione di punteggio (+17 a 6 dalla fine) non era mai successo in questa stagione che la squadra in vantaggio perdesse. Eppure non si può mai stare tranquilli quando si è a casa di Damian Lillard, che ha messo un altro gioiello alla sua stagione irreale
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La stella dei Blazers ha chiuso con il suo season-high da 50 punti (13/20 al tiro, 6/13 da tre) e 10 assist, segnando tutti i 18 tiri liberi tentati tra cui gli ultimi due per il sorpasso a 1.2 secondi dalla fine, dopo che Bledsoe ha commesso fallo sul suo possibile tiro della vittoria. L’ennesima prestazione sensazionale, festeggiando al meglio il ritorno di CJ McCollum (10 punti in 26 minuti) e accompagnato dai 22 dalla panchina di Gary Trent Jr.
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L’altro lato della medaglia è una sconfitta bruciante per i Pelicans, che dopo aver battuto i Clippers hanno guidato in casa dei Blazers per larghissimi tratti grazie alle stelle della squadra. Brandon Ingram ha chiuso con 30 punti, Zion Williamson ne ha aggiunti 28 con 8 assist ma soprattutto Lonzo Ball ha chiuso con 11 punti e il suo massimo in carriera da 17 assist, con 20 punti dalla panchina di Nickeil Alexander-Walker. Lo stesso canadese ha però perso il pallone che ha aperto la strada a Lillard: il finale era scritto
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ATLANTA HAWKS-HOUSTON ROCKETS 119-107 | Sesto successo consecutivo per Atlanta, che eguaglia la striscia più lunga di vittorie degli ultimi cinque anni nella storia della franchigia, approfittando così della scossa data dalla promozione di Nate McMillan nel ruolo di capo allenatore al posto di coach Pierce. Basta meno di un quarto d’ora agli ospiti per toccare la doppia cifra di vantaggio (35-22 in avvio); margine sprecato nella ripresa in un match vinto grazie ai soli 15 punti messi a referto nell’ultima frazione dai Rockets
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Il volto della vittoria degli Hawks è Danilo Gallinari, autore di 29 punti con 10/14 al tiro e 5/8 dall’arco. Il n°8 azzurro parte in quintetto - a differenza dell’utilizzo fatto dalla precedente gestione come sesto uomo - e segna ben 20 dei suoi 29 punti nel primo tempo, mostrando di essere tornato al vecchio splendore in una squadre che può finalmente disporre di Bogdan Bogdanovic e Rajon Rondo in uscita dalla panchina. Al resto pensa Trae Young, in doppia doppia da 13 punti e 14 assist
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Ai Rockets non resta invece che raccogliere i cocci di una stagione che sta diventando sempre più negativa: 17^ sconfitta in fila e record negativo di franchigia eguagliato (raccolto dai San Diego Rockets nel 1967-68, la loro stagione inaugurale), in un match in cui Houston è stata costretta a fare a meno di John Wall, Christian Wood e Eric Gordon. In campo c’è Victor Oladipo, ma i suoi 34 punti con 13/20 al tiro sembrano più un saggio di forza personale che non la spinta necessaria per cambiare rotta
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BOSTON CELTICS-UTAH JAZZ 109-117 | Gli Utah Jazz continuano ad avere il miglior record della NBA non a caso, come dimostrano conquistando un meritato successo a Boston, cominciando con il piede giusto un giro di cinque trasferte in cui approfittare del contributo di tutti. Mitchell segna 8 dei suoi 21 punti nell’ultimo quarto, a cui si aggiungono i 20 di Clarkson in uscita dal panchina, i 16 con 12 rimbalzi di Gobert e le 19 triple a bersaglio. Una sinfonia che permette ai Jazz di restare in vetta alla Western Conference
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Il fattore chiave in favore degli ospiti? I 45 punti raccolti in uscita dalla panchina, contro i 21 segnati dai Celtics che sul 104-101 nel quarto periodo hanno anche l’occasione di pareggiare, ma mancata la tripla sprofondano nonostante i 29 punti di Jayson Tatum (12/24 al tiro e 6 rimbalzi), i 28 punti di Jaylen Brown (con 7 assist e 5 rimbalzi) e i 15 con 11 rimbalzi e 6 assist di Daniel Theis. Per Boston è il secondo passo falso nelle ultime tre gare, scivolati nel frattempo al sesto posto a Est

PHILADELPHIA 76ERS-NEW YORK KNICKS 99-96 | Sesta vittoria in fila per i Sixers che si sbarazzano anche dei Knicks senza patire troppo l’assenza dell’infortunato Joel Embiid sotto canestro. Una partita conquistata grazie al canestro decisivo firmato da Tobias Harris che subito dopo il tiro ci ha tenuto a mandare un messaggio al mondo: “Io sono un All-Star”, urlato anche a Ben Simmons - suo compagno di squadra e convocato alla partita delle stelle - che sfiora la tripla doppia (16 punti, 13 rimbalzi e 7 assist) e che in carriera non ha mai perso contro New York
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Alla sirena finale sono 30 punti per Harris, conditi con 6 rimbalzi e 4 triple decisive, a cui si aggiungono i bersagli da lontano di un Seth Curry da 20 punti (7/14 dal campo) e la doppia doppia in uscita dalla panchina da 11 e 12 rimbalzi di Dwight Howard. New York incassa così la seconda sconfitta in fila in meno di 24 ore, nonostante Julius Randle le provi tutte per lasciarsi alle spalle l’infrazione di passi arrivata contro i Nets in un match per lui da 19 punti (con 19 tiri), 15 rimbalzi e 8 assist
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MIAMI HEAT-CLEVELAND CAVALIERS 113-98 | Miami non smette di vincere e guidata dal suo MVP sta inesorabilmente risalendo la china a Est: merito di un Jimmy Butler sempre più incisivo e autore di 28 punti e 12 rimbalzi con 11/16 al tiro, 4 assist e la solita immensa capacità di incidere in ogni aspetto del gioco. Gli Heat si liberano così senza affanno di Cleveland e per la 3^ volta in stagione - una rarità - conducono tutto il quarto periodo oltre i 10 punti di margine, con il quintetto in doppia cifra e Tyler Herro che aggiunge 15 punti in uscita dalla panchina
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CHICAGO BULLS-OKLAHOMA CITY THUNDER 123-102 | Vittoria mai in discussione da parte dei Bulls che in casa spazzano via OKC grazie a un ispirato Zach LaVine: Chicago parte con un 42-28 di parziale che dopo 12 minuti segna la sfida e i Thunder, nonostante l’immediato tentativo di riportarsi a contatto, non tengono contro l’All-Star di casa e non riescono ad andare oltre i 21 punti del solito Shai Gilgeous-Alexander e i 20 con 16 rimbalzi e 9/16 al tiro di Moses Brown - centro molto promettente ed ennesima scommessa in questa stagione di transizione per OKC
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La prestazione della serata allo United Center è quella di Zach LaVine, che oltre a indossare la maglia della stessa squadra di Michael Jordan, gioca un match che offensivamente ricorda le prodezze di MJ: l’ex Timberwolves chiude con 40 punti a referto in 31 minuti, raccolti tirando 15/20 dal campo, 7/12 dall’arco e un eloquente +36 di plus/minus che sostanzialmente spiega come, con lui sul parquet, non ci sia stata minimamente partita
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