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NBA, LaMelo Ball scatenato sulle pagine di GQ: "Io una rockstar? Di più: io sono unico"

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©Getty

L'ultimo rookie dell'anno NBA si racconta sulle pagine del magazine USA, rivelando quale college avrebbe scelte non fosse andato in Lituania e in Australia e attaccando duramente tutto il mondo NCAA: "La scuola non ci serve, non siamo stupidi: sappiamo come stare al mondo". E di sé dice: "Sono un esemplare raro: ho sempre saputo che sarei stato una superstar"

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Una lunga intervista sulle pagine di GQ e un video mentre naviga (account dopo account, password dopo password) su tutti i suoi profili social. LaMelo Ball torna a far parlare di sé in un'estate che ha visto protagonisti finora i suoi due fratelli: Lonzo passato da New Orleans a Chicago con un nuovo, ricco contratto, e LiAngelo impegnato a Las Vegas con gli Charlotte Hornets in summer league. Gli stessi Hornets che LaMelo ha guidato ai play-in lo scorso anno (con la netta eliminazione per mano degli Indiana Pacers) meritandosi alla sua prima stagione nella lega il premio di rookie dell'anno, nonostante abbia giocato solo 51 gare (31 da titolare) saltandone 21 per una frattura al polso della mano sinistra. Il titolo di matricola dell'anno non ha fatto altro che aumentare prestigio e attenzioni attorno a un giocatore che fin dai suoi 15 anni (quando segnò 92 punti in una partita di high school) è stato abituato ad avere i riflettori addosso. L'anno scorso - fanno sapere fonti interne alla NBA - l'aumento di popolarità su Instagram lo ha messo al livello di nomi come LeBron James e Steph Curry, sesto in tutta la lega per numero di follower guadagnati durante l'arco del campionato e per visualizzazioni generate dai suoi post. Se in campo ha chiuso con cifre attorno ai 16 punti, 6 assist e 6 rimbalzi di media, dimostrando grandi istinti per il gioco, in entrambe le due metà campo, fuori il più giovane dei tre fratelli Ball è quello che sembra più estroverso e spaccone, al limite dell'arroganza. "A chi assomiglio? A nessuno: sono uno di uno. Sono un esemplare raro". Obiettivi? "Ne ho già raggiunti tanti, ma me ne mancano altri: vincere il titolo NBA, ad esempio". "Chi è il miglior passatore tra me, Chris Paul, Jokic, Trae Young, LeBron e Ben Simmons? Beh, sono senz'altro top 3. Anzi, forse sono il n°1 [con Jokic e LeBron subito sotto di lui, ndr]". "Sapevo che avrei giocato nella NBA, l'ho sempre saputo. So di essere una superstar, per me è normale. Non voglio neppure dire di essere famoso come una rockstar, perché io sono qualcosa di più di una rockstar: sono qualcosa di raro", torna a ribadire nell'intervista concessa al magazine USA. 

L'attacco alla NCAA: "La scuola non serve a nulla"

Durante la quale racconta anche che se avesse scelto la strada più battuta, quella del college (invece delle avventure oltreoceano tra Lituania e Australia) "con ogni probabilità avrei giocato a USC [University of Southern California]", per poi però aggiungere subito il suo pensiero sul mondo (ancora amatoriale) della NCAA: "La scuola non era certo la mia priorità, io volevo andare in NBA. Per come è regolamentato oggi il mondo NCAA, nessun ragazzo impazzisce all'idea di andare a giocare al college. Non siamo stupidi. Sappiamo come imparare a stare al mondo, per quello non ci serve certo la scuola. E poi la scuola non ti insegna nulla: in fondo che razza di cosa è la scuola?". Un messaggio forse pericoloso, da predicare ai tanti ragazzi che guardano a lui come a un esempio. Ma LaMelo Ball, lo ripete fino allo sfinimemento, è "uno di uno", unico. E per lui ha funzionato. 

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