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NBA, Kevin Durant e il consumo di marijuana: "È come bere un bicchiere di vino"

le parole
©Getty

La stella dei Brooklyn Nets da anni investe in aziende che commercializzano legalmente la marijuana e, in un'intervista a David Letterman, ha spiegato di farne anche uso privato: "Mi tranquillizza, mi permette di liberare un po' la testa", spiega sottolineando il lavoro fatto per togliere lo "stigma sociale" legato al consumo di sostanze ricreative

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Per anni la marijuana è stata argomento bandito, oltre che proibita per ogni tipo di sportivo e atleta professionistico: il consumo comprovato di sostanze del genere avrebbe portato enormi ripercussioni e rischi seri per la propria carriera. Ora invece la narrativa (come la chiamano dall’altra parte dell’oceano) a riguardo è profondamente cambiata nell’ultimo decennio: resa legale in tanti stati federali americani, è diventata argomento di conversazione - e non più un tabù - anche per i giocatori NBA. A partire da Kevin Durant, che ha approfittato di un’intervista con David Letterman per parlare dell’argomento: KD infatti ha investito in diverse compagnie che commercializzano la marijuana (in maniera legale, ovviamente) e lavorano per togliere lo stigma sociale legato a quella che una parte di mondo continua a indicare come droga. 

Poi la risposta onesta alla domanda: “Hai fumato oggi?”, “Certo, ho iniziato a farlo da quando avevo 22 anni: per me è uno modo per distrarre un po’ il mio cervello. Mi tranquillizza, è come bere un bicchiere di vino”, aggiungendo poi in maniera ironica alla domanda di Letterman: “Sì, al momento sono sotto effetto”. Un modo per provare a rendere consuetudine una pratica sempre più diffusa negli USA, nonostante come sottolinea lo stesso Durant ci siano ancora delle incongruenze: “Negli ultimi due anni sono spuntati distributori di marijuana dappertutto: peccato che ci siano ancora oggi persone in galera da anni per spaccio. C’è qualcosa che non va in questo”.

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