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NBA, "Game-6 Klay" è pronto: "Mi sono meritato il soprannome: spero di onorarlo"

NBA

Mauro Bevacqua

©Getty

Nelle seste gare di tante serie del passato (ma anche di quest'anno, basta pensare a quella da 8 triple contro Memphis) Klay Thompson ha dato il meglio di sé. Ora la gara-6 della serie contro Boston vale (potenzialmente) il quarto titolo NBA della sua carriera. E Thompson vorrebbe tanto allungare la lista delle gare-6 leggendarie della sua carriera

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BOSTON - Già l'essere spalle al muro in una gara di finale NBA non può lasciare tranquilli i tifosi dei Celtics, ma ad agitare il loro sonno c'è anche un fattore in più: quella al TD Garden sarà la sesta gara della serie contro Golden State e tra gli Warriors c'è un giocatore non a caso soprannominato "Game-6 Klay". "È un soprannome che mi sono meritato e mi piacerebbe tener fede a questo nickname", sono le parole di Klay Thompson. "Allo stesso tempo, però, non voglio scendere in campo e pensare alla mia partita, o fare il salvatore della patria: voglio semplicemente essere me stesso, perché son certo che questo ci permetterà di avere successo. Ovvio, mi piacerebbe disputare una gran partita e vincere - ammette - ma alla fine quello che conta non è la prestazione individuale, né mia né di nessun altro. L'obiettivo è vincere la prossima partita". Con un soprannome così, però - che nasce dalla capacità del n°11 di Golden State di eccellere in così tante gare-6 nel corso della sua carriera (la più famosa quella ai playoff 2016 sul campo dei Thunder) - è ovvio che i riflettori saranno accesi in  modo particolare su di lui. "Non voglio mettermi addosso pressione supplementare solo per provare a essere all'altezza del mio soprannome", dice. "Voglio scendere in campo e giocare con la testa libera, fidandomi dei miei compagni: son certo che facendo così possono accadere grandi cose". 

Curry su "Game-6 Klay": "Non so davvero come faccia"

Il suo focus sul gioco di squadra non impedisce certo a Thompson di essere ben consapevole di un soprannome sicuramente calzante: "So di essere in striscia positiva da parecchie gare-6, ormai: non so quanto possa durare ancora, ma se avrò fortuna la gara di domani si potrebbe aggiungere a quella collezione di grandi partite". Lo stesso augurio se lo fa Steph Curry: "Ovviamente la partita a Oklahoma City è in cima alla lista di queste sue prestazioni, per quello che ha significato per noi come squadra. C'è qualcosa che lo esalta in quei momenti speciali, e spesso capita che sia stata una gara-6. Speriamo che contro Boston sia la prossima". E sul soprannome che ormai contraddistingue il suo compagno, Curry ha le idee chiare: "Non voglio in nessuno modo toccare un qualcosa che è stato coniato per Klay: io proverò solo a giocare in modo da aiutare la mia squadra a vincere, godendomi qualsiasi cosa Klay riuscirà a fare", dice. "Seriamente, quando parliamo di 'Game-6 Klay'... davvero, non so come riesca a fare. Credo sia grazie alla sua personalità: non c'è un singolo momento che lo spaventi, anzi, gli piace giocare di fronte ai tifosi avversari", afferma. E non ci sono tifosi più caldi e scatenati di quelli del TD Garden. Perfetti per esaltarsi, se ci si chiama Klay Thompson