NBA, Atlanta Hawks: è arrivato il momento di spezzare la coppia Young-Murray?
Per l’ennesima stagione gli Atlanta Hawks sono rimasti nell’anonimato, finendo con un record mediocre e senza mai competere per nulla. L’esperimento della doppia coppia di point guard Trae Young-Dejounte Murray sembra aver esaurito il suo ciclo, anche per poter dare a coach Quin Snyder un roster adatto al suo gioco. Qui l’analisi del 2023-24 appena concluso
- Dopo aver raggiunto le finali di conference nel 2021, la parabola degli Hawks è sempre andata in discesa: 43 vittorie ed eliminazione al primo turno nel 2022; record al 50% l’anno successivo e di nuovo eliminati subito ai playoff; infine 36 vittorie nella stagione appena conclusa, venendo sbattuti fuori in malo modo dai Chicago Bulls (non esattamente gli Warriors delle 73 vittorie) con 42 punti di Coby White al play-in. In definitiva: la solita, abulica mediocrità
- Quella di quest’anno doveva essere la stagione in cui prendere finalmente delle decisioni sulla coppia Trae Young-Dejounte Murray, entrambi a disposizione di coach Quin Snyder sin dal training camp. Se queste decisioni sono state prese da una delle dirigenze più giovani e inesperte della lega (di fatto nelle mani del figlio del proprietario Nick Ressler e il GM Landry Fields), di sicuro non possono essere positive, visto che la squadra ha vinto cinque partite in meno dello scorso anno
- Per qualche strano motivo, in una stagione in cui i Celtics hanno perso appena 14 partite in tutto, a fine febbraio ne hanno lasciate due in fila sul campo degli Hawks, che peraltro hanno giocato probabilmente il miglior periodo della loro stagione senza Trae Young in campo. La seconda ha suggellato una striscia di quattro vittorie in fila, la terza della loro annata: non sono mai arrivati a cinque in tutto l’anno
- Semplicemente la sua conclusione, non casualmente coinciso con il rientro in campo di Young. Gli Hawks hanno chiuso la regular season con sei sconfitte in fila, trovando la settima sul campo di Chicago nel play-in. A questa aggiungiamo anche una collezione di ben TRE partite da 150 punti subiti per mano dei Pacers più altre quattro da 140+, tra cui i 73 punti realizzati da Luka Doncic a fine gennaio. In tutta la stagione gli Hawks hanno tenuto gli avversari sotto quota 100 solo sei volte
- Se avesse raggiunto il numero necessario per essere eleggibile, Jalen Johnson sarebbe stato un candidato più che credibile per il premio di giocatore più migliorato. Partito in quintetto per 52 volte su 56 gare disputate, ha più che triplicato i suoi punti a partita (da 5.6 a 16), gli assist (da 1.2 a 3.6) e raddoppiato i rimbalzi (da 4 a 8.7), migliorando anche nel tiro da tre punti (da 29% a 35.5%). Al suo terzo anno, Johnson sembra pronto a diventare un titolare inamovibile della squadra
- Nel silenzio di una stagione di squadra ben poco significativa, Bogdan Bogdanovic ha vissuto la sua miglior annata della carriera, chiudendo ai suoi massimi per punti (16.9), tiri (13.9) e tentativi da tre (8.1), dando quantomeno una mano per stabilizzare l’attacco in uscita dalla panchina. A 31 anni compiuti sarebbe nel momento perfetto per andare in una contender, complice anche un contratto a scendere particolarmente favorevole (ultima stagione a 16 milioni in team option): sarebbe un asset da sfruttare
- Nella sua ultima partita di regular season Trae Young è diventato il miglior assistman nella storia della franchigia, ed è possibile che sia stato il suo ultimo atto con la maglia degli Hawks. Al netto del suo career high per assist (10.8) e di un leggero aumento dell’efficienza al tiro, Young è sembrato avere sempre meno impatto sui destini della squadra, oltre che un certo disinteresse. La frattura alla mano che lo ha costretto a saltare 23 partite sicuramente incide, ma è l’atteggiamento a deludere
- Dove finiscono i problemi del roster e dove comincia l’incapacità di incidere su questa squadra di Quin Snyder? Alla sua prima stagione intera alla guida del gruppo dopo le 21 partite per concludere il 2022-23, la mano dell’ex allenatore degli Utah Jazz ancora non si vede, né come qualità di gioco né come capacità di avere un’identità sui due lati del campo. Da un coach del suo curriculum e della sua esperienza era lecito aspettarsi qualcosa di più
- Saddiq Bey è restricted e non dovrebbe essere impossibile trattenerlo, Johnson è da estendere il prima possibile prima che diventi un giocatore da max contract. Per il resto la situazione è più o meno sotto controllo, anche se Clint Capela entra nel suo ultimo anno di contratto e potrebbe essere l’ultima occasione di cederlo per fare spazio a Onyeka Okongwu, il cui contratto è già stato esteso un anno fa. Tutto sta nel gestire (e cedere) al meglio gli asset che si hanno
- Inevitabilmente sarà l’estate di una scelta: puntare su Trae Young o su Dejounte Murray? Riproporsi anche il prossimo anno con questo duopolio sarebbe una prospettiva ai limiti del masochismo, anche perché vorrebbe dire prepararsi ad un altro anno di purgatorio (e di voci incessanti di mercato). Questo non significa svendere i propri migliori giocatori, ma dall’estate ci si aspetta una direzione chiara in cui puntare
- Anche a livello di Draft gli Hawks sono a metà del guado, avendo a disposizione la scelta numero 10 nel bel mezzo della Lottery. Questo significa poco meno del 14% di possibilità di salire in top-4 e appena il 3% di scegliere alla 1, peraltro in un Draft non esattamente indimenticabile. Quella alla 10 è anche l’unica scelta al Draft a disposizione quest’anno, visto che non ne hanno al secondo giro, e su cui hanno controllo fino al 2028 (le altre sono nelle mani degli Spurs)
- Più che un nome, agli Hawks serve un profilo di giocatore adatto al gioco di Snyder, abituato ad avere giocatori in grado di muovere il pallone e prendere decisioni veloci nella metà campo offensiva e non essere dei buchi neri in quella difensiva. Dalton Knecht o Cody Williams (fratello di Jalen di OKC) potrebbero fare al caso loro