NBA Finals, il falso Klay Thompson tira in campo per 10 minuti: bandito a vita
nba finalsLo YouTuber Dawson Gurley, noto per la sua somiglianza con Klay Thompson tanto da presentarsi alle partite dei Golden State Warriors vestito come lui, nelle ore precedenti a gara-5 è arrivato fino al campo da gioco del Chase Center superando cinque livelli di sicurezza, tirando per 10 minuti sul parquet prima di essere allontanato. La franchigia gli ha comunicato la sua espulsione a vita dall’arena e non gli rimborserà i due biglietti da 10.000 dollari che aveva regolarmente acquistato
Chiunque segua i Golden State Warriors sa chi è "Fake Klay". Negli ultimi otto anni lo Youtuber Dawson Gurley, che al netto di qualche chilo di troppo ha una sorprendente somiglianza con Klay Thompson, si è fatto vedere alle partite dei Dubs vestito esattamente come il numero 11 della squadra di casa, diventando una sorta di eroe di culto per i tifosi. Una presenza tanto nota da essere perfino ripreso dall’account Twitter della squadra nel 2017 e menzionato da Steve Kerr in una conferenza stampa ("Mi sono girato e ho pensato 'Non è che Klay si è mangiato qualche burger di troppo?'"). La sua ultima impersonificazione, però, potrebbe essere anche l’ultima: nella mattina di gara-5 contro i Boston Celtics, il falso Klay si è presentato all’ingresso destinato ai giocatori vestito esattamente come Thompson e ha superato ben cinque livelli di sicurezza arrivando fino al campo da gioco del Chase Center, rimanendo lì per 10 minuti a tirare indisturbato, tutto testimoniato da un video che ha poi pubblicato sui social. Solo quando è uscito dal campo un’addetta alla sicurezza lo ha "riconosciuto" e lo ha accompagnato all'uscita.
La lettera dei Golden State Warriors
Quando poi Gurley si è presentato al Chase Center per assistere alla partita, per la quale aveva regolarmente acquistato due biglietti del valore di 10.000 dollari, si è ritrovato impossibilitato a farlo: con una lettera firmata da Brian J. Herbert, vice-presidente della sicurezza dei Golden State Warriors, gli è stato comunicato di essere stato bandito a vita da tutte le attività legate agli Warriors o alla NBA in genere. Una lettera condivisa da Gurley sui social e confermata dagli Warriors al San Francisco Gate, che citano il suo aver "impersonificato un giocatore degli Warriors in un tentativo deliberato di accedere ad aree non autorizzate del Chase Center" come motivo per la decisione. Gli Warriors non hanno nemmeno rimborsato i biglietti che Gurley non ha potuto utilizzare, almeno stando a quanto scritto da lui stesso sui social.
"Sono stato bandito perché ho superato cinque livelli di guardie di sicurezza (che volontariamente mi hanno fatto passare senza chiedermi di identificarmi), ho tirato in campo per dieci minuti. Ho anche speso 10.000 dollari che non mi rimborseranno. Perché dovrei essere bandito se la loro sicurezza è incompetente? Tecnicamente non ho oltrepassato nulla. Ho parlato con la sicurezza, ho superato i metal detector, e ho camminato tranquillamente fino al campo. Mi hanno accolto a braccia aperte. Non ho mai detto di essere Klay". In alcuni tweet successivi Gurley ha detto di non essere arrabbiato, di non voler rilasciare interviste per “non rendere la questione più grande di quella che è” e che “il Chase Center ha tutto il diritto di bandirmi. Mi sono divertito a farlo”. Infine ha aggiunto: "È valsa la pena perdere 10.000 dollari di biglietti ed essere bandito a vita? Assolutamente. Sono stato un giocatore NBA per 10 minuti, ragazzi".
Il proprietario dei Nets: "Vieni a giocare con noi"
A commentare la vicenda sui social si è aggiunto anche Joseph Tsai, proprietario dei Brooklyn Nets, che ha scherzosamente ripreso la notizia proponendo al falso Klay Thompson di unirsi alla sua squadra. "Non ti vogliono più a Golden State, vieni a giocare a Brooklyn!" aggiungendo l'hashtage #FakeTampering e tre emoji che ridono.