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NBA, Wembanyama, Edwards, Banchero e gli altri: chi è il miglior under 25 della lega?

NBA

Introduzione

Molti veterani, LeBron James e Steph Curry in testa, giocano ancora ai massimi livelli, ma in NBA il ricambio generazionale in atto promette di regalare una nuova ondata di stelle che accompagneranno tifosi e appassionati per i prossimi anni. Tra questi, chi è davvero il migliore? I nomi dei candidati li ha lanciati “ESPN”, il risultato potrebbe deciderlo la stagione che inizia tra pochissimi giorni

 

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Quello che devi sapere

LEBRON, STEPH, KD E UNA GENERAZIONE DI FENOMENI

Le Olimpiadi di Parigi hanno forse suggellato l’avventura di una generazione intera di giocatori, con James, Curry e Durant a fare da simbolo a un’epoca che per forza di cose è agli sgoccioli. E anche se i grandi veterani si difendono ancora più che discretamente, non c’è dubbio sul fatto che il futuro appartenga ai tanti giovani sotto i 25 anni che stanno conquistando al NBA. Alle porte, per la gioia di tutti i tifosi e appassionati, si affaccia un’altra generazione di fenomeni

LEBRON, STEPH, KD E UNA GENERAZIONE DI FENOMENI

VICTOR WEMBANYAMA, SAN ANTONIO SPURS

È stata la prima scelta al Draft più attesa dei tempi di LeBron James nel 2003 e alla sua prima stagione in NBA Victor Wembanyama non si è solo dimostrato all’altezza delle enormi aspettative che lo accompagnavano, è andato addirittura oltre. Fenomeno sotto ogni punto di vista, anche nella gestione della propria immagine, risulta difficile ipotizzare come, al netto di eventuali guari fisici, non possa diventare il miglior giocatore del pianeta. E nella prossima stagione la squadra attorno a lui sarà decisamente migliore di quella con cui ha trascorso la sua annata d’esordio nella lega

VICTOR WEMBANYAMA, SAN ANTONIO SPURS

ANTHONY EDWARDS, MINNESOTA TIMBERWOLVES

Anche Anthony Edwards è stato scelto in cima al Draft, anche se il suo sbarco in NBA era accompagnato da qualche dubbio, in particolare sulla sua tenuta mentale. La progressione mostrata da Ant nel corso delle sue prime quattro stagioni a Minnesota ha però zittito tutti i critici. Al di là dei paragoni con Michael Jordan, peraltro rifiutati anche dal diretto interessato, l’impressione è che la stella dei T’Wolves possa diventare la faccia della lega nel dopo James-Curry-Durant. Magari già a cominciare dalla prossima stagione

ANTHONY EDWARDS, MINNESOTA TIMBERWOLVES

PAOLO BANCHERO, ORLANDO MAGIC

Altra prima scelta, meno celebrata rispetto a Wemby e Ant, al Draft, Paolo Banchero ha tutto per giocare un ruolo da terzo incomodo accanto ai due grandi talenti del futuro. La solidità mostrata già nella stagione da rookie, e poi confermata al suo secondo anno in NBA, dove ha trascinato Orlando a un’annata a tratti esaltante, lo rendono una certezza per gli anni a venire. La convocazione per l’ultimo All-Star Game sembra poter essere la prima di una lunga lista di premi e riconoscimenti individuali in attesa di essere compilata

PAOLO BANCHERO, ORLANDO MAGIC

TYRESE HALIBURTON, INDIANA PACERS

Al contrario dei colleghi di cui sopra, il Draft non è stato troppo gentile con Tyrese Haliburton, talento purissimo finito però addirittura fuori dalla top 10 nel 2020. L’ex Iowa State si è comunque rifatto quasi subito, spiccando poi il volo con il passaggio da Sacramento a Indiana nel 2022. Prototipo del playmaker moderno, oltre a essere perennemente tra i convocati all’All-Star Game e tra i candidati ai quintetti All-NBA, nella sua generazione la stella dei Pacers può diventare il giocatore con cui tutti vorrebbero giocare 

TYRESE HALIBURTON, INDIANA PACERS

CHET HOLMGREN, OKLAHOMA CITY THUNDER

Durante la scorsa stagione c’è stato un momento in cui la corsa al premio di rookie dell’anno non è sembrata essere scontata nonostante la presenza di un fenomeno assoluto. Tutto grazie a Chet Holmgren, che dopo aver saltato la sua teorica annata d’esordio a causa di un serio infortunio, fin dalle prime apparizioni in maglia Thunder ha fatto vedere di essere destinato a grandi cose. A 22 e senza esperienza pregressa, il lungo di Oklahoma City non è sembrato affatto in difficoltà nel giocare in una squadra con concrete ambizioni di vittoria del titolo

CHET HOLMGREN, OKLAHOMA CITY THUNDER

ZION WILLIAMSON, NEW ORLEANS PELICANS

Rispetto a molti altri nomi contenuti in questa lista, Zion Williamson sembra quasi un veterano. La stella dei Pelicans, d’altronde, è in NBA dal 2019, ma ha da poco compiuto 24 anni e l’impressione è che il meglio, per lui e per la sua squadra, debba ancora venire. Uno specimen atletico a dir poco unico e un talento manifesto fin dai tempi dell’high school lo rendono per forza di cosa un candidato al ruolo di superstar. Uno status che solo il ripetersi di problemi fisici gli ha impedito di raggiungere fin qui e che solo il loro perpetuarsi anche in futuro gli impedirà di raggiungere da qui in avanti

 ZION WILLIAMSON, NEW ORLEANS PELICANS

TYRESE MAXEY, PHILADELPHIA 76ERS

Se molti dei nomi presenti in questa lista si portano addosso l’etichetta di predestinati, Tyrese Maxey può invece a buon titolo affermare di essere l’intruso che si è guadagnato ogni piccolo e grande riconoscimento stupendo tutti. L’esplosività e la voglia di provare sempre a fare la giocata giusta l’hanno reso, a poco più di vent’anni, uno dei punti fermi di una squadra in perpetuo cambiamento come i Sixers. Il futuro non può che essere radioso per Maxey, che nella nuova conformazione di Philadelphia potrebbe anche fare un ulteriore salto di qualità

TYRESE MAXEY, PHILADELPHIA 76ERS

CADE CUNNINGHAM, DETROIT PISTONS

Le sue prime tre stagioni in NBA non sono state per niente facili, tra infortuni e un contesto di squadra che si è rivelato forse il peggiore di tutta la lega. Sulle qualità di Cade Cunningham, però, non si discute. Guardia moderna, con la capacità di creare per sé e per i compagni e un corredo fisico di primissimo livello, ogni speranza dei Pistons di uscire dal buco nero in cui si trovano ormai da troppi anni transita dalle sue mani. E la prossima stagione potrebbe già segnare il suo passaggio allo status di stella di prima grandezza

CADE CUNNINGHAM, DETROIT PISTONS

SCOTTIE BARNES, TORONTO RAPTORS

Quando al Draft del 2021 i Raptors puntavano senza esitazioni su di lui, preferendolo a nomi più in vista come Jalen Suggs e Franz Wagner, erano stati in molti a storcere il naso. Il progetto di Toronto, però, era chiaro fin dall’inizio: Masai Ujiri vedeva in Scottie Barnes la point-forward attorno a cui costruire la squadra del futuro. Dopo l’eccellente annata da rookie sono arrivati diversi alti e bassi, forse inevitabili visti i continui cambiamenti che hanno coinvolto i canadesi tra roster e panchina, ma Barnes rimane un eccellente punto fermo su cui costruire il domani dei Raptors

SCOTTIE BARNES, TORONTO RAPTORS

LAMELO BALL, CHARLOTTE HORNETS

Tra i nomi presenti in questa lista, LaMelo Ball è forse quello che al momento rimane ancora più distante dall’aver realizzato il suo potenziale. Tanti guai fisici e un contesto tattico non proprio stabilissimo non l’hanno certo aiutato, ma LaMelo è ora atteso a una stagione in cui mostrare con maggiore continuità quei lampi di talento purissimo intravisti nei suoi primi quattro anni in NBA. In teoria il mix tra doti fisiche e tecniche è molto vicino all’ideale di ciò che serve per eccellere nella pallacanestro odierna, ma a quella teoria occorre ora aggiungere della pratica

LAMELO BALL, CHARLOTTE HORNETS

ALPEREN SENGUN, HOUSTON ROCKETS

La NBA, si sa, è una “copycat league”, un campionato dove si tende a scopiazzare, spesso senza grande costrutto, il modello che funziona da altre parti. E tra i modelli che hanno funzionato meglio negli ultimi anni c’è senza dubbio quello di Denver, che ruota in tutto e per tutto attorno alle caratteristiche uniche di Nikola Jokic. In questo senso Alperen Sengun è quanto di più simile al tre volte MVP si possa trovare oggi nella lega, con quella innata capacità di creare gioco dall’alto dei suoi 211 centimetri d’altezza. Certo, i difetti su cui lavorare sono ancora tantissimi, ma a 22 anni e con sole tre stagioni da professionista alle spalle i margini di miglioramento appaiono per certi versi spaventosi

ALPEREN SENGUN, HOUSTON ROCKETS