
L'azzurro dovrebbe avere minuti e spazio a disposizione da qui fino al termine della stagione per permettere al front office di Utah di valutare meglio il suo destino futuro. Perché i Jazz guardano avanti, convinti di essere a una superstar di distanza dal poter tornare competitivi. Manca "Batman", forse, ma hanno già in casa "Robin" (Lauri Markkanen, un All-Star), un sesto uomo, un lungo moderno e un 3&D dal grande futuro. Sono tante le "caselle" già riempite: ora anche Fontecchio deve trovare il suo posto

ASPETTATIVE | Gli Utah Jazz sono stati una delle maggiori sorprese del primo mese di stagione regolare, con 12 vittorie nelle prime 18 partite quando in molti davano la squadra di Salt Lake City destinata ai bassifondi della lega. Invece ecco arrivare la partenza-razzo, che ha lasciato molti a bocca aperta

"FOR SALE" | Le mosse estive, in effetti, avevano sancito il definitivo processo di rebuilding, con la cessione di entrambe le superstar della squadra, prima Rudy Gobert e poi Donovan Mitchell (oltre a quella di altri due titolari come Bojan Bogdanovic e Royce O’Neale). Nello Utah si è deciso già in estate di voltare pagina: verso che cosa, va indagato

UNA COPPIA AL COMANDO | Se prima i Jazz erano guidati (in campo) dalla coppia Mitchell-Gobert, ora la franchigia dello Utah vede al comando un altro due, che opera però dietro la scrivania e non sul parquet: la coppia Justin Zanik-Danny Ainge è quella a cui l'organizzazione ha affidato il compito di voltar pagina e costruire nel mino tempo possibile una squadra di nuovo competitiva per i piani alti NBA

SCELTE, SCELTE, SCELTE | La via scelta dal front office dei Jazz è chiara: accumulare più diritti di scelta possibili ai prossimi Draft. Solo Oklahoma City, infatti, può rivaleggiare con Utah quando si parla di programmazione futura: la franchigia di Salt Lake City ha infatti accumulato la bellezza di 15 prime scelte future da qui al Draft 2029. In aggiunta a tutte queste scelte al primo giro, i Jazz vantano anche tre altri diritti di "scambio" (swap) al Draft, due con Cleveland e uno con Minnesota

SPAZIO SALARIALE | L'altro obiettivo della coppia Zanik-Ainge è quello di poter creare il maggior spazio salariale possibile per essere protagonisti in maniera aggressiva sul mercato. Bisogna leggere allora in questo senso la scelta di rinunciare a Mike Conley all'ultima trade deadline di mercato: la sua cessione a Minnesota (nella trade a tre con anche i Lakers) ha liberato 60 milioni di dollari che potrebbero tornare utili per andare alla caccia di una superstar

MARKKANEN COME ROBIN | Quest'anno esordirà all'All-Star Game (e lo farà anche da titolare, per via dell'infortunio di Zion Williamson) e la stagione del finlandese lo sta giustamente consacrando come un giocatore di élite anche in NBA. Nello Utah però sono convinti che Markkanen sia una superstar ma non il "lupo alpha" che possa guidare il suo branco targato Jazz al titolo: più Robin che Batman, quindi - e quel Batman deve arrivare o dal Draft o dal mercato

L'EREDE DI GOBERT | Se Markkanen (sotto contratto fino al 2025) è comunque sicuramente una certezza del roster futuro dei Jazz, altrettano si può dire di Walker Kessler, il rookie che al college (a Auburn) faceva coppia con Jabari Smith e che si sta prepotentemente mettendo in luce anche in NBA. Viaggia a 7.6 rimbalzi di media in appena 21 minuti di gioco ed è già oggi il 4° miglior stoppatore della lega con due a sera. I Jazz hanno perso Gobert ma sono sicuri di aver trovato il suo rimpiazzo al centro dell'area

IL RUOLO DI SESTO UOMO | Collin Sexton ha disputato in quintetto solo 14 delle 46 gare da lui fin qui giocate in maglia Jazz. Non è un caso, e non è un'osservazione che voglia togliere nulla al valore dell'ex giocatore dei Cavs. Solo che nello Utah vedono Sexton proprio come il sesto uomo perfetto per avere impatto uscendo dalla panchina, cambiando ritmo e portando in campo tutto il suo talento offensivo. Sotto contratto fino al 2026, i Jazz sembrano avere le idee chiare su di lui

UN ALTRO ROOKIE DA VALORIZZARE | I roster NBA oggi si costruiscono andando a riempire le "caselle" ritenute essenziali per assemblare una squadra competitiva. Ci vuole una superstar assoluta (quella che manca oggi nello Utah), una seconda superstar (Markkanen), un sesto uomo (Sexton), un lungo moderno (Kessler) e un giocatore 3&D. Quest'ultimo ruolo sembra perfetto per Ochai Agbaji, il prodotto di Kansas scelto (dai Cavs) alla n°14 all'ultimo Draft. Da gennaio minutaggio in forte aumento per lui: Utah ci crede

IL FUTURO DI SIMONE FONTECCHIO | E qui arriva il momento di parlare dell'azzuro. Se non fa (ancora) parte del nucleo che già si è assicurato un futuro in maglia Jazz, Fontecchio è uno dei giovani talenti che Utah vuole sviluppare in quest'ultima parte di stagione. Minuti in campo in cambio di un'idea più precisa del suo valore: è questo il "trade off" che coach Hardy e il front office dei Jazz hanno in testa: Fontecchio deve dimostrare di essere da NBA, e ora dovrebbe finalmente avere anche i minuti per poterlo fare

IL FUTURO DI THT | Nelle stesse condizioni di Fontecchio, ad esempio, c'è l'ex Lakers Talen Horton-Tucker, arrivato in estate a Salt Lake City e protagonista di una stagione fin qui alterna. Più minuti in campo rispetto all'azzurro (oltre i 16 a sera), qualche lampo, gli stessi che aveva dimostrato a L.A., ma anche percentuali al tiro che faticano a salire (il 41% dal campo e il 25% da tre). Certo, difende forte e ha fisico, ma quest'ultima parte di stagione sarà fondamentale anche per lui

UN OCCHIO ALLA LOTTERY | La partenza lanciata dei Jazz ha in parte "compromesso" quella che in molti vedevano come una stagione da dedicare (più o meno apertamente) al tanking. Utah al momento ha 29 vittorie e 30 sconfitte, occupa il decimo posto a Ovest (l'ultimo per i play-in) ma potrebbe anche "puntare" ancora a chiudere con il quinto peggior record di lega (Rockets, Spurs, Pistons e Hornets hanno ipotecato le ultime 4 posizioni). E la quintultima squadra NBA ha il 10.5% di aggiudicarsi la prima scelta assoluta, contro il 14% delle ultime tre