L'ex seconda scelta assoluta al Draft 2020 è stato spedito ai Santa Cruz Warriors con uno specifico intento: dominare, riguadagnare fiducia e tornare nel roster di Golden State finalmente rinfrancato. Ma dopo le prime due settimane in G Leauge i risultati lasciano ancora spazio a qualche dubbio di troppo
A metà novembre i Golden State Warriors hanno fatto notizia annunciando la decisione di relegare la loro seconda scelta assoluta al Draft 2020, James Wiseman, in G League, con i Santa Cruz Warriors. "Lo terremo in G League per un po' di tempo, per dargli l'opportunità di allenarsi e giocare tanti minuti", disse al tempo Steve Kerr, per giustificare una scelte per molti sorprendente. Bene: e come sta andando Wiseman nella lega satellite della NBA? Finora ha disputate cinque partite, con rendimenti simili tra loro: i 15 punti di media sono frutto infatti di gare che non lo hanno mai visto scendere sotto i 12 punti segnati ma neppure mai sopra i 19, con confortanti percentuali al tiro (viaggia con oltre il 58% dal campo). Non altrettanto bene, però, il tiro da tre - uno dei punti del suo gioco che dovrebbe sviluppare: tenta poche conclusioni (meno di una tripla e mezzo a partita) e non arriva neppure al 29% di realizzazione, mentre ancora peggio (in termini ponderati) fai ai liberi, dove ha segnato solo 5 delle 11 conclusioni dalla lunetta. Wiseman sfiora la doppia cifra a rimbalzo (48 in 5 gare, 9.6 di media) e in 26 minuti di presenza in campo rifila più di una stoppata a sera.
Cifre buone ma non certo da dominatore, tanto che sono in 4 nel roster di Santa Cruz - Ryan Rollins, Dusty Hannahs, Jerome Robinson e Lester Quinones - ad avere una media punti superiore al centro ex Memphis. E i dubbi sull'opportunità o meno di richimarlo in squadra al fianco di Curry & Thompson per coach Kerr e Bob Myers (il GM) aumentano...