L’ex giocatore dei Lakers non vince una partita “da titolare” da quasi un anno (0-15 il record), protagonista in negativo nel match scappato di mano ai Clippers proprio come la palla persa decisiva di Westbrook - fino a quel momento più che positivo e autore di 27 punti e 10 assist. Per la squadra di Los Angeles invece è l’ennesimo campanello d’allarme di una stagione che non vuol saperne di ingranare
21 marzo 2022: questa la data dell’ultima gara giocata da titolare da Russell Westbrook e vinta dalla sua squadra (che all’epoca erano i Lakers), poi ritrovatosi a mettere in fila ben 15 sconfitte ogni volta che è stato presente sul parquet prendendo parte al quintetto iniziale. Dato scaramantico - o forse non soltanto quello - a cui i Clippers non hanno guardato con attenzione, visto che contro Sacramento è arrivata la quinta sconfitta consecutiva di una franchigia che sperava di aver rilanciato le sue ambizioni grazie al mercato e che invece sta faticando più del previsto a trovare una squadra. Una partita, quella contro i Kings, segnata da Westbrook; nel bene e, nel momento decisivo, anche nel male.
Senza Kawhi Leonard e Norman Powell infatti, i Clippers hanno da subito fatto affidamento su Westbrook in un match particolare come quello contro i Kings (che meno di una settimana fa aveva regalato due overtime e 351 punti segnati): l’ex Lakers ha saputo approfittare al meglio della difesa ballerina di Sacramento, giocando la partita finora più convincente in maglia Clippers con 27 punti e 10 assist, tirando 12/16 dal campo (parziale risposta alle frasi non gentili che nelle scorse ore gli ha rivolto Draymond Green, dopo averlo marcato a debita distanza) e incidendo su entrambi i lati del campo. Tutto perfetto insomma, fino a quell’ultimo maledetto possesso: Clippers avanti di una lunghezza a 15 secondi dal termine, giocatori che scappano via sul parquet, evitano il fallo e il pallone arriva a Westbrook che al posto di controllarlo, se lo fa scivolare dalle mani. Palla persa, Kings a bersaglio due volte dalla lunetta e gara persa. Alle volte basta davvero poco per rovinare tutto e allungare una striscia negativa che non vuol saperne di fermarsi, almeno fino a quando non tornerà a giocare in uscita dalla panchina.