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NBA, Kyrie Irving sul vaccino: "Per me non è facile farlo, ma non mi sento in colpa"

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©Getty

Risolta la questione Harden, ora i Brooklyn Nets devono continuare a fare i conti con l’impiego part-time di Kyrie Irving, che non può scendere in campo al Barclays Center per il noto obbligo vaccinale contro il Covid-19. "Vorrei poter giocare in casa, ma per me non è facile vaccinarmi come dice la gente. Non mi sento in colpa: sono l’unico che deve fare i conti con una situazione del genere. Prego ancora che le cose cambino" ha detto l’ex All-Star

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Dopo tre quarti da soli 9 punti segnati, Kyrie Irving ha provato a caricarsi i Brooklyn Nets sulle spalle segnando 20 punti nel solo ultimo periodo di gioco sul campo di Miami, senza però riuscire a evitare l’undicesima sconfitta dei suoi. Complice l’infortunio di Kevin Durant e l’arrivo di Ben Simmons ancora da organizzare, Irving è rimasto "da solo" a cercare di guidare la squadra, ma è convinto che le cose stiano per cambiare: "Sembreremo molto migliori di così quando ritroveremo un po’ di pezzi in campo" ha detto dopo la partita, per poi aggiungere senza che nessuno avesse chiesto che "Detto questo, vorrei poterci essere anche in casa. Alcune persone dicono semplicemente che devo farmi il vaccino, ma non è così semplice per me nella mia vita. In ogni caso, prego ancora che ci sia una conclusione migliore". La conclusione in cui spera Irving è che la città di New York sollevi l’obbligo vaccinale che attualmente gli impedisce di entrare al Barclays Center, costringendolo a guardare le partite da casa sua. "Ma non mi sento colpevole di non esserci" ha continuato Irving rispondendo a una precisa domanda sul tema. "Sono l’unico giocatore che deve fare i conti con questa situazione perché gioco a New York. Se giocassi da un’altra parte, probabilmente non ci sarebbero queste circostanze. Ma sono qui, c’è Eric Adams [nuovo sindaco di New York, ndr], c’è l’obbligo, ci sono cose che stanno accadendo nella vita reale che non influiscono solo su di me. Ma non provo rimorsi".

Irving: "Situazione pesante per tutti, la NBA e la NBPA avevano detto cose diverse"

Irving ha poi anche aggiunto: "La NBA e la NBPA avevano detto chiaramente che ci sarebbero stati modi per girare attorno a questa situazione, ma ora non è più percorribile. Perciò ditemi voi se sono da solo là fuori o se ho il supporto da tutti quelli che stanno affrontando la stessa cosa? Tutto questo non è facile per nessuno, e più voi [riferito ai giornalisti, ndr] continuate a battere su questo argomento e più vedo gente che ci scherza su chiamandomi ‘Half Game’ o ‘Half Man’. E la mia famiglia deve vedere cose del genere, così come i miei compagni. Il rumore esterno a volte finisce per farsi sentire, ma non mi tocca perché ci sono abituato". Coach Steve Nash ha ammesso che la situazione "è tutt’altro che normale" ma che la squadra sta reagendo mostrando il giusto spirito, mentre il GM Sean Marks sostiene che nessuno sia più frustrato per questa situazione di Irving. Resta il fatto che mancano pochi mesi ai playoff (sempre che Brooklyn ci arrivi, visto che al momento dovrebbe affrontare il torneo play-in) e la possibilità che Irving non giochi le partite in casa si fa sempre più concreta.

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