Nonostante la rottura del tendine d’Achille sia stata scongiurata, l’infortunio al polpaccio terrà fuori Towns più di un mese e questo potrebbe scombinare i piani già complessi dei T’Wolves - che speravano di trovare un modo di far coesistere il loro nuovo super quintetto. La prolungata assenza dell’All-Star ricadrà sulle spalle di Rudy Gobert, che al momento non ha dimostrato di essere pronto per una sfida del genere
Ai Minnesota Timberwolves non ne va bene una in questa disastrata stagione che doveva essere di definitivo rilancio e sta ancora una volta naufragando nella mediocrità. Colpa di un quintetto titolare che non vuol saperne di fare la differenza, anzi, che soffre le claustrofobiche spaziature in area (chi lo avrebbe mai detto?) e va costantemente in affanno in difesa. Ora, con l’infortunio di Karl-Anthony Towns, lo scenario cambia di nuovo - visto che non ci sarà tempo e modo prima dell’inizio del 2023 di capire come possano andare le cose in campo. Il problema però è che senza l’All-Star dei T’Wolves e con il solo Rudy Gobert sul parquet, Minnesota è riuscita a fare peggio di quando i due sono rimasti insieme uno di fianco all’altro. In 204 minuti finora con il centro francese sotto canestro senza Towns, i T’Wolves hanno incassato 7.1 punti in più su 100 possessi di quanti ne hanno prodotti. Un dato fa impressione: Minnesota tira da tre punti non bene in stagione, 33% complessivo di squadra: quando resta in campo solo Gobert il dato scende ancora di più e arriva al 28% - ben al di sotto del dato “atteso” dai modelli che, guardando ai quintetti in campo, stimano invece un 34.5%. La chiave infatti per far germogliare il nuovo acquisto francese è quella: tirare bene dall’arco e far sì che ci sia spazio per lui in area. Ad oggi però non sta succedendo, con e senza Towns.
Il rammarico di non aver lavorato a sufficienza per mettere insieme Gobert e Towns sul parquet: nei 400 minuti giocati finora in coppia, Minnesota è andata sotto nel complesso di sei punti (compreso il -17 incassato nella striscia di tre ko che ha rimesso in discussione di nuovo tutto in casa T’Wolves). È una questione di tiro che non vuol saperne di andare dalla lunga distanza, vero, ma non può essere l’unica ragione dei loro alti e bassi: a soffrire è soprattutto la difesa. La squadra fa fatica a seguire i lunghi in grado di colpire dalla lunga distanza anche sul perimetro, come dimostrato da un Kristaps Porzingis da 41 punti che ha messo in ginocchio gli Wizards nell’ultima sfida. Un quintetto che perde tanti palloni, che mostra scarsa confidenza e amalgama e che soffre terribilmente ogni tipo di avversario atipico. Chissà se almeno sotto questo a Minneapolis qualcosa cambierà senza Karl-Anthony Towns.