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NBA, Pat Riley: "Dwyane Wade è il più grande giocatore nella storia dei Miami Heat"

NBA
©Getty

In occasione dell'imminente ingresso di Dwyane Wade nella Hall of Fame di Springfield, il presidente di Miami è tornato a parlare del loro rapporto e della sua importanza nella storia della franchigia. Secondo Riley non ci sono dubbi: Wade è il giocatore più importante ad aver mai vestito la maglia degli Heat

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Mancano pochi giorni all'ingresso di Dwyane Wade nella Basketball Hall of Fame di Springfield, previsto per il prossimo 12 agosto, e in vista dell'importante celebrazione Pat Riley non ha voluto far mancare la sua voce. Se è infatti vero che Wade ha scelto Allen Iverson per introdurlo durante la cerimonia, il presidente degli Heat ha comunque deciso di indire una conferenza stampa dedicata a quello che lo stesso Riley non ha esitato a definire "Il più grande giocatore ad aver mai vestito la maglia dei Miami Heat". Riley ha poi subito precisato: "Non si tratta di certo di un insulto a LeBron James, che è stato una parte fondamentale della nostra storia. LeBron, però, si è fermato qui per soli quattro anni mentre la longevità di Wade a Miami in questo caso fa la differenza".

Un grande giocatore, privo di egoismo

"Il merito di aver creduto nella possibilità di portare a Miami LeBron James e Chris Bosh nel 2010 è tutto di Dwyane, che ha accettato quella prospettiva dopo essere stato il leader della squadra campione nel 2006. E anche nel 2011, quando il primo esperimento con i big three non aveva funzionato, è stato lui a rimettere a posto le cose. Wade è stato un giocatore ed è una persona davvero priva di egoismo". Riley ha quindi discusso dei paragoni con Michael Jordan, "Era l'idolo indiscusso di Dwyane, provava a imitarne ogni movimento e in effetti gli assomigliava parecchio", delle rivalità con gli altri nomi che lo accompagneranno nella Hall of Fame come Dirk Nowitzki e Tony Parker, e infine è tornato sul doloroso distacco dell'estate 2016: "Quando se n'è andato a Chicago c'è stato del risentimento da entrambe le parti. Aveva ottenuto un ottimo contratto dai Bulls, e forse avremmo dovuto fare di più per trattenerlo. Quando ha deciso di tornare, ad ogni modo, l'abbiamo accolto a braccia aperte". 

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