Ospite della radio sudafricana "947 Joburg", l'ala degli Warriors ha ripercorso il suo cammino verso la NBA e discusso dei modelli a cui si ispira. Nel racconto di Kuminga c'è un incontro molto speciale con Bryant e la quotidianità da compagno di squadra di Curry
Per Jonathan Kuminga, che si prepara alla sua terza stagione in NBA, il ritorno nella natia Africa ha rappresentato l'occasione perfetta per parlare del percorso che l'ha portato agli Warriors, del suo presente e del suo futuro. Intervistato dalla radio sudafricana "947 Joburg", Kuminga, che si trova sul continente come ambasciatore dell'iniziativa "Basketball Without Borders", ha raccontato le origini della sua passione per il basket. Nato e cresciuto nella Repubblica Democratica del Congo, che come quasi tutto il resto dell'Africa vive per il calcio, Kuminga ha trovato ispirazione nella figura di Kobe Bryant. "Kobe è sempre stato il mio idolo, avevo i suoi poster in camera già da quando ero bambino" ha rivelato il congolese, "e quando ho avuto la possibilità di conoscerlo è stato un momento indimenticabile". A rendere possibile quell'incontro è stato Kyrie Irving, che per Kuminga rappresenta un vero e proprio mentore, con l'invito a una partita in cui era presente Bryant. "Dopo la gara, mi trovavo vicino al tunnel verso gli spogliatoi quando è comparso Kobe" ha raccontato l'esterno di Golden State, "e a un certo punto lo sento chiamarmi per nome e dico: aspetta un momento, Kobe Bryant sa chi sono?". Kuminga, all'epoca considerato uno dei migliori giocatori in uscita dal circuito scolastico nazionale, prosegue raccontando di essersi scambiato qualche messaggio con il suo idolo, con l'intesa che i due si sarebbero visti sul campo per lavorare insieme. "Una settimana dopo, purtroppo, avveniva la tragedia di Calabasas".
Steph Curry, l'essere umano perfetto
Kuminga si è poi soffermato sull'attualità, passando dal suo idolo dell'adolescenza al modello con cui ha la fortuna di confrontarsi ogni giorno. "Steph Curry è l'essere umano perfetto" ha affermato il congolese, "non c'è niente di male che si possa dire di lui. Steph è sempre sé stesso, in allenamento, sul campo, a casa, davanti ai microfoni". Secondo Kuminga, ciò che il mondo vede di Curry è solo una parte: "Non crea mai problemi, e poi parla con tutti, ci sono tantissime cose che fa dietro le quinte e che sono in pochi a vedere" ha aggiunto il campione NBA 2022, "Tutti vedono le sue triple e le vittorie, ma lui è davvero il miglior essere umano che io abbia mai incontrato".