NBA Draft 2024, i migliori in ciascun aspetto del gioco: tiro, difesa e molto altro
Si avvicina la notte del Draft (alle 2.00 tra mercoledì 26 e giovedì 27 giugno in diretta su Sky Sport NBA, in replica con commento in italiano) e le 30 squadre cercano di finalizzare le loro Big Board in vista della serata più caotica dell’anno. Per conoscere meglio la classe del 2024 che sta per sbarcare in NBA, ESPN ha indicato il migliore dividendoli in 20 categorie diverse, in modo da evidenziare quello che i prospetti fanno meglio
- La sua stagione a Purdue è stata strepitosa, e con il suo fisico gigantesco (oltre 224 centimetri per quasi 136 chili di peso) è un bersaglio fin troppo semplice per i portatori di palla nei pick and roll. Il canadese è bravissimo a prendere posizione nei pressi del canestro e a buttare dentro qualsiasi cosa gli capiti a tiro grazie a mani magnetiche per ricevere la palla e morbidissime per concludere. E anche quando non riceve, attira su di sé inevitabili attenzioni difensive liberando spazio sul perimetro
- Un infortunio al crociato anteriore rischia di farlo scendere al Draft, ma a soli 18 anni il serbo ha mostrato grande competenza nella gestione dei pick and roll in un contesto competitivo come quello europeo. Legge il gioco con precisione e velocità, possiede già nel suo arsenale tutti i passaggi che servono per punire le scelte della difesa e ha la capacità di decelerare per procurarsi il tiro migliore. Oltre a questo, in avvicinamento è portentoso nel concludere al ferro
- Un folletto con la palla in mano, il prodotto di Kentucky è pronto a strabiliare tutti con le sue doti in palleggio, possedendo tutti i movimenti, gli incroci e i cambi di direzione e velocità per fare impazzire il marcatore su di lui. A questo unisce grande tocco nei pressi del canestro e la minaccia del suo tiro dal palleggio che può far partire in ogni momento: con le spaziature della NBA, rischia di essere tra i più divertenti di tutta la classe
- La guardia di UConn rischia di finire al secondo giro, ma chiunque lo sceglierà si ritroverà in casa un giocatore che non ha alcuna paura di tirare dal palleggio da ogni distanza, specialmente da tre punti (47% in stagione). Se ha un minimo di spazio lascia partire il tiro, e possiede anche le conclusioni in step back e side step per punire i closeout troppo aggressivi. Menzione d’onore per il 51% di Reed Sheppard, ma sulla metà dei tentativi di Spencer
- Il prodotto di Kentucky resta un tiratore celestiale, capace di tirare sopra il 50% da tre punti in stagione con una meccanica di tiro cristallina, sia a livello di preparazione che di rilascio del pallone. Lasciarlo libero equivale a scrivere “3” prima ancora che tiri, aprendo a dismisura il campo per i compagni di squadra e con la possibilità di muovere il pallone con grande efficacia se chiamato a metterla per terra contro i closeout
- A 23 anni di età ha già ampiamente dimostrato di essere uno dei migliori tiratori della nazione, segnando nei dintorni del 40% nonostante fosse la preoccupazione principale di tutte le difese. Sa muoversi in maniera eccellente sui blocchi e ha una meccanica compattissima che non spreca neanche un movimento, sempre in equilibrio nelle sue conclusioni. Menzione d’onore per il pericolosissimo mancino di Baylor Scheierman di Creighton
- In 36 partite nel campionato australiano ha viaggiato all’assurdo numero di 16 rimbalzi per 40 minuti di gioco, mostrando grandissima capacità di anticipare le traiettorie del pallone sfruttando le sue enormi dimensioni. Non sa fare quasi nient’altro ed è reduci da infortuni pesanti (tendine d’Achille lo scorso anno) che mettono in dubbio la sua scelta anche al secondo giro, ma in quanto a rimbalzi è al top della classe
- Non è stata una gran stagione per lui in G-League, ma il nativo di Chicago ha chiuso con 38 schiacciate e promette di essere capace di farsi notare al piano superiore da subito, anche alla gara delle schiacciate. Ha sia le capacità di salto (quasi un metro) che le dimensioni (2.08 di altezza) per volare sopra chiunque, oltre al coraggio e l’esuberanza atletica dei suoi soli 19 anni di età
- L’ala di Virginia sfrutta i 216 centimetri della sua apertura di braccia per produrre numeri difensivi in quantità industriali, viaggiando a 2.3 stoppate e 1.3 recuperi di media in una squadra che giocava a basso ritmo. Rischia di essere solamente uno specialista difensivo se non riuscirà a sviluppare un tiro perimetrale quantomeno sufficiente, ma che specialista
- La sua combinazione di stazza, coordinazione e tempismo lo hanno reso l’àncora difensiva degli Huskies da titolo, dominando la seconda metà di stagione al centro dell’area. I paragoni con stoppatori del calibro di Rudy Gobert o Walker Kessler non sono fuori luogo, e promette fin da subito di essere un deterrente al ferro in grado di negare agli attacchi avversari i tiri statisticamente più remunerativi in campo
- È raro trovare un giocatore di appena 19 anni così avanzato nella comprensione del gioco, nelle rotazioni e nella comunicazione difensiva come Risacher, che per gli standard NBA è molto più avanzato in difesa che non in attacco. Bravissimo sia a passare sui blocchi che a proteggere il ferro quando necessario, usa la fluidità del suo atletismo per fare la differenza in difesa — e migliorerà ulteriormente quando aggiungerà chili al suo fisico
- La sua combinazione di dimensioni, agilità, rapidità nel breve e forza fisica gli permettono di rimanere davanti a qualsiasi avversario dall’1 al 4, creando problemi a non finire ai portatori di palla sul punto di attacco. Bravissimo a navigare sui blocchi e incessante nella sua ricerca del pallone anche quando sembra battuto, farebbe la fortuna di qualsiasi allenatore potendolo mettere sempre sull’avversario più pericoloso
- Molto probabilmente non verrà scelto al primo giro, ma è difficile trovare un difensore più pestifero del prodotto di Houston, “noiosissimo” da affrontare quando si attacca alle caviglie sel portatore di palla sin dalla rimessa. Nonostante le dimensioni ridotte è estremamente fisico e agile rendendosi difficile da spostare, e mentalmente sa che la difesa è il suo biglietto di ingresso (e di permanenza) nella lega dei più grandi
- Poteva finire anche nella categoria di miglior difensore sulla palla, ma il prodotto di Providence (e figlio di Anthony Carter, un decennio abbondante come playmaker di riserva negli anni 2000) ha fatto enormi progressi anche nella metà campo offensiva, non solo al tiro (37% da tre) ma anche nella gestione dell’attacco. Non ha paura assolutamente di niente e ha la capacità di salire di livello quando necessario, grazie anche a un atletismo fuori scala
- Con “motore” si intende la capacità di essere attivi, energici e atletici anche quando gli altri sembrano rallentare. Nessuno gioca più duro di Bona, che insieme a Dunn è l’unico altro giocatore nella top-100 di ESPn a viaggiare a più di 1.5 recuperi e 2.5 stoppate per 40 minuti, mettendo in mostra le sue dimensioni (224 centimetri di apertura di braccia) e di verticalità (oltre un metro di salto). L’attacco è tutto da costruire, ma l’impegno è già al top
- Nessuna università gli ha offerto una borsa di studio in uscita da St. Martin De Porres High, un piccolissimo liceo nella zona di Cleveland. Perciò si è iscritto a Akron come studente normale, procurandosi poi un’occasione come walk-on per la squadra riserve. Fast forward: tre volte giocatore della conference e giocatore dell’anno della MAC nel suo ultimo anno, con la sua tenacia nelle due metà campo e i migliori dati a rimbalzo della Division I rischia di procurarsi una chiamata al secondo giro del Draft
- Una guardia nel corpo di un lungo, o un lungo con le capacità di una guardia: questo è ciò che identifica un “Unicorno” a livello NBA, specialmente unendo la capacità di proteggere il ferro ad alto livello e di tirare da tre punti con efficacia. Sul primo aspetto Sarr è già avanzatissimo, coprendo una quantità portentosa di campo in difesa, ma anche nel tiro da tre ha mostrato qualche lampo intrigante, rendendolo quasi certo di una scelta in top-3
- Fino allo scorso anno aveva le stesse misure di Kevin Durant alla sua età, ma nell’ultimo anno ha aggiunto 5 chili alla sua “armatura” ed è ora nei dintorni di Aaron Gordon in termini di peso e stazza. La sua capacità di aprire il campo con il tiro da fuori (82 triple in 60 partite) e la disposizione a sporcarsi le mani nella spazzatura della partita lo rendono un prospetto intrigantissimo, il terzo francese nella Lottery di quest’anno insieme a Sarr e Risacher
- Orgoglioso al limite del litigioso, pochi giocatori hanno più voglia di vincere del playmaker di Marquette, che compensa con il carattere quello che gli manca in termini di talento puro e dimensioni. La sua mentalità però è contagiosa e sa farsi rispettare da chiunque, una qualità chiave per qualsiasi playmaker a ogni livello. Anche Devin Carter e Cam Spencer sono fatti della stessa pasta, ma Kolek ha molti meno mezzi atletici rispetto a loro
- Nessuno ha mai trovato una cosa cattiva da dire su di lui, elogiato in pubblico e in privato per la sua etica del lavoro che fanno immaginare per lui ulteriori margini di miglioramento oltre alle strepitose capacità realizzative già mostrate al college. Uno così è difficile che non massimizzi il talento che ha a disposizione, un aspetto che piace sempre alle squadre alla ricerca di “buoni esempi” da mettere in spogliatoio per creare cultura vincente