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NBA, Steph Curry clamoroso: segna 46 punti, Golden State batte Memphis ed è ottava a Ovest

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Il n°30 degli Warriors si prende la scena nel finale, segna tre dei suoi nove canestri dalla lunga distanza della serata uno dopo l’altro e regala a Golden State un successo che vale la conquista dell’ottavo posto a Ovest, a discapito proprio dei Grizzlies in una sfida dal sapore playoff. Alla sirena finale sono 46 punti per Curry, 21 per Wiggins, 14 con 9 assist e 9 rimbalzi per Green. A Memphis non basta la super doppia doppia da 29 punti e 16 rimbalzi di Valanciunas: i Grizzlies sfideranno gli Spurs al play-in

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GOLDEN STATE WARRIORS-MEMPHIS GRIZZLIES 113-101 (IL TABELLINO)

Serviva una gara da MVP e Steph Curry non si è fatto pregare due volte. Nella partita più importante della regular season degli Warriors, non poteva che essere lui il protagonista della vittoria che permette a Golden State di chiudere la stagione all’ottavo posto a Ovest. Merito dei suoi 46 punti a referto, raccolti tirando 36 volte (mai così tanto in carriera) e chiudendo con 9/22 con i piedi oltre l’arco. A indirizzare definitivamente la sfida contro i Grizzlies - anche loro in corsa per l’ottavo posto e condannati ora a dover vincere due partite al play-in - sono gli ultimi tre canestri da lontano a bersaglio, uno dopo l’altro, con tanto di esultanza alla Baron Davis tirando su la maglia. L’apoteosi, ennesima dimostrazione di forza per il miglior realizzatore della regular season NBA, che sfrutta al meglio i 21 punti che aggiunge Andrew Wiggins e i 14 con 9 assist e 9 rimbalzi di Draymond Green - onnipresente su entrambi i lati del campo.

 

A Memphis invece, che sprofondata sotto di 16 lunghezze era riuscita a riportarsi in corsa grazie all’energia di un Dillon Brooks da 18 punti e andato poi oltre il limite (fuori per sei falli a 7 minuti dalla sirena), mancano soprattutto due cose: il tiro da tre punti, in un match chiuso con 6/25 di squadra da lontano; i canestri di Ja Morant, appannato e impreciso per tre quarti, ripreso in parte nel finale in una gara chiusa con 16 punti e 7/21 al tiro. Jonas Valanciunas invece non ha nulla da rimproverarsi: 29 punti e 16 rimbalzi con 12/15 dal campo. Cifre che dovrà replicare anche la prossima settimana, sperando bastino per puntare a conquistare un posto ai playoff.

Il racconto del primo tempo tra Golden State e Memphis

Lo spareggio più atteso dell’ultima giornata di regular season inizia come non ti aspetti: Steph Curry silente - e tallonato da due avversari ogni volta che prova a entrare in possesso del pallone - mentre Memphis non sbaglia un colpo in attacco. Il risultato è che i Grizzlies segnano 17 punti in meno di cinque minuti, sfiorano la doppia cifra di vantaggio e costringono Steve Kerr a chiamare subito il primo timeout. Nulla di preoccupante, almeno a guardare quanto fatto da Draymond Green al ritorno sul parquet - salito subito a 8 punti segnati e abile a sfruttare lo spazio volutamente concesso dalla difesa Grizzlies. A Curry invece bastano due penetrazione e 4 punti per sistemare una pratica che gli stava particolarmente a cuore, diventando ufficialmente il miglior realizzatore della stagione NBA. Un primo quarto di altissimo livello si chiude nell'unico modo possibile: il n°30 di Golden State che fa impazzire la difesa avversaria, arriva al ferro e segna il canestro del 30-29 - primo vantaggio Warriors dopo 12 minuti di gioco.

 

La buona notizia per gli Warriors arriva nei primi 4 minuti del secondo quarto, quando tenendo a riposo sia Steph Curry che Draymond Green, Golden State non solo non affonda, ma allunga sul +9 costringendo Memphis a chiamare timeout dopo i canestri dei vari Toscano-Anderson e Jordan Poole. Memphis però tiene alta la resa di un quintetto che approfitta della dimensione di Jonas Valanciunas sotto canestro - primo del match in doppia cifra grazie ai suoi 11 punti e 7 rimbalzi nei primi 12 minuti trascorsi sul parquet. A metà secondo quarto è 42-37 in favore degli Warriors. È la difesa il segreto del vantaggio con cui Golden State riesce a chiudere il primo tempo: 55-49, avanti nonostante il 6/14 di Steph Curry che sbaglia alcune conclusioni facili, ma che condiziona - in positivo - tutto il resto in casa Warriors. 

Il racconto del secondo tempo tra Golden State e Memphis

A fare la differenza a inizio ripresa è l’energia: gli Warriors infatti sembrano avere più voglia, trascinati da un Curry che nonostante qualche errore di troppo, non perde fiducia nel suo tiro e lascia spazio e canestri ai compagni. Il n°30 Warriors è a quota 19 punti, a cui si aggiungono i 17 di un chirurgico Andrew Wiggins da 7/14 dal campo. Il primo timeout chiamato da Memphis non serve a fermare la mareggiata Warriors, che si abbatte di nuovo sui Grizzlies: +13 Golden State a metà terza frazione. A Memphis manca la spinta e il contributo di Ja Morant: da lui la spinta necessaria non arriva, con i Grizzlies che fanno una fatica bestiale a fare canestro da lontano - 4/17 di squadra in quasi tre quarti - mentre nel momento in cui Curry segna dal palleggio toccando i 30 punti (tirando 12/27 dal campo), la gara sembra prendere sempre più la strada in favore di Golden State. La tripla di Poole sul finire di terzo quarto ha il sapore del colpo del ko: a 12 minuti dal termine, Memphis con le spalle al muro sul 86-69 per gli Warriors.

 

A inizio quarto periodo la panchina di Memphis batte finalmente un colpo e riporta lo svantaggio in singola cifra, dimostrando maggiore reattività nei primi tre minuti della frazione e costringendo Golden State a chiamare timeout e schiarire un po’ le idee. La stanchezza gioca un brutto scherzo ai padroni di casa, che sul più bello smarriscono intesa e si aggrappano a Curry, mentre coach Jenkins decide di scommettere su un opaco Morant nel finale. Il parziale diventa preoccupante e tocca il 22-5 nella quarta frazione grazie a un super Dillon Brooks (uscito per sei falli nel momento più bello), punteggio sul 91-91 a 6 minuti dalla fine. Un super overtime per decidere chi conquisterà l’ottavo posto a Ovest. Finale meraviglioso, con Golden State che prima va sotto e poi torna sul +3 grazie al 5-0 di parziale, chiuso dalla schiacciata di Wiggins a rimbalzo d'attacco. La partita la risolve Steph Curry, mettendo non una, non due, ma tre triple una più bella dell’altra, una più incredibile dell’altra, con il n°30 di Golden State che trascina così di forza gli Warriors all’ottavo posto a Ovest.