Mercato NBA, le pagelle alle firme e agli scambi di tutte le squadre
Dopo le prime due settimane di free agency, il grosso del mercato delle 30 squadre è ormai stato definito, permettendoci di tracciare un bilancio di quanto fatto finora considerando anche i giocatori selezionati al Draft. Di seguito tutte le valutazioni delle mosse realizzate finora nella off-season da ciascuna delle 30 franchigie
ATLANTA HAWKS
VOTO: 6.5
La rivoluzione è arrivata solo a metà, nel senso che solamente uno tra Dejounte Murray e Trae Young è stato ceduto. In cambio dell’ex Spurs sono arrivati Dyson Daniels e Larry Nance che dovrebbero fornire versatilità al roster nelle mani di coach Quin Snyder, che ora ha più mezzi per poter costruire una difesa credibile grazie anche alla scelta di Zaccharie Risacher alla numero 1 del Draft. La vetta della NBA è lontana, ma almeno si è presa una decisione forte
BOSTON CELTICS
VOTO: 8
Quando vinci il titolo e hai un roster in grado di ripersi, l’unica cosa da fare è assicurarsi le maggiori possibilità di confermarsi. La dirigenza dei Celtics ha avuto carta bianca per rifirmare tutti a partire da Jayson Tatum e Derrick White, anche se il fatto che la proprietà abbia annunciato l’intenzione di vendere fa immaginare quanto diventerà costosa questa squadra in breve tempo. Bene l’aggiunta di Baylor Scheierman con la 30 al Draft, chi lo ha "passato" potrebbe pentirsene presto
BROOKLYN NETS
VOTO: 7
Si può ricevere un voto positivo anche quando è chiaro che si vinceranno molte meno partite rispetto a un anno fa? Sì, visto che comunque non si sarebbe andati da nessuna parte con Mikal Bridges come prima opzione offensiva. In un colpo solo i Nets sono tornati in controllo del proprio destino (recuperando le proprie scelte da Houston) e hanno preso possesso di quello dei Knicks (ricevendone tantissime scelte in cambio nel lontano futuro). Li aspettano anni di tanking pesante, ma almeno hanno preso una direzione chiara
CHARLOTTE HORNETS
Una off-season di mantenimento, senza grossi scossoni sul mercato. Miles Bridges è stato rifirmato anche se non c’era chissà quale concorrenza, ma almeno la sua presenza non mette pressione al rookie Tidjane Salaun per diventare produttivo da subito. Hanno acquisito Josh Green e Reggie Jackson per togliere due disturbi salariali a Mavs e Nuggets: potrebbero tornare utili ma non spostano di molto le prospettive della squadra. Tutto sommato un ingresso in punta di piedi della nuova proprietà e dirigenza
CHICAGO BULLS
Si fa fatica a trovare una mossa giustificabile: cedono Alex Caruso alla pari con Josh Giddey nonostante la disparità di valore sul mercato fosse evidente; danno 90 milioni di dollari in cinque anni a Patrick Williams nonostante le poche cose viste finora in carriera; prendono Jalen Smith con un triennale senza capirne molto il senso; infine perdono DeMar DeRozan senza nemmeno ricevere l’asset più importante incluso nella trade, cioè il pick swap da Sacramento nel 2031 finito chissà perché a San Antonio. E la squadra è sempre in mezzo al guado
CLEVELAND CAVALIERS
VOTO: 7
L’obiettivo numero 1 è stato centrato: Donovan Mitchell ha esteso il suo accordo per ulteriori tre stagioni (e non era scontato), e tanto basta per non demolire il roster. Certo, al nuovo coach Kenny Atkinson verrà richiesto di fare meglio del suo predecessore JB Bickerstaff pur avendo di fatto gli stessi giocatori di un anno fa, ma poteva essere un’estate di smobilitazione e invece si proverà a insistere sulla continuità di questo gruppo
DALLAS MAVERICKS
VOTO: 7
Fuori Derrick Jones, dentro Quentin Grimes. Fuori Josh Green, dentro Naji Marshall. Fuori Tim Hardaway Jr., dentro Klay Thompson. I tre giocatori che sono partiti sono stati rimpiazzati sia numericamente che a livello di caratteristiche, e la bilancia pende leggermente dalla parte dei Mavs vista l’esperienza da titolo di Thompson, che sugli scarichi di Doncic e Irving promette di rendere inarrestabile l’attacco dei vice-campioni. Tutto sommato, poteva andare molto peggio
DENVER NUGGETS
VOTO: 5
La profondità del roster subisce un colpo pesantissimo con la perdita di Kentavious Caldwell-Pope, lasciato andare per evitare il "second apron" e le conseguenti limitazioni sul mercato. Il risultato però è che nell’immediato i Nuggets sono meno forti rispetto al passato, perché KCP è difficilmente rimpiazzabile dai giocatori attualmente a disposizione. In free agency è partito anche Reggie Jackson ed è arrivato solo Dario Saric: un po’ poco per poter tornare a competere per il titolo. Serviranno altri movimenti, specie dopo il grave infortunio di DaRon Holmes
DETROIT PISTONS
VOTO: 5.5
Entravano nella off-season con più spazio salariale di chiunque altro, ma non sono riusciti a sfruttarlo né per migliorare sensibilmente il roster né per accumulare asset in vista del futuro. La scelta di Ron Holland è la più controversa della Lottery, più che altro perché aggiunge un altro non-tiratore a un nucleo giovane che ne ha già fin troppi. I vari Fontecchio, Hardaway, Beasley e Tobias Harris aiutano ad aprire il campo, ma quanto spostano per davvero e quanto si toglieranno minuti a vicenda?
GOLDEN STATE WARRIORS
VOTO: 6
Fuori Thompson, Saric e Paul, dentro Anderson, Hield e Melton. Nel computo totale Golden State non ne esce così ridimensionata e ha notevolmente abbassato il suo monte stipendi, ma allo stesso tempo non ha spostato più di tanto il suo ceiling totale. La fine dell’era degli Splash Brothers pesa più da un punto di vista nostalgico che cestistico, anche se la domanda rimane di attualità: chi è il secondo miglior realizzatore dopo Steph Curry? E come si può riuscire a dargli una contender per gli ultimi anni di carriera?
HOUSTON ROCKETS
VOTO: 7
Sembrava dovessero mettere la NBA a ferro e fuoco, in realtà si sono limitati all’ordinaria amministrazione — che può anche andare bene per una squadra ancora tutta da scoprire. Sia Jalen Green che Alperen Sengun sono ancora senza estensione di contratto e i Rockets possono permettersi di aspettare per capire come si incastreranno tutte le mille tessere del puzzle che hanno a roster, in particolare i neo arrivati Reed Sheppard e AJ Griffin che aggiungono tiro perimetrale a un gruppo che ne aveva bisogno
INDIANA PACERS
VOTO: 7
Rifirmati Siakam e Toppin, sostituito Jalen Smith con la scommessa Wiseman, e tre aggiunge dal secondo giro del Draft come Johnny Furphy, Tristen Newton e Enrique Freeman. Già solo confermare il gruppo che lo scorso anno è arrivato in finale di conference è un bel colpo, ora tutto sta nella crescita interna della squadra nelle mani di coach Rick Carlisle e a un po’ di salute in più. Se serviranno interventi più drastici, arriveranno più avanti
L.A. CLIPPERS
VOTO: 4
Aver perso Paul George sul mercato dei free agent per non avergli voluto dare il quarto anno di contratto o una “no-trade clause” ha un peso enorme sulla valutazione dei Clippers, che hanno probabilmente perso quel tipo di upside che li rendeva minimamente capaci di contendere per il titolo. Hanno rinnovato Harden, scommesso su Porter Jr., riportato in città Batum e aggiunto Derrick Jones Jr.: sì, ma se Kawhi Leonard non è sano è comunque una squadra al massimo da play-in
LOS ANGELES LAKERS
VOTO: 5
Anche da loro ci si aspettava tanto (come sempre), invece non hanno fatto sostanzialmente nulla se non assumere JJ Redick per la panchina. Il rinnovo di LeBron James arriva di pari passo con la scelta di Bronny al Draft, ma è su Dalton Knecht caduto nelle loro mani alla 17 che sperano di costruire qualcosa. Chi si aspettava un ultimo “push” per dare a James maggiori possibilità di vincere il titolo, però, rimarrà deluso perché il roster è lo stesso di un anno fa, almeno fino alla deadline del mercato
MEMPHIS GRIZZLIES
VOTO: 6
Al momento in cui scriviamo non hanno fatto letteralmente nulla: nessun arrivo, nessuna cessione, nessuna conferma. Le uniche novità arrivano dal Draft, dove la scelta di Zach Edey è notevole per potenziale ritorno in termini di consistenza sotto canestro, in un ruolo in cui non deve far rimpiangere i vari Valanciunas e Adams visti negli ultimi anni. Per il resto, il grande acquisto dell’estate sarà la salute che si spera torni a rasserenare le carriere di tutti i giocatori più importanti, a partire da Ja Morant
MIAMI HEAT
VOTO: 5
Dopo non essere riusciti a prendere Damian Lillard un anno fa, gli Heat sono finiti in un limbo dal quale faticano a uscire — e anche quest’estate non ha invertito la rotta. Bam Adebayo ha rinnovato legandosi probabilmente a vita alla franchigia, Love, Highsmith e Bryant sono stati trattenuti, mentre Alex Burks arriva per sostituire il partente Caleb Martin. Tutte mosse ai margini che non cambiano la sostanza di una squadra che non sembra avere più l’urgenza di competere per massimizzare gli ultimi anni di Jimmy Butler
MILWAUKEE BUCKS
VOTO: 4
Pensare che i soli inserimenti di Taurean Prince e Delon Wright al posto di Malik Beasley possano cambiare il trend negativo dello scorso anno è purissimo “wishful thinking”, visto che in nessuna occasione il roster costruito attorno a Giannis Antetokounmpo e Damian Lillard è sembrato pronto a competere. Se aggiungiamo forse il peggior Draft delle 30 squadre (sia AJ Johnson che Tyler Smith non sono pronti a dare un contributo a una contender), ecco spiegato uno dei voti più bassi di tutta la off-season
MINNESOTA TIMBERWOLVES
VOTO: 6.5
Persi Kyle Anderson, Jordan McLaughlin e Monte Morris in free agency, hanno fatto la scommessa più coraggiosa di tutto il Draft entrando di prepotenza nella Lottery per selezionare Rob Dillingham, dandogli subito grandi responsabilità nella guida della second uniti. Un azzardo che merita comunque rispetto per il coraggio per una squadra che, nonostante il ritorno alle finali di conference dopo 20 anni esatti, non vuole smettere di crescere
NEW ORLEANS PELICANS
VOTO: 6.5
Per una valutazione completa manca ancora la decisione definitiva su Brandon Ingram, che sia la conferma o la cessione. Il quintetto base ha ancora un buco nel ruolo di 5 che la firma di Daniel Theis tampona solo nel brevissimo periodo, sperando che Yves Missi possa occupare quello slot nel più breve tempo possibile. Dejounte Murray fornisce quella scossa di cui probabilmente l’ambiente aveva bisogno, anche se la rotazione è tutta da decifrare per non fare torto a nessuno, specialmente Trey Murphy a caccia di un contrattone
NEW YORK KNICKS
VOTO: 8
Il contrario di Chicago: ogni mossa che hanno fatto l’hanno azzeccata. La trade per Mikal Bridges sarà pesante nel prossimo futuro per via delle tante scelte cedute, ma nell’immediato è in grado di renderli la più credibile avversaria di Boston a Est, specialmente insieme alla conferma (altrettanto pesante, ma inevitabile) di OG Anunoby. Non avevano una chance realistica di convincere Hartenstein a firmare, ma l’estensione al ribasso di Jalen Brunson darà loro modo di mantenere intatto questo gruppo
OKLAHOMA CITY THUNDER
VOTO: 8.5
Già solo gli arrivi di Alex Caruso e Isaiah Hartenstein, per di più liberandosi di un giocatore che stava diventando problematico come Josh Giddey, varrebbero un 8 rotondo, perché risolvono due questioni aperte (difesa sul punto d’attacco e presenza nel pitturato) che i playoff avevano evidenziato. Ma sono le firme incredibilmente al ribasso di Isaiah Joe e Aaron Wiggins a rendere trionfale la off-season di OKC, che si candida di nuovo al primo posto nella Western Conference
ORLANDO MAGIC
VOTO: 7
Dal mercato non è arrivato quel playmaker in grado col pallone tra le mani di togliere un po’ di responsabilità offensive dalle spalle di Paolo Banchero e Franz Wagner, ma l’aggiunta di Kentavious Caldwell-Pope rende la loro già ottima difesa ancora più impenetrabile, oltre all’apporto di esperienza e tiro da tre punti. Eccellente il rinnovo di Jonathan Isaac, che se sarà in salute rischia di diventare il miglior contratto della NBA tra quelli non da rookie
PHILADELPHIA 76ERS
VOTO: 7.5
Avevano un solo nome da poter raggiungere per salire al rango di contender e non hanno fallito, portandosi a casa in Paul George il miglior free agent sul mercato. Grazie allo spazio salariale garantito da Tyrese Maxey, i Sixers hanno potuto confermare Lowry, Oubre e Martin Jr., aggiungendo anche Eric Gordon, Andre Drummond e Caleb Martin alla loro rotazione. Ottima anche la scelta di Jared McCain al Draft, mentre Adem Bona avrà la possibilità di non far rimpiangere Paul Reed
PHOENIX SUNS
VOTO: 6.5
Se vi state chiedendo perché le squadre NBA cercano in tutti i modi di evitare il “second apron”, vi basti guardare l’estate dei Suns, che con le limitazioni che avevano devono considerare comunque un discreto successo essere riusciti a confermare Royce O’Neale, Josh Okogie, Damion Lee e Bol Bol aggiungendo anche Monte Morris e Mason Plumlee. Qualcuna di queste mosse sposta qualcosa? No, ma la speranza è che quantomeno non siano dannose e che il talento del trio Beal-Booker-Durant basti a sopperire tutto il resto
PORTLAND TRAIL BLAZERS
VOTO: 5.5
Deni Avdija non è assolutamente un cattivo giocatore… ma a cosa serve ai Blazers in piena ricostruzione, specialmente con quello che è costato in termini di asset al Draft? Per l’arrivo di Donovan Clingan nelle loro mani devono ringraziare più che altro le squadre prima di loro che lo hanno “passato” e il mancato accordo di Memphis per salire a prenderlo, ma c’è comunque un ingorgo di centri tra lui, Deandre Ayton, Robert Williams III e Duop Reath. La sensazione è che non sia finita qui: saluterà anche Jerami Grant?
SACRAMENTO KINGS
VOTO: 6.5
Non era così improbabile uno scenario in cui Malik Monk partisse senza dare realistiche chance di sostituirlo, perciò la sua conferma a cifre inferiori al suo mercato è una notizia più che positiva. La grande scommessa dell’estate è quella su DeMar DeRozan, per il quale quel pick swap del 2030 ceduto a San Antonio può risultare doloroso, ma auguri alle difese che dovranno cercare di fermare sia lui che il pick and roll tra De’Aaron Fox e Domantas Sabonis con tiratori tutti attorno. Peccato per l’infortunio di Devin Carter, ma farà comodo al rientro
SAN ANTONIO SPURS
VOTO: 7
Senza strafare, con molta calma come chi sa esattamente cosa vuole e quando lo vuole, in pieno stile Spurs. Le aggiunte di Chris Paul e Harrison Barnes portano esperienza e solidità al gruppo, dando due punti di riferimento al quale aggrapparsi nei momenti complicati. A tutto il resto pensa la crescita esponenziale di Victor Wembanyama, che se giocherà anche solo ai livello della seconda metà di stagione rischia di trascinare da solo la squadra in zona play-in. Benissimo le mosse per accaparrarsi asset in Draft futuri: saranno utilissimi
TORONTO RAPTORS
VOTO: 5.5
Non si capisce esattamente cosa vogliano fare da grandi i Raptors, che da una parte hanno rinnovato senza battere ciglio sia Scottie Barnes che Immanuel Quickley con quinquennali pesanti (specialmente quello del secondo, su cui si scommette tanto) ma allo stesso modo non li hanno circondati di quei tiratori di cui probabilmente avrebbero bisogno per rendere al massimo. Un po’ poco coraggiosi, aggettivo che di solito invece contraddistingue l’operato di Masai Ujiri
UTAH JAZZ
VOTO: 5.5
Un po’ come i Raptors, sono ancora a metà del guado e non sanno se investire su questo gruppo oppure se concentrarsi unicamente sul futuro come suggerirebbe l’arrivo di ben tre rookie dal Draft (Cody Williams, Isaiah Collier e Kyle Filipowski) e le classi 2025 e 2026 che promettono di avere potenziali superstar in vetta. La decisione che verrà presa su Markkanen dirà molto delle reali intenzioni di Danny Ainge e della proprietà
WASHINGTON WIZARDS
VOTO: 6.5
Loro invece la direzione l’hanno presa con convinzione dopo le cessioni di Bradley Beal e Kristaps Porzingis di un anno fa, risultate in un record talmente scadente da guadagnare la seconda posizione al Draft e prendere Alex Sarr. Benissimo la mossa per arrivare a Bub Carrington con la 14, grazie alla quale hanno ricevuto anche Malcolm Brogdon che, oltre a stabilizzare il reparto guardie, può essere ulteriormente ceduto per altri asset. Firma di Valanciunas di difficile lettura, ma hanno abbastanza spazio salariale per permettersela