La stagione 2023-24 dei Pistons passerà alla storia per la striscia di 28 sconfitte consecutive, la più lunga della storia NBA in una singola stagione, e per poco altro. Per una squadra che in estate si era affidata ad un coach di alto livello come Monty Williams, però, le aspettative erano ben diverse. E ora, dopo quella che appare come un'altra annata buttata, occorre ricominciare da capo con poche certezze e molte scelte importanti da fare sul mercato
- Per il secondo anno consecutivo i Pistons chiuderanno con il peggior record della lega, solo che se nella stagione 2022-23 le scusanti erano quelle tipiche da "anno zero", con la squadra trasformata in un cantiere aperto, in questa ci si attendeva quantomeno un passo in avanti che non è arrivato, anzi
- Il record della scorsa stagione (17-65), ottenuto con un Dwane Casey quasi dimissionario in panchina e una caterva di infortuni a falcidiare la squadra, sembra quasi un risultato decente visto ora. Non era affatto facile, ma un anno dopo i Pistons sono riusciti a fare peggio
- La vittoria, sudatissima, contro Toronto del 30 dicembre. Il 129-127 sui Raptors ha chiuso la tremenda striscia di 28 sconfitte consecutive, mettendo fine a due mesi da incubo per Detroit
- È persino troppo facile: le 28 sconfitte consecutive maturate dal 30 ottobre al 30 dicembre dello scorso anno, entrando nella storia dalla parte sbagliata e segnando una stagione che in teoria avrebbe dovuto avere tutt'altro senso per Detroit
- Cade Cunningham. Detroit non può che ripartire dalla 1° scelta al Draft del 2021 e dai suoi 22.7 punti, 7.5 assist e 4.3 rimbalzi di media a partita. L'ex Oklahoma State, al netto dei tanti passaggi a vuoto avuti in stagione, rimane l'unico elemento in maglia Pistons ad avere del potenziale da All-Star
- Jalen Duren. Ammesso di voler credere all'esistenza dell'elemento chiamato "DNA della franchigia", in quello dei Pistons dovrebbe senz'altro esserci la cattiveria agonistica. E Duren, pur se ancora grezzo in molti aspetti del gioco (ma già capace di andare in doppia doppia di media con 13.7 punti e 11.6 rimbalzi a partita), ha proprio nella foga agonistica il suo tratto distintivo
- Monty Williams. Inutile girarci intorno: quando si offre ad un allenatore un conratto di sei anni per più di 78 milioni di dollari complessivi, ci si aspetta che il suo apporto sia essenziale per l'andamento della squadra. Nel suo primo anno sulla panchina dei Pistons, l'ex Phoenix è invece apparso troppo spesso privo di risposte alle tante domande poste dall'andamento disastroso dei suoi ragazzi
- Jaden Ivey. Invece di fare un passo in avanti, nella sua seconda stagione in NBA Ivey ha fatto un passo indietro per quanto riguarda i minuti giocati e la produzione offerta quando è stato in campo. E sullo sfondo rimane la questione, tutt'altro che risolta, della convivenza con Cunnigham nel backcourt dei Pistons
- Uno dei pochi spunti positivi derivanti dalla stagione dei Pistons deriva dai tanti contratti in scadenza. In estate, al general manager Troy Weaver, ammesso che resti in carica, non mancherà lo spazio salariale da usare sul mercato. Come poi questo spazio verrà usato è tutto un'altro discorso
- Oltre a Cunningham, è probabile che Detroit riparta da Duren e dal rookie Ausar Thompson, che ha lasciato una buona impressione all'esordio in un contesto non facile. Per il resto a essersi guardagnati la conferma quasi sicura sono in pochi, tra questi Simone Fontecchio, presenza più che positiva dal suo arrivo ai Pistons. Prima di tutto, però, andranno chiarite le posizioni di Williams e Weaver, che hanno contratti molto lunghi e onerosi ma che fin qui hanno sbagliato quasi tutto ciò che si poteva sbagliare
- L'ennesima annata disastrosa fa sì che i Pistons abbiano il 14% di possibilità di aggiudicarsi la 1° scelta assoluta al prossimo Draft e il 52.1% di scegliere in top 4. Per il resto Detroit, per via degli accordi presi durante le numerose trade eseguite nel corso degli ultimi due anni, avrà solo un'altra scelta attualmente pronosticata intorno alla posizione numero 50
- I Pistons non sono nella posizione di fare troppe distinzioni tra i migliori talenti disponibili al Draft. Sarr, Risacher, Topic, Sheppard o Clingan, il nome chiamato a fine giugno dipenderà in gran parte dalla posizione strappata durante la lottery e dalle decisioni di chi eventualmente si troverà a scegliere prima di Detroit