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NBA, guaio all'adduttore, Davis costretto a uscire ma promette: "Sarò in campo mercoledì"

NBA
©Getty

La seconda sconfitta consecutiva in Florida (la quarta su quattro lontano da L.A. dall'inizio del campionato) ha rischiato di non essere neppure la peggior notizia in casa Lakers, quando LeBron e compagni hanno visto il loro n°3 costretto a uscire dal campo. Nel post-partita, però, è stato lo stesso Davis a professare ottimismo per un recupero immediato

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Ormai a Los Angeles ci hanno quasi fatto l'abitudine, ma non c'è tifoso che comunque non trattiene il fiato quando vede Anthony Davis lasciare il campo con un guaio fisico. Stavolta a costringerlo ai box è un problema all'adduttore, nei pressi della sua anca sinistra: il n°3 gialloviola ha sentito un dolore proprio all'anca eseguendo una virata contro il rookie degli Heat Jaime Jaquez sul finire del secondo quarto. Richiamato in panchina dopo qualche possesso dal coaching staff dei Lakers, con poco più di due minuti da giocare nel primo tempo, Davis è rientrato regolarmente in campo a inizio della ripresa ma dopo neppure due minuti ha nuovamente richiesto il cambio. Ulteriori cure, e un altro ritorno in campo per lui sul finire del terzo quarto, ma il riacuttizarsi del dolore alla fine ha avuto la meglio: vistosamente indispettito (le telecamere hanno catturato un'espressione di pura frustrazione, all'uscita dal parquet) Davis ha chiuso lì la sua gara di Miami, pur riassicurando tutti i tifosi gialloviola nel post-partita: "Andrà tutto bene, mercoledì [a Houston, contro i Rockets, ndr] sarò sicuramente in campo". La superstar dei Lakers ha prontamente negato ogni correlazione tra il suo intenso minutaggio in questo inizio di stagione (38.8 minuti a sera, il secondo più alto nella lega) e il problema fisico che lo ha costretto a uscire dopo 25 minuti (chiusi con 9 punti, 6 rimbalzi e 4 assist).

"Si è trattato solo di un movimento strano", ha dichiarato. I Lakers devono ancora vincere una partita lontani da Los Angeles in questo campionato (0-4), motivo per cui la presenza del n°3 a Houston sarebbe tutt'altro che marginale nel tentativo di scrollarsi di dosso un record perdente (3-4) e tornare al successo. 

 

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