Conclusa l'indagine condotta dalla NBA riguardo quanto accaduto lo scorso 4 marzo a Denver - con Morant che ha mostrato una pistola in diretta Instagram nel post serata trascorso in un nightclub in Colorado dopo il ko dei Grizzlies. Otto gare di squalifica senza stipendio, con Memphis che lo ha già tenuto fuori per cinque match e l'All-Star dei Grizzlies che potrebbe tornare a giocare contro Dallas il prossimo 21 marzo
Alla fine è arrivata la decisione da parte della NBA: otto partite di sospensione per Ja Morant senza ricevere stipendio per quella che viene definita condotta dannosa per gli interessi della lega. Cinque di esse sono già state scontate - con i Grizzlies che lo hanno sospeso da ogni attività legata alla squadra nelle ore seguenti ai fatti di Denver - e che resterà fuori anche nei match contro Miami e San Antonio in trasferta e con Golden State in casa di domenica prossima (uno dei testa a testa più sentiti per Memphis dopo la serie playoff della scorsa stagione). La prima data utile per tornare in campo è dunque il prossimo 21 marzo nella partita casalinga contro Dallas, con Morant rimasto lontano da ogni attività collegata alla pallacanestro nei giorni trascorsi in Florida e che potrebbe dunque rimandare il suo ritorno in campo cercando di ritrovare al meglio la sua condizione fisica prima di rimettere piede sul parquet.
Le parole di Adam Silver: "Morant ha manifestato sincero pentimento"
Il giocatore dei Grizzlies ha incontrato Adam Silver a New York per discutere di quanto successo a Denver nella trasferta di dieci giorni fa in cui, a seguito della partita persa contro i Nuggets, è andato a divertirsi in un nightclub mostrando una pistola ai suoi follower collegati con lui in diretta via Instagram: “La condotta tenuta da Morant è stata irresponsabile, sconsiderato e potenzialmente molto pericolosa”, sono le parole del comunicato pubblicato dal commissioner NBA. “Dato il suo enorme seguito e influenza sui giovani fan che lo ammirano, il suo gesto acquisisce maggior peso. Morant ha espresso sincero pentimento e rimorso per quanto successo, mi ha spiegato di aver imparato da questo incidente e che comprende come i suoi obblighi e responsabilità nei confronti dei Grizzlies e non solo si estendano ben oltre il campo da gioco”.
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L’incontro a New York con Adam Silver è stato l’ultimo passaggio di un processo di decisione e di indagine portato avanti dalla NBA nei giorni scorsi, con la lega che ha affermato sulla base delle informazioni ottenute, che la pistola in questione non appartiene a Morant, né tantomeno che fosse stata portata da lui in discoteca e che nulla è andato oltre il gesto di mostrarla in diretta via social. Nessuna arma da fuoco è stata portata dal talento dei Grizzlies mentre viaggiava con la squadra o all’interno delle strutture della NBA - casistica che avrebbe eventualmente complicato non poco la posizione dello stesso Morant.