L'ultima bomba di Woj

Un dovuto disclaimer per iniziare: scrivo all’interno di una sezione che si chiama “INSIDER”, per un sito che ha da poco lanciato una propria newsletter dal nome “SPOILER”. Potrebbe già essercene abbastanza per giustificare un pezzo non su un campione, non su una squadra, non su una vittoria ma su un giornalista . Perché quel giornalista si chiama Adrian Wojnarowski, e siccome il sito di cui sopra è quello di Sky Sport, per inquadrare meglio questo signore dal bizzarro nome di origini polacche si potrebbe anche definirlo “il Gianluca Di Marzio della NBA”. Perché Wojnarowski è stato – fino all'altro ieri – il re degli “insider” NBA, l’uomo che ha “spoilerato” ogni trattativa, ogni firma, perfino ogni scelta al Draft negli ultimi 15 anni. Sempre primo sulla notizia. Fino all’ultima, ieri. Nella quale, per una volta, lui stesso è stato l'oggetto dello scoop. Personale, stavolta, per una notizia che solo lui poteva sapere, ma a modo suo sempre una “bomba” . Adrian Wojnarowski lascia il giornalismo . Ha fatto sapere di non avere più le energie per dedicarsi giorno e notte a cercare notizie, inseguire fonti, raccogliere informazioni, anche tessere trame. Ha scritto che vuole utilizzare il suo tempo diversamente. Non lascerà il mondo della pallacanestro, perché la sua prossima avventura è già stata annunciata: farà il general manager della squadra maschile del college dove si è laureato nel 1991, St. Bonaventure . Wojnarowski non è un campione, nella NBA non ha mandato a referto neppure un punto, non ha segnato canestri allo scadere, non ha vinto partite, non ha conquistato trofei . Non ha senso celebrarlo, e non lo farò. Però il suo segno, in qualche modo, sulla lega lo ha lasciato. E allora il modo forse più sincero di riflettere sul suo addio è guardare a come il mondo della NBA ha reagito alla sua ultima “bomba”. Partendo magari dalla penultima, ovvero: l’ultima notizia di mercato annunciata al mondo da Adrian Wojnarowski. Per uno che ha anticipato al mondo i trasferimenti e le firme più clamorose degli ultimi anni, questo tweet è pura routine: il rinnovo triennale di un giocatore normale come Isaac Okoro, guardia-ala che sceglie di legarsi ai Cleveland Cavaliers per altre tre stagioni, e 38 milioni di dollari. Un tweet che sarebbe passato quasi inosservato, se non che quello successivo – quattro giorni dopo – sarebbe stato quello del ritiro. E allora le cose cambiano. Il giocatore in questione capisce di essere entrato - involontariamente - nella storia . "Sono stato l'ultima bomba di Woj", scrive. La squadra ci mette il carico, e nel fare le congratulazioni al giornalista "per una carriera incredibile" sottolinea: "Onorati di far parte della tua ultima bomba". Ma i Cavs e Okoro sono stati appunto solo gli ultimi in ordine temporale a finire dentro un tweet di Wojnarowski, che negli anni – prima dell’emergere del suo ex delfino-poi rivale Shams Charania, oggi forse il nome più probabile per la sua successione a ESPN – ha sempre avuto un dominio pressoché totale nell’accedere a quelle informazioni privilegiate che lo hanno reso il re degli insider NBA . Resta il fatto che in questi anni tutti - semplici appassionati, die-hard fans, addetti ai lavori, a volte perfino gli stessi giocatori - sono venuti a conoscenza dei nuovi equilibri della lega, dopo scambi di mercato e firme eccellenti, attraverso un tweet di Adrian Wojnarowski. E come non ricordare quando nel febbraio 2020 qui da noi è scoppiata la pandemia? Ecco, negli Stati Uniti ci ha messo circa un mese ad arrivare e a far danni, investendo ogni settore e stravolgendo la vita di tutti: uffici chiusi, strade deserte, stadi e palazzetti vuoti. E indovinate chi è stato a comunicare per primo che la NBA aveva deciso di fermarsi, il 12 marzo, sospendendo la stagione? Insomma, sarà difficile non vedere più il nome di Adrian Wojnarowski sulle nostre timeline. La sua scelta di ritirarsi dall'attività giornalistica ha lasciato pochi indifferenti: si è espressa ufficialmente la NBA stessa, con un messaggio ad hoc che ha voluto prendere in prestito il suo classico linguaggio, perché, come diceva qualcuno, “l'imitazione è la forma più sincera di adulazione” . E lo ha fatto anche la Basketball Hall of Fame, che nell'estendere al giornalista le proprie congratulazioni ha con ogni probabilità già anticipato quello che prima o poi sarà un riconoscimento dovuto, ovvero il suo ingresso nell'arca di gloria del basket mondiale . Ma forse per riassumere l'addio di Wojnarowski il messaggio più bello - e non poteva essere che un tweet - è arrivato da uno dei tanti media che seguono religiosamente ogni sussulto proveniente dalla galassia NBA e che nell'immaginarsi "un mondo senza le notifiche di Woj" sono andati a pescare a piene mani da un caposaldo della cultura pop moderna americana. Si resta come Homer Simpson - ci vogliono dire - soli, forse anche un po' spaesati, a contemplare in silenzio l'immensità di un cielo stellato. Senza più un "ping" di avviso sul cellulare, che rompe certo la poesia del momento, ma che ci informa in tempo reale del prossimo super scambio NBA. Firmato, ovviamente, Adrian Wojnarowski.