NBA, risultati della notte: Miami travolge Phoenix, Giannis da 43 non basta ai Bucks

Non si può certo dire che Giannis Antetokounmpo non ci abbia provato fino all’ultimo. Dopo un primo tempo da 8 punti, il due volte MVP ne ha realizzati 35 solamente nella ripresa, riportando di forza (anche provocando un taglio a Mason Plumlee) i suoi fino al -4 a 47.5 secondi dalla fine. A quel punto però Rozier ha segnato una tripla cruciale per rimettere distanza tra le due squadre, rendendo inutili anche i 27 punti di Khris Middleton e i 19+13 di Bobby Portis, con il resto dei Bucks capaci di segnare solo 17 punti in totale

INDIANA PACERS-UTAH JAZZ 125-113 | I Pacers hanno avuto ben poche soddisfazioni quest’anno, ma se non altro potranno vantarsi di aver vinto per due volte su due contro una delle migliori squadre della NBA come i Jazz. Merito ancora una volta della scintilla data da Lance Stephenson, che dopo i 30 punti contro Brooklyn ha chiuso con una doppia doppia da 16 punti e 14 assist, la metà dei quali per ispirare un quarto quarto eccellente dei padroni di casa guidati da uno scatenato Domantas Sabonis

Il lungo lituano si è trovato a meraviglia con “Born Ready”, chiudendo con il suo massimo in carriera da 42 punti con un fenomenale 18/22 a tiro di cui 3/4 da tre punti, accompagnato in quintetto anche dai 16 punti di Duane Washington e i 15 di Justin Holiday, fondamentale nel quarto periodo con due triple per tenere a bada i Jazz, sconfitti per la seconda volta in altrettante partite in trasferta dopo un mese senza ko lontano da casa

A differenza di quanto accaduto a Toronto in cui tutti i membri più importanti erano stati tenuti fuori, stavolta coach Snyder schiera i migliori giocatori a disposizione (tranne Gobert, fuori per Covid) ma non riesce a portare a casa la vittoria. Donovan Mitchell ci ha provato fino alla fine chiudendo con 36 punti e 9 assist, seguito dai 21 dell’ex Bojan Bogdanovic e i 18 di Jordan Clarkson, ma a mancare è stata soprattutto la difesa. “Se vogliamo vincere il titolo, dobbiamo essere concentrati ogni sera” l’analisi di Mitchell

BOSTON CELTICS-NEW YORK KNICKS 99-75 | Dopo la rimonta da +25 subita a New York suggellata dal buzzer beater di RJ Barrett, questa volta i Celtics non si fanno sorprendere e dominano i Knicks in un secondo tempo da 55-33 per i padroni di casa. Agli ospiti non sono serviti i 19 punti di Barrett, i 18 di Immanuel Quickley e i 13+12 di Julius Randle, complice una panchina capace di segnare appena 6 punti con Quentin Grimes e nient’altro

Dopo le parole di fuoco di coach Ime Udoka che aveva messo in dubbio la forza mentale della sua squadra, la risposta dei Celtics è arrivata forte e chiara soprattutto grazie a Jaylen Brown, che si è tolto la soddisfazione di realizzare la prima tripla doppia in carriera con 22 punti, 11 rimbalzi e 11 assist. Insieme a lui ci sono i 17 punti di Josh Richardson dalla panchina e i 19 di Jayson Tatum, non precisissimo al tiro con 6/14 e punzecchiato da Kendrick Perkins sui social, al quale ha risposto per le rime

DETROIT PISTONS-ORLANDO MAGIC 97-92 | La sfida tra le due peggiori squadre della NBA (record alla mano) si conclude con un successo dei Pistons, vincenti in tre delle ultime cinque partite. Merito di Trey Lyles, capace di segnare la metà dei suoi 16 punti nel solo ultimo quarto insieme a 13 punti, seguito dai 17 di Hamidou Diallo e i 16 di Saddiq Bey. Il massimo stagionale da 28 punti di Gary Harris non ha impedito invece l’ottava sconfitta consecutiva dei Magic, sempre più “lanciati” verso il peggior record della NBA

L.A. CLIPPERS-MEMPHIS GRIZZLIES 108-123 | Ottava vittoria consecutiva per i Grizzlies che anche senza Ja Morant e costretti a rinunciare a Dillon Brooks causa infortunio a inizio secondo quarto, trovano le forze e l’energia per ribaltare un match partito male e controllare in doppia cifra di vantaggio la ripresa. Merito dei 26 punti realizzati da Jaren Jackson Jr., a cui si aggiungono i 23 dell’ormai solito Desmond Bane (+29 di plus/minus in 29 minuti) e la doppia doppia da 18 e 14 rimbalzi di Brandon Clarke

I Clippers pieni di assenze invece reggono soltanto un quarto d’ora e poi sprofondano sotto i colpi degli ospiti (38-20 il parziale nella seconda frazione) che li condannano a incassare la terza sconfitta in fila. Non bastano i 29 punti con 4/6 dall’arco di Marcus Morris - ultimo a mollare e unico in grado di dare una scossa nel terzo quarto: la squadra di Los Angeles grazie ai suoi canestri si riporta anche a due possessi di distanza, ma al posto di piazzare la zampata, nel finale arriva il colpo del definitivo ko