Intervistato da Sky Sport, la leggenda NBA Mitch Richmond ha parlato della squadra più importante della sua carriera, i Sacramento Kings capaci di tornare ai playoff a 17 anni di distanza dall’ultima volta. "Il segreto sono i tifosi, ci sostenevano anche ai miei tempi. La squadra di oggi è divertente e ci crede molto: hanno un’opportunità per andare in fondo"
Anche se ha vinto il premio di Rookie dell’Anno con i Golden State Warriors e conquistato il titolo NBA con i Los Angeles Lakers, per molti versi la squadra più importante della carriera di Mitch Richmond rimangono i Sacramento Kings, con i quali ha passato sette stagioni venendo votato per sei volte all’All-Star Game, di cui è stato anche MVP nel 1995 proprio rappresentando i Kings. Della stagione sorprendente della squadra della California ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport, spaziando tra il passato e il presente. "Molti dei ricordi legati ai miei anni a Sacramento riguardano le difficoltà nel provare a raggiungere i playoff. Non sono ricordi piacevoli, perché ero stato ceduto a Sacramento da Golden State e i Kings all'epoca erano una squadra giovane che cercava di affermarsi, costruendo una propria cultura, una propria identità, ma per la maggior parte degli anni facemmo molta fatica. Un anno però, nel 1995-96, riuscimmo finalmente a qualificarci per i playoff, affrontando Seattle al primo turno [perso 1-3, ndr] ed è stato uno dei nostri anni migliori. Avevamo una buona squadra anche perché [la stagione precedente] avevamo scelto al Draft Brian Grant e Michael Smith e la chimica di squadra che si era formata con quel gruppo era molto buona - pensavamo di essere sulla strada giusta per toglierci delle soddisfazioni".
Ieri come oggi, però, il segreto dei Kings sta nella sua accesissima tifoseria: "Quello che mi è sempre rimasto dentro di quegli anni è stato l'entusiasmo dei tifosi: anche se facevamo fatica in campo loro c'erano sempre, sera dopo sera, dandoci la forza di andare avanti anche quando sapevamo di non essere una buona squadra. Avevamo una squadra giovane, c'era talento, sì, ma eravamo come dei ragazzini che giocavamo contro uomini adulti, contro dei veterani. I tifosi però sono sempre stati spettacolari e oggi si meritano tutto quello che stanno vivendo, perché sono sempre stati vicini alla squadra. A Sacramento non succede praticamente mai nulla, in città, per cui i Kings sono tutto quello che hanno e ancora oggi ricevo solo affetto da quei tifosi".
I Kings di oggi: "Ci credono molto, daranno filo da torcere"
I Kings sono arrivati sorprendentemente al terzo posto a Ovest, interrompendo un digiuno di partecipazioni ai playoff che durava da 17 anni — l’assenza più lunga nella storia dello sport professionistico americano. E non solo ci sono riusciti, ma lo hanno fatto con un gruppo bello da vedere e da tifare: "La squadra è super divertente, sono divertenti da veder giocare, corrono tanto, hanno il miglior attacco della lega — è incredibile il lavoro fatto da Mike Brown in così poco tempo" ha continuato Richmond. "Si è formato un ottimo gruppo, un paio di scambi li hanno portati al livello a cui sono ora e nessuno si aspettava un rendimento del genere da parte loro. Il modo in cui sono riusciti a mantenersi ai vertici per tutto l'anno è davvero fenomenale: devi avere tanta fortuna ma anche tanto talento e loro hanno avuto entrambe le componenti per tutto l'arco della stagione".
Dovendo indicare due protagonisti su tutti, inevitabile non parlare dei due All-Star: "Mi piace l'amalgama trovato da questa squadra, mi piace come giocano, ma De’Aaron Fox è senza dubbio la scintilla che mette in modo il motore della loro squadra - nessuno è veloce come lui. E poi ovviamente 'The Big Fella' [Domantas Sabonis], perché è uno dei quei giocatori che manda un messaggio a qualsiasi avversario che osi avventurarsi in area: 'Di certo ti farò sentire il mio corpo'. Quando ha il pallone poi è proprio come suo padre: non gioca esattamente come lui, ma è un giocatore fisico, è un duro".
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Dopo una regular season di grande successo, ora arriva la parte più difficile: "Si può discutere della mancanza di esperienza ai playoff di questa squadra, ma allo stesso tempo credo che nel corso dell'anno di esperienza ne abbiamo accumulata tanta. Hanno affrontato e battuto tutti, e sono certo che Mike Brown gli sta dicendo che coi playoff inizia una stagione completamente diversa, e che sarà dura, perché anche gli avversari già affrontati cambieranno il loro modo di giocare, diventeranno dei veri e propri mostri e allora bisogna essere pronti a scendere in campo e giocare. Son sicuro che lo saranno ma ovviamente l'esperienza conta sempre, come conta in ogni contesto, ma questi ragazzi oggi ci credono e tutta la lega non è mai stata così giovane per cui credo abbiano un’opportunità. Memphis è una squadra giovane, lo sono anche molte altre squadre e i Kings hanno già dimostrato di dar filo da torcere a tutti, sempre".