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NBA, Josh Hart: "A Parigi volevo che Lyles perdesse, ma poi mi ha conquistato"

NBA

Ci sono polemiche che sembrano non voler finire mai, come quella tra i protagonisti della NBA e Noah Lyles. Il velocista americano, tra le stelle più brillanti a Parigi, un anno fa aveva criticato l'abitudine delle squadre che vincono il titolo a definirsi "campioni del mondo". E Josh Hart, a un anno di distanza, non ha ancora dimenticato le parole di Lyles, anche se ora gli tocca ammettere di essersi arreso alla grandezza del campione olimpico sui 100 metri

LYLES TRIONFA NEI 100 METRI E HART GETTA LA SPUGNA

Josh Hart, ormai da diversi anni, è tra i gicoatori della NBA con la predisposizione più spiccata per la polemica e anche per l'ironia. Non sorprende, quindi, che l'ala dei Knicks si sia assunto volentieri il ruolo di portavoce dei colleghi nella lunga questione che li ha visti impegnati con la stella dell'atletica Noah Lyles. All'origine di tutto ci sono sempre le dichiarazioni di Lyles, risalenti ormai a un anno fa, a proposito dell'abitudine, a suo dire sbagliata, di assegnare l'appellativo di "campioni del mondo" alle squadre che vincono il titolo NBA. E dopo i trionfi di Parigi, dove Lyles ha vinto anche l'oro nei 100 metri, Hart è tornato a ribadire lo scarso apprezzamento per il velocista connazionale. Anche se poi, con il consueto senso dell'umorismo, l'ex Lakers e Pelicans ha ammesso di essersi arreso alla grandezza di Lyles.

Hart ci prova, ma poi si arrende

"A Parigi ho tifato per tutti gli atleti americani in gara, ma volevo davvero che Lyles perdesse" confessa Hart, pungolato dal compagnio ai Knicks Jalen Brunson nel loro show "Roommates", "credo sia stata la prima volta che tutto l'NBA Twitter si è unito nell'odio per Lyles". Col sorriso sulle labbra, però, lo stesso Hart ammette di aver dobuto gettare la spugna di fronte all'ennesima impresa del velocista nei 100 metri parigini: "Dopo quello che ha fatto, però, ho talmente tanto rispetto per lui che non riesco nemmeno più a odiarlo".

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