Dopo la seconda sconfitta consecutiva, Giannis Antetokounmpo non ha usato mezzi termini per parlare del principale problema dei Milwaukee Bucks in questo inizio di stagione: "La difesa di squadra non c’è. Non ci aiutiamo quanto dovremmo. Bisogna salire di livello perché questi non sono i Milwaukee Bucks. E comincia tutto da me". E i numeri dipingono una situazione complicata
Nelle ultime cinque stagioni i Milwaukee Bucks ci hanno sempre abituati ad avere una difesa tra le migliori della lega, chiudendo tra le prime quattro in ben tre occasioni diverse tra cui un primo posto nel 2019-20 e un secondo nel 2018-19. Per quanto il record di squadra sia ancora positivo (5 vittorie e 4 sconfitte finora), i ko subiti per mano di Atlanta, Toronto, Indiana e stanotte Orlando hanno esposto in maniera evidente i problemi difensivi della squadra di coach Adrian Griffin, sottolineati anche in maniera estremamente onesta da parte di Giannis Antetokounmpo. "Credo che l’orgoglio individuale ci sia, ma la difesa di squadra no" ha detto dopo il ko di stanotte in Florida, nel quale non sono serviti i suoi 35 punti con 10 rimbalzi e 7 assist. "Non ci stiamo aiutando quanto dovremmo, ci sono degli spazi che lasciamo completamente aperti. Gli avversari sono a loro agio ad attaccarci, a prendere vantaggi, a fare giocate per se stessi e per gli altri. Anche a me piacerebbe essere marcato così". Giannis ha quindi sottolineato cosa gli altri stanno facendo, mentre loro non riescono: "Khris fatica a ricevere il pallone perché è sempre braccato. Sui pick and roll sono sempre alti. A volte raddoppiano in post costringendoci a passare la palla, sono tanti attorno alla palla, mandano sempre aiuto. La difesa degli altri c’è sempre e dobbiamo affrontarla ogni sera perché contro di noi si da sempre il massimo". L’assenza di Damian Lillard, fuori nelle ultime due sconfitte per un problema al polpaccio, non può essere usato come scusante per le mancanze difensive: "Ci manca uno dei nostri migliori giocatori, ma in difesa dobbiamo salire di livello. Questo non è quello che siamo, questi non sono i Milwaukee Bucks. Dobbiamo marcare gli avversari a partire da me. Sono il leader della squadra, devo essere migliore. Ma non è una cosa che può fare una persona sola, dobbiamo farlo tutti assieme. Dobbiamo riempire l’area, far vedere più corpi, impedire agli avversari di giocare al loro ritmo e non farli avvicinare al pitturato".
Middleton e Portis preoccupati: "Non c'è spirito di squadra"
Le parole di Antetokounmpo non rappresentano un’opinione isolata. Anche Khris Middleton ha espresso le sue preoccupazioni ("Le squadre ci stanno facendo lavorare in difesa e dobbiamo trovare il modo di fare lo stesso quando abbiamo la palla. Stiamo ancora cercando di conoscerci, imparare un nuovo sistema e nuovi schemi") e Bobby Portis ha sottolineato come anche nei rapporti interpersonali le cose non stiano funzionando ("Lo spirito di squadra e la chimica non ci sono proprio, è abbastanza ovvio in campo. Ci vorrà un po’, stiamo cercando di fare cose nuove che ci chiede il coach"). Le cifre, da questo punto di vista, sono impietose: i Bucks hanno la sesta peggior difesa della NBA (peggior dato degli ultimi dieci anni) e anche quelli che una volta erano granitici punti di forza — come le basse percentuali realizzative degli avversari, i pochissimi rimbalzi offensivi concessi e il numero ridottissimo di falli commessi — si sono sgretolati.
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I numeri impietosi sulla difesa dei Bucks
Prima dell’inizio della stagione coach Griffin aveva spiegato di voler cambiare la filosofia difensiva della squadra facendola diventare più aggressiva sul pallone, ma dopo le due brutte sconfitte rimediate con Toronto e Atlanta era tornato sui suoi passi privilegiando uno schema "conservativo" soprattutto sui pick and roll. Dal punto di vista della mappa di tiro concessa, i Bucks non stanno facendo cose diverse rispetto all’era Budenholzer: non fanno tirare al ferro (terzi migliori in NBA), costringono a tirare tanto dalla media distanza (nessuno fa tirare di più le “long 2s”) e limitano le triple dagli angoli facendo tirare piuttosto da tre frontalmente. Il problema, molto banalmente, è che gli avversari stanno punendo tutte le loro scelte difensive segnando con alte percentuali dappertutto: al ferro (67.3%, peggior dato degli ultimi 20 anni), da tre punti (37.4%, solo nel 2020-21 è andata peggio) e soprattutto dalla media distanza, dove gli avversari non trovano resistenza da parte dei Bucks e stanno segnando col 48%, quinto miglior dato di tutta la NBA. A questo si aggiunge che la difesa in transizione di Milwaukee è atroce (la subiscono più di tutti e sono al quint’ultimo posto per punti concessi, dopo cinque stagioni sempre in top-10) e che non riescono più a limitare i punti da seconda opportunità come in passato. Insomma, c’è molto da lavorare in Wisconsin, anche perché in attacco sono solamente mediocri: il risultato è che il loro differenziale su 100 possessi di -4.7 è solo il 21° in tutta la NBA, e che basandosi solo su quello dovrebbero finire sotto le 30 vittorie a fine stagione. Decisamente un rendimento inaccettabile per una contender per il titolo: urge un cambio di marcia, come chiesto anche da Giannis Antetokounmpo.