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NBA, l'estate di Victor Wembanyama: "Ho riposato molto duramente"

NBA
©Getty

No, non è un errore di battitura. Di solito si dice "lavorare duramente" ma il francese degli Spurs, al Media Day tenutosi a San Antonio, ha sostenuto l'importanza del riposo quanto quella del duro lavoro: "Per due settimane non ho fatto altro che riposarmi", ha ammesso, anche se l'impegno in palestra non è mancato. Come dimostra il suo fisico

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Il debutto in summer league (sotto le aspettative), una seconda partita (dove ha incantato) e poi basta: Victor Wembanyama dallo scorso 9 luglio è scomparso dai radar. Coach Popovich e gli Spurs hanno voluto metter fine al bagno mediatico iniziato col suo arrivo negli Stati Uniti e con la prima scelta all'ultimo Draft: telecamere, flash, microfoni non hanno fatto che inseguire l'ex giocatore del Metropolitan 92 per mesi, ma dopo tutte queste attenzioni era arrivato il momento di tornare in palestra e rimettersi al lavoro. O quasi. "I giocatori migliori sono quelli che lavorano di più, ma bisogna imparare anche a riposarsi", ha detto il n°1 nero-argento al Media Day Spurs. "E io mi sono riposato davvero duramente per almeno un paio di settimane", ha aggiunto, non senza un po' di ironia attorno al concetto (a volte abusato) di "duro lavoro". Che però non è mancato, se è vero - come ha detto Wembanyama - che il suo corpo in questi mesi è cambiato: "Ho aggiunto cinque chili, forse qualcosa di più - ha dichiarato (dovrebbe quindi essere arrivato a toccare quota 100) - e ora la mia condizione fisica è molto, molto migliore di quanto non sia mai stata in tutta la mia vita. Perché bisogna lavorare tanto, certo, ma bisogna farlo in maniera intelligente e questo è quello che abbiamo provato a fare: sono certo che l'impegno messo in palestra quest'estate porterà i suoi frutti non solo quest'anno ma anche nelle stagioni a venire". I sacrifici sono appena iniziati, ma non spaventano il francese: "Pronto a farli, per aiutare i miei compagni, come loro vorranno aiutare me". 

Popovich per il momento ha più domande che risposte. O almeno così dice

Al resto ci penserà una leggenda delle panchine NBA come Gregg Popovich, che fa finta di non avere ancora le idee chiare: "Tante bellissime domande, che speriamo possano trovare risposta dopo il training camp: giocherà da 5? Sarà un 4? Magari un 3? Lo schiereremo al fianco di Zach Collins? Che giocatore è? Come impiegarlo al meglio? Che rotazioni utilizzeremo?". Popovich non svela nulla. Ma l'attesa attorno a Wembanyama non accenna a diminuire. 

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