Riconosciuta (se non formalmente almeno in maniera fattuale) la sua colpevolezza davanti al tribunale, il giocatore degli Charlotte Hornets è riuscito a evitare il carcere ma trascorrerà i prossimi tre anni in libertà vigilata per le accuse di violenza domestica e aggressione nei confronti dell'ex fidanzata. Una posizione che allontana sempre più l'ipotesi di un suo ritorno a breve sui campi NBA
La parabola - in picchiata - di Miles Bridges continua. Dopo non aver contestasto le accuse a suo carico davanti al tribunale (posizione che - se non formalmente - equivale però in pratica ad ammettere la propria colpevolezza) la star degli Charlotte Hornets è riuscito a evitare la detenzione in prigione ma dovrà trascorrere tre anni in libertà vigilata. È questo il risultato dell'udienza tenutasi al tribunale di Los Angeles, con il giocatore presente, relativamente al caso che lo vede imputato per aver aggredito la sua allora fidanzata - di fronte ai due figli della coppia - lo scorso maggio. I tre anni di libertà vigilata comprendono tutta una serie di obblighi e doveri da parte di Bridges: dovrà seguire un corso annuale presso un consultorio per le violenze domestiche, seguirne un altro della stessa durata sui doveri parentali, dovrà prestare 100 ore di volontariato a favore della comunità e dovrà sottoporsi a test anti-droga, oltre a vedersi negato il diritto a possedere un'arma. Per 10 anni, poi, ci sarà un ordine restrittivo a suo carico che gli impedirà di avvicinarsi a meno di 100 metri di distanza dalla sua ex fidanzata, con la quale però manterrà la custodio congiunta dei due figli. Chiaro allora che date queste circostanze la carriera NBA di Bridges - che tecnicamente al momento è senza contratto, nella condizione di "restricted free agent" - appare oggi sempre più in pericolo.
Il futuro (da giocatore) di Bridges si complica sempre di più
Nel momento in cui qualsiasi squadra dovesse scegliere di metterlo sotto contratto, la NBA - in virtù delle sua riconoscenza di colpevolezza (almeno fattuale se non formale) - potrebbe arrogarsi il diritto di multarlo, sospenderlo o squalificarlo impugnando il regolamento stabilito dal contratto collettivo. "Continuiamo ad accumulare tutte le informazioni possibili sul caso prima di prendere eventualmente qualsiasi decisione", è invece la posizione ufficiale al riguardo comunicata dagli Charlotte Hornets.