Mercato NBA: Tyler Herro "conta" i soldi dei Miami Heat, ora tocca a Jordan Poole
mercato nbaIl miglior sesto uomo dell'anno della passata stagione ha spiegato in maniera esplicita via social quali siano le sue sensazioni riguardo un rinnovo ricco e meritato (postando una GIF in cui si fa la conta dei tanti dollari a disposizione). I 130 milioni in quattro anni che Miami ha deciso di spendere per lui sono quelli che - di solito - vengono riservati a un titolare: cambierà qualcosa anche nella rotazione Heat?
Il miglior sesto uomo dell’anno della stagione 2021-22 passa all’incasso e raccoglie quanto di buono seminato con gli Heat nelle ultime stagioni: Tyler Herro infatti ha firmato un rinnovo da 130 milioni di dollari per quattro stagione con Miami, garantendosi così un accordo da oltre 30 milioni di dollari annui prima che il prossimo 17 ottobre scadesse l’opzione di rinnovo per i talenti scelti al Draft 2019. Herro si metterà in tasca circa 120 milioni di dollari garantiti (tanti bigliettoni da contare, come racconta la GIF postata sul suo profilo Twitter), che potranno diventare 130 grazie all’ottenimento di bonus alla portata di un giocatore che ha chiuso lo scorso anno con oltre 20 punti di media a referto: la 13^ scelta al Draft 2019 diventa così il sesto giocatore di quell’annata a sfruttare la cosiddetta (e ricca) rookie extension, insieme ai vari Zion Williamson, Ja Morant e RJ Barrett. L’unico giocatore insieme a Jordan Clarkson a raccogliere almeno 1.000 punti entrando sempre a gara in corso nei mesi passati, protagonista anche a livello playoff nel 2020 all’interno della bolla di Orlando e pronto a riprendersi il palcoscenico da protagonista.
E se nell’accordo raggiunto da Herro con Miami a fare da riferimento è stato certamente il rinnovo da 120 milioni (107 garantiti + 13 di bonus) di RJ Barrett, lo stesso varrà per Jordan Poole - altro giocatore di quell’annata, protagonista nel trionfo Warriors 2022 e pronto anche lui a passare all’incasso. I soldi che gli Heat hanno deciso di spendere per Herro valgono quelli che una franchigia è disposta a sborsare per un titolare - ipotesi che il diretto interessato aveva paventato nell’intervista di fine anno, sottolineando di “aver meritato” con gli oltre 20 punti di media di partire in quintetto. Detto questo, la situazione salariale di Golden State è profondamente diversa e molto più intricata di quella degli Heat, felici di potersi tenere stretto un giocatore divisivo, a volte disfunzionale, ma dalle prospettive di crescita e dal talento ancora in parte da scoprire.